Ufomammut – Fenice

Il 06/05/2022, di .

Gruppo: Ufomammut

Titolo Album: Fenice

Genere: ,

Durata: 38 min.

Etichetta: Neurot Recordings

85

Vede finalmente la luce l’attesissimo nuovo album dei nostrani Ufomammut dopo cinque anni di silenzio dall’ultima prova in studio, vuoto colmato dalla pubblicazione di un sontuoso cofanetto intitolato ‘XX’ per festeggiare il ventennale dalla formazione del gruppo e contenente l’intera discografia della band in doppia edizione: Cd e Vinile. Un’opera Omnia che ha certamente soddisfatto i palati dei Die-hard fan e dei neofiti che hanno così avuto la possibilità di (ri)scoprire album straordinari. Ad ‘XX’, se non fosse già abbastanza cotanta mercanzia, ha fatto seguito la pubblicazione del Live tenuto al Roadburn festival in Olanda nel 2011.
‘8’, l’ultimo disco di inediti dei piemontesi aveva convinto pubblico e critica, ma adesso e ben più che in passato le aspettative erano e sono alte, in primis perché per la prima volta assistiamo alla dipartita nel 2020 di uno dei membri originari del gruppo, il batterista Vita, sostituito dal nuovo ingresso Levre. Un passo importante nella lunga storia di una band che ha saputo lasciare il proprio marchio indelebile. ‘Fenice’ è il risultato di questa trasformazione ed è rinascita, un risalire attraverso le ceneri verso la testa del mondo.
‘Duat’ ha il compito di aprire la release con una atipica introduzione affidata a suoni spaziali e voci di sottofondo. Un crescendo ipnotico, di passaggio nei meandri dell’ignoto fino alla rinascita. Allo scadere del terzo minuto il brano si apre alle sonorità tanto attese dai Nostri, ovvero suoni Sludge, Stoner e psichedelia come pane quotidiano e ‘Duat’ diviene a suo modo la summa della proposta musicale degli Ufomammut, un racconto di ciò che è stato in passato e ciò che sarà in futuro. Il brano si snoda per dieci lunghi minuti affondando gli artigli in suoni cupi e lugubri in cui la chitarra disegna arabeschi e i synth riportano ai voli spaziali a cui il gruppo ci ha abituati. La batteria di Levre pesta dura e inasprisce un sound già di per sé violento, fino alla chiusura eterea e space-rock che va a fondersi con il brano successivo ‘Kepherer’, di durata molto inferiore, neppure tre minuti, un semplice ponte etereo collegato a ‘Psychostasia’, brano in cui ritroviamo le lente ascese soniche del gruppo. Batteria lenta e dritta come un fuso avvolta ad una chitarra cadenzata in appoggio ai rumorismi cosmici dei synth, il tutto accompagnato da un basso fluttuante e ipnotico. Qui il cantato appare più come uno strumento che non come una voce narrante, quasi volesse amalgamarsi completamente al suono sintetico delle tastiere.
Ancora rumorismi e giochi di synth su ‘Metamorphoenix’, condita con un cantato etereo che si trasforma in una sorta di grido rivolto al mondo intero in cui l’esplicativo titolo narra di metamorfosi e di ascesa della fenice. Magnetica e seducente ‘Metamorphoenix’ ammalia con la sua delicatezza, ma è tempo di riprendersi dalla sua dolcezza con la maestosa, potente e cupa ‘Pyramind’ che riprende una texture Sludge nella quale disinvolte soluzioni sintetiche si fondono perfettamente con rallentamenti ai limiti del Doom. Una parte centrale ricorda le atmosfere evocative dei Pink Floyd dei primi Settanta, ma qui appesantite da una struttura sonora decisamente più elaborata soprattutto nell’utilizzo degli effetti su chitarra e basso, atmosfere che proseguono fino alla fine del brano e si gettano dentro la conclusiva ‘Empyros’, con una chitarra distorta immersa in un loop stordente accompagnata da una cavalcata ritmica in cui i crash della batteria di Levre demoliscono ogni prospettiva di tempo e di spazio. Neppure tre minuti di delirio sonico che ci conducono al silenzio finale dell’album, dal quale usciamo positivamente frastornati.
‘Fenice’ è un viaggio di esplorazione dentro al quale non si può fare altro che fluttuare, lasciandosi cullare dal magma sintetico e distorto di chitarra e tastiere. Un disco che pur mantenendo un legame solido con i suoi predecessori apre a nuove soluzioni date dal sound generale della release e dal nuovo batterista. Siamo sempre di fronte ai nostri amati Ufomammut, ma con una nota psych in più, un valore aggiunto, una rinascita.

La Fenice vola in alto ed è un nuovo, appassionante centro. Complimenti.

Tracklist

01. Duat

02. Kepherer

03. Psychostasia

04. Metamorphoenix

05. Pyramind

06. Empyros

Lineup

Urlo: Vocals, Bass, Synth

Poia: Guitar, Synth

Levre: Drum