Rusty Wounds – Genetic Code EP

Il 29/06/2023, di .

Gruppo: Rusty Wounds

Titolo Album: Genetic Code

Genere:

Durata: 43 min.

Etichetta: Unsigned/Superbia Music Group

68

Gli album di cover, così come quelli di tributo ad una band specifica, personalmente sono sempre stati lavori da “ni”: gradevoli nella loro totalità, ma con delle riproposizioni riuscite affiancate ad altre bastevoli e altre ancora, ahimè, insufficienti. Il tutto, senza chiaramente disdegnare il lavoro che c’è stato alle spalle, soprattutto se come in questo caso, l’artista non ripropone una fotocopia dell’originale, ma ci mette il suo personale marchio di fabbrica. Gabriele “Rusty” Rustichelli offre infatti in questo EP di dieci cover una sua personale riproposizione di brani principalmente grunge/post grunge e alternative rock che lo hanno segnato nell’arco della sua vita e carriera (ricordiamo che egli è il frontman della band alternative metal italo-americana Klogr). E’ quindi un lavoro che, come da titolo, segue quel “codice genetico” caro al Nostro, devoto oltre che ai generi sopracitati, pure a sonorità elettroniche che, di base, impermeano ogni brano. Alle volte più insistenti (‘Rusty Cage’, ‘Seven Nation Army’), altre volte solo da accompagnamento, facendo sicuramente la felicità dei fan di ambientazioni industrial e new wave. Insistendo, tuttavia, su questa proposta, è chiaro come qualche brano piacerà più, o meno, di altri. Personalmente, azzeccate sono le soluzioni trovate a modificare, senza corromperne spirito ed essenza, pezzi come ‘Everlong’, qui malinconicamente acustica, ma con quell’elettronica che ci riporta a lavori post grunge e industrial ricercati tra fine anni Novanta ed inizio nuovo millennio da band come Bush e Stabbing Westward, o ‘Seven Nation Army’, le cui strofe sembrano essere state impreziosite dall’intervento dei Babylon Zoo. Ci sono poi canzoni seduttive, più lineari ma ugualmente efficaci, come ‘Something To Remind You’ degli Staind, band che nell’epoca del nu metal fu capace di ritagliarsi, assieme ai Nickelback, un proprio spazio a tinte post grunge, o ‘Hurt’ dei Nine Inch Nails, che non credo abbia bisogno di presentazioni. Ed infine ci sono brani che, alle mie orecchie, hanno lasciato gran poco: dato che Chris Cornell qui viene tributato ben tre volte, avrei fatto a meno di ‘Like A Stone’ degli Audioslave (dall’omonimo disco del 2002), che come ‘Nothing Else Matters’ dei Metallica o ‘The Final Countdown’ degli Europe può essere certamente soggetta a tributi, ma è talmente perfetta nella sua versione originale, che alla fine si torna sempre ad ascoltare quella. A maggior ragione se bisogna cercare di coverizzare le partiture di chitarra di Morello (qui, chiaramente, riproposte in una chiave più sobria e blueseggiante). Altro pezzo che, nonostante la buona volontà, non regge il confronto con l’originale è ‘The Bitter End’ dei Placebo, lineare come quella presente su ‘Sleeping With Ghosts’ (2003), ma priva dell’energia riproposta dal terzetto londinese.
Luci ed ombre, quindi: è il solito discorso che ruota attorno ai dischi di cover. Ma il bello è che, come tutte le cose, anche qui si va a gusti: se infatti a me sono piaciuti determinati pezzi, ed altri meno, magari a voi accadrà il contrario, oppure potrebbe addirittura piacervi il lavoro nella sua globalità. Ma finchè non affronterete ‘Genetic Code’ non potrete saperlo, quindi, buon ascolto!

Tracklist

01. Come As You Are (Nirvana)
02. Like A Stone (Audioslave)
03. Everlong (Foo Fighters)
04. Hurt (Nine Inch Nails)
05. Something To Remind You (Staind)
06. Rusty Cage (Soundgarden)
07. The Bitter End (Placebo)
08. Billie Jean (Chris Cornell)
09. Seven Nation Army (The White Stripes)
10. Thank You (Led Zeppelin)

Lineup

Rusty: vocals, guitar
Lorenzo Iotti: guitar, backing vocals
Luca Marchi: bass
Filippo De Pietri: drums