Voyager X – Magic

Il 22/04/2024, di .

Gruppo: Voyager X

Titolo Album: Magic

Genere: , , , , ,

Durata: 43 min.

Etichetta: Dr. Music Records

70

Meglio tardi che mai… scusateci il modo un po’ guascone di iniziare la recensione, con un della facile ironia e un motto piuttosto scontato, ma la strana storia di questo piacevole dischetto ‘Magic’ dei tedeschi Voyager X meritava di essere introdotta così. Si tratta infatti di un album composto, terminato e preparato… nel 1997. Esatto, 27 anni fa; scritto da musicisti che poi decisero – per motivi a noi non noti – di non pubblicarlo e tenere tutto diciamo in naftalina. Dell’anno scorso la devisione di riunirsi e tirarlo fuori dal cassetto… certo riregistrandolo e soprattutto mixandolo con la tecnologia odierna, ma mantenendo inalterate scrittura ma soprattutto intenzione.

E come suona adesso un album inedito del 1997? Dobbiamo dire che oggettivamente suona ‘retrò’, ma crediamo sia proprio questo quello che si voleva. L’album suona infatti come un vero album dei ’90; e tra l’altro un album composto in quel decennio, ma che decisamente guarda a quello precedente come scelte di sound e costruzione. Quanto sentiamo è infatti un heavy rock robusto ma molto radiofonico, fortemente influenzato dal progressive di Saga e Queensryche, dall’approccio teatrale dei Crimson Glory e non ultimo dal Rock/AOR di Survivor, Boston e Europe. Influenze appunto provenienti dagli Anni ’80, ma il cui segno si sente prepotente in ogni passaggio di questo album.

L’aspetto preponderante a livello compositivo risulta probabilmente quello progressive. Non è certo il prog dei Theater però, ma appunto quello della vecchia band di Tate, parlando direttamente del periodo ‘Operation: Mindcrime’ e ‘Rage For Order’. Con le dovute distanze certamente; ma il sound generale, la costruzione semplice delle canzoni ma sempre alla continua ricerca dell’eleganza; e soprattutto la voce del singer Gansen, del tutto simile a quella di Tate, portano decisamente in quella direzione, soprattutto sui pezzi più come ‘Janus Face’ o ‘Crime Of The Century’, curiosamente primo e ultimo passaggio della tracklist. A seguire come importanza c’è di sicuro il sound fortemente AOR delle tastiere, il classico sound alla Mic Micaeli del periodo ‘The Final Countdown’ per intenderci… brani come ‘Hypnotize You’ o ‘I Recognize You’ ricordano assolutamente i Toto, e rappresentano per noi forse la dimensione più vera della band, sempre in bilico tra un’ottima radiofonicità e la ricerca di un sound più robusto. La presenza poi di una ballad completamente priva di chitarre, appoggiata cioè solo su pianoforte e arrangiamenti, come ‘You Crossed My Way’ non fa altro che sottolineare questo grosso cordone ombelicale verso quel genere di rock. Infine avevamo citato anche i Crimson Glory… in effetti brani come ‘Don’t Lose the Path’ (begli assoli!) o ‘Walk on the Dead Line’ (incentrata sul tema della pena di morte) fungono proprio da trai d’union tra la ricercatezza dei brani più prog e l’accessibilità dei frangenti rock, stanziandosi appunto sui binari di un heavy teatrale e ricercato, come facevano ai tempi Midnight e soci.

Tanta carne al fuoco dunque. Troppa, forse, e magari non tutti apprezzeranno un piatto così vario… i fan delle composizioni più levigate i brani più ruvidi potrebbero magari fare storcere il naso, così come ‘You Crossed My Way’ potrebbe sembrare fin troppo leggera per chi cerca sonorità prettamente metal; ma dobbiamo ammettere che l’insieme finale non è per niente indigesto. Tutti i brani sono maturi, sensati e inquadrati nelle loro sonorità; il tutto è curato, con una produzione patinata e scintillante che evidenzia le buone abilità dei singoli, soprattutto del chitarrista Baumgartner, che soprattutto col suo assolo molto “rotheriano” su ‘Don’t Lose Your Path’ ci ha convinto. Consigliato.

Tracklist

01 – Janus Face
02 – Hypnotize You
03 – Magic
04 – You Crossed my Way
05 – I Recognize You
06 – Don’t Lose the Path
07 – C’mon Live Your Dreams Together
08 – Walk the Dead Line
09 – Crime of the Century

Lineup

Mario Gansen: Vocals
Stephan Baumgärtner: Guitar
Jörg Schreiber: Bass
Chris Mordek: Keyboards
Peter Webert: Drums