Billy Howerdel – What Normal Was

Il 14/07/2022, di .

Gruppo: Billy Howerdel

Titolo Album: What Normal Was

Genere: , ,

Durata: 42 min.

Etichetta: Alchemy Recordings

Distributore: BMG

85

Quando un artista pubblica un album solista, mi aspetto sempre qualcosa di diverso da quanto fatto fino a quel momento con la band da cui proviene, proprio per la naturale necessità di evadere da quel genere che, più o meno, bisogna rispettare per non intaccare fama e reputazione di quanto costruito negli anni. Bisogna dire, tuttavia, che con i suoi A Perfect Circle, Billy Howerdel ha parecchio sperimentato, pur mantenendo un solido filo conduttore; ma ora, giunto al suo primo disco in solitaria (primo a portare il suo nome, ma secondo dopo ‘Keep Telling Myself It’s Alright’ degli Ashes Divide [2008]), è stato capace di comporre senza vincoli o limitazioni di genere. Quanto contenuto in ‘What Normal Was’, è certamente un qualcosa che va ad abbracciare New Wave, Synth Pop e Post Punk degli anni Ottanta, dai Depeche Mode ai The Cure (ed aggiungo pure i Duran Duran, spesso sottovalutati perchè ritenuti commerciali, ma che invece consiglio di approfondire), ma soprattutto contiene quella voglia dannatamente geniale di sperimentare, che rende il prodotto finale comunque moderno, cara a quanto Mariusz Duda ha fatto finora con i Lunatic Soul, soprattutto in ‘Fractured’ (2017).
Ecco: ‘What Normal Was’ potrebbe essere non il suo prosieguo (per quello c’è l’altrettanto empirico ‘Through Shades Woods’ [2020]), ma il fratello minore. Minore non perchè qualitativamente inferiore, ma semplicemente perchè di cinque anni più giovane. Impossibile non restare rapiti dall’accoppiata iniziale ‘Selfish Hearts’ e ‘Free And Weightless’: c’è quanto scritto finora, con qualche richiamo agli anni Novanta di Nine Inch Nails e Massive Attack, mentre se si cercano, data l’infinita attesa per il nuovo disco, i The Cure, eccovi serviti con ‘Ani’ e ‘Beautiful Mistake’, inframezzate da ‘The Same Again’, che forse più di tutte è quella che mescola i generi qui contenuti, riassumendo il concetto di “musica sperimentale”. Il veleno di ‘Poison Flowers’ si insinua dentro ognuno di noi, tra un tappeto cupo di tastiere e sintetizzatori, e la mesta voce di Howerdel alle volte sussurrata, intenta a danzare con gli strumenti musicali, mai a voler prevalere.
Duran Duran e Depeche Mode si incontrano in ‘Follower’, mentre echi (molto) lontani dei suoi A Perfect Circle si possono sentire nelle mutevoli trame di ‘Bring Honor Back Home’. ‘EXP’ è il brano che più di tutti punta sull’elettronica: oltre alle ospitate di Cassandra Church, Valeria Hylytukha e Marissa Nadler, avrei sognato pure quella di Dave Gahan su questa traccia, data anche una certa somiglianza con quanto edito dai Depeche Mode in ‘Spirit’ (2017). Chiude il disco ‘Stars’, ennesima dimostrazione camaleontica, che in questo caso sembra fare più l’occhiolino all’Alternative Rock, di quanto ricercato dal polistrumentista originario del New Jersey in ‘What Normal Was’, trasposizione del passato nel presente, ma con lo sguardo rivolto verso il futuro. E’, infatti, semplicemente inutile catalogare questo lavoro, personalmente credo di aver già reso l’idea nominando i Lunatic Soul (musica sperimentale, per l’appunto): la genialità è tutta qui. Poi, se volete, catalogatelo pure, ma personalmente ‘What Normal Was’ è quella perla unica, inaspettata, che forse non aggiungerà nulla a quanto già scritto (a partire da) quarant’anni fa, ma sia io che voi sappiamo che era quello di cui avevamo bisogno e/o che stavamo aspettando.
P.S. Pregherei il Sig. Howerdel di pubblicare ‘What Normal Was’ anche in formato fisico, oltre che il già presente digitale. Grazie.

Tracklist

01. Selfish Hearts
02. Free And Weightless
03. Ani
04. The Same Again
05. Beautiful Mistake
06. Poison Flowers
07. Follower
08. Bring Honor Back Home
09. EXP
10. Stars

Lineup

Billy Howerdel: vocals, guitar, bass, keyboards, programming, drums (on tracks 8 and 9)
Danny Lohner: guitar (on track 2), additional programming (on tracks 2, 3 and 4)
Josh Freese: drums (on tracks 1, 2, 4, 5 , 6 ,7 and 10)
Matt McJunkins: additional bass (on tracks 5 and 7)
Tosh Peterson: drums (track 3), additional drums (on track 5)
Hannah Vandermolen: chorus (track 10)
Cassandra Church: vocals (on track 9)
Valeria Hylytukha: chorus (on track 9)
Marissa Nadler: chorus (on track 9)
Scott Kirkland: additional programming (on track 1)