Grave Infestation – Carnage Gathers

Il 08/04/2025, di .

Gruppo: Grave Infestation

Titolo Album: Carnage Gathers

Genere:

Durata: 40 min.

Etichetta: Invictus Productions

70

In un genere contaminato come il death metal attuale, si rischia a volte di perdere la bussola di quello che erano le radici del genere. Tra le tentazioni melodeath che Gotheborg ha sdoganato sul finire del secolo scorso, le ingerenze deathcore che fioriscono tanto oltreoceano, l’attuale corrente blackened che piace anche a band nostrane quali Hideous Divinity o Modern Age Slavery e altre contaminazioni ancora; pure per noi che il genere lo bazzichiamo… beh, da sempre; facciamo un po’ fatica a ricordarci bene la definizione di death metal. Comunque, se come noi vi sentite a volte un po’ spaesati nel muovervi all’interno di questo marasma, e vi va magari di cercare un qualche punto di riferimento per il death più classico e viscerale, potete sempre affidarvi a questa giovane realtà proveniente dal Canada francofono: i Grave Infestation.

Primi Death, Autopsy e Repulsion possono essere le coordinate su cui questi quattro ragazzi –  militanti peraltro anche in realtà più contaminate appunto come i Ceremonial Bloodbath – costruiscono il loro personale death metal; tanto derivativo negli intenti quanto comunque interessante nel sound.

Troviamo infatti diversi punti di interesse in questo ‘Carnage Gathers’; elementi che contribuiscono a rendere l’intero lavoro meno banale e becero di quanto lo avevamo etichettato a una prima impressione leggendo le promo notes e sbirciando gli agghiaccianti titoli delle canzoni. Di fatto i Nostri mostrano in effetti di avere dalla loro un uso interessante degli assoli, presenti in quasi tutte le canzoni e schizzati il necessario per attirare la nostra attenzione sul marasma sonoro sottostante. Anche i rallentamenti, che spezzano l’andamento solitamente forsennato dei vari brani, risultano sempre scelti con criterio: molto apprezzabili risultano infatti quei passaggi che al furioso intro in blast-beat comune a molte band del genere preferiscono invece introduzioni più malate e stranianti, come avviene per esempio nella bella ‘Inhuman Remains’, brano che risulta essere ben costruito nella sua lunghezza forse un po’ atipica per il genere (quasi 6 minuti). Anche gli argomenti trattati, sempre legati alla sfera della morte, risultano essere per lo più interessanti, come ad esempio l’idea di dedicare uno dei pezzi migliori – ‘The Anthropophagus’ – a una figura realmente esistita, quella di Gilles Garnier, eremita francese cannibale che nel 17° secolo terrorizzò una zona specifica della Francia con i suoi orridi crimini.

A conti fatti, questi quattro ragazzi, di cui ci è dato conoscere solo le iniziali, sono riusciti a creare un album che prende elementi molto classici e già usati, ma a presentarceli con una perizia e una visione personale sull’argomento che li rende meno scontati del previsto. Se ci aggiungiamo una buona produzione soprattutto della batteria, un growl davvero minaccioso e un’attitudine che ci suona molto genuina, non possiamo fare altro che consigliarvene l’ascolto. Non vi cambierà la vita né il vostro giudizio sul genere, ma in questi quaranta minuti siamo convinti che potrete trovare qualcosa che vi piace.

Tracklist

01. Living Inhumation
02. Ritualized Autopsy
03. Inhuman Remains
04. Black Widow
05. The Anthropophagus
06. Carnage Gathers
07. Drenched in Blood
08. Murder Spree

Lineup

G.C.: lead guitars/vocals
B.C.: lead guitars
T.S.: bass
A.S.: drums