Unreal Terror – Un Nuovo Capitolo

Il 06/10/2017, di .

Unreal Terror – Un Nuovo Capitolo

Il ritorno sulle scene del 2011 aveva fatto sperare i vecchi fan che un nuovo album targato Unreal Terror potesse arrivare nei negozi. Le speranze all’epoca furono disilluse, ma, fortunatamente, è stato necessario aspettare solo qualche anno per poter entrare in possesso del successore di ‘Hard Incursion’, pietre miliare del metal tricolore. In occasione dell’uscita di ‘The New Chapter’ abbiamo contattato Enio Nicolini e Luciano Palermi, rispettivamente basso e voce, memoria storica del movimento italiano con lo sguardo ben proiettato verso il futuro.

Benvenuti su Metal Hammer Italia, direi di iniziare non dagli albori della band, ma da quel 2011, anno in cui ci fu la vostra reunion, che si concretizzò in alcune date dal vivo in occasione della ristampa del vostro album di debutto. Come mai all’epoca l’esperienza si consumò solo in ambito live e non portò a nessun nuovo disco? Cosa è cambiato in questi sei anni tanto da far esplodere la scintilla creativa che ha dato vita a ‘The New Chapter’?

Luciano: c’è voluto un po’ di tempo per raggiungere la formazione definitiva. Problemi logistici e legati agli impegni di lavoro ci hanno costretto a rimaneggiare la line-up. Un’assenza dalle scene durata più di due decenni può pesare. Bisognava tornare a oliare il meccanismo Unreal Terror rimasto in soffitta forse per troppo tempo. Io vivo a Los Angeles, quindi puoi ben capire come organizzare prove, concerti e ancor più mettere in piedi un disco possa essere un’impresa non proprio semplicissima. Per fortuna la tecnologia di oggi permette di ovviare a problemi che un tempo sarebbero stati insormontabili.

In sede di recensione ho definito la vostra ultima fatica un album di Heavy Metal classico contemporaneo, perché ritengo che il disco suoni dannatamente tradizionale ma al contempo non risulti per niente datato, anzi. Siete d’accordo con me?

Luciano: allora vuol dire che abbiamo colpito nel segno. L’idea era di realizzare un album che fosse fedele alla nostra linea musicale passata, però al tempo stesso non fosse un amarcord degli anni ‘80, ma un album metal che può inserirsi e trovare dignitosamente il suo spazio tra le release contemporanee. Non mi piacciono le operazioni nostalgiche, anche perché sono un fruitore del metal contemporaneo così come di quello classico ed è giusto che i nostri gusti musicali attuali si rispecchino nelle ultime composizioni.

Il disco mi pare molto maturo, oscuro, epico e cadenzato, come siete riusciti a mediare tra l’esuberanza delle due nuove chitarre e l’esperienza di voi tre membri originari?

Enio: la presenza dei due nuovi elementi è stata sicuramente linfa per la band. Arkanacodaxe ha portato la sua esperienza trentennale con il suo stile più aggressivo, lui è anche impegnato nel suo progetto con gli Arkana Code dove fanno musica molto estrema. Il vero giovane è Iader D. Nicolini,mio figlio che ha portato oltre che anagraficamente (22 anni) anche il suo modo “fresco” di suonare i “solo” e ritmica che diventano sinergia con quelli dell’altro chitarrista. Lui è con noi sin dall’inizio della reunion. Le due chitarre, diverse fra loro, sono riuscite ad essere al servizio della storica formazione senza problemi. C’è stata subito una grande intesa.

Come è stato tornare a lavorare in studio con i tuoi vecchi compagni?

Luciano: io ho registrato le mie parti vocali a Los Angeles, quindi passo il testimone ad Enio, che col resto della band era in studio in Italia.
Enio: molto emozionante senza dubbio. Tutte le basi sono state registrate a Pescara all’Ultrasonic. Arkacodaxe aveva anni di esperienza di questo ambiente e con Silvio “Spaccalegna” avevamo già avuto modo di registrare insieme. La vera scoperta è stata vedere mio figlio Iader alle prese dello studio per la prima volta e devo dire che la sua pignoleria insieme a quella della’altro nuovo arrivato hanno messo molto alla prova la mia pazienza. Ma i chitarristi sono così!

Pignoleria a parte, cosa si prova a registrare un lavoro con il proprio figlio?

Enio: è una emozione indescrivibile! La condivisione di una passione ti avvicina, rafforza legami e soprattutto ti fa crescere. Ci sono tanti miei colleghi musicisti che vivono questo, penso a Bud, AC Wilde, Pedretti e altri, questo è un ulteriore regalo che si riceve oltre a quello di essere musicisti!

Ritengo che le canzoni contenute nel disco abbiano una qualità media elevata, per questo motivo non ce n’è una che spicchi sulle altre: come mai avete scelto ‘Time Bomb’ come pezzo da utilizzare per un video?

Luciano: ‘Time Bomb’ è un brano tirato e di grosso impatto. Penso sia un discreto antipasto per il resto del disco. Altre canzoni come ‘The Thread’ o ‘Trickles Of Time’ possono essere meno immediate e richiedono un ascolto ripetuto per poter essere apprezzate fino in fondo, vuoi anche per dei testi più introspettivi, come nel caso di ‘Trickles Of Time’, o più epici, come per ‘The Thread’, legata alla leggenda del Minotauro.

Enio, ti avevamo lasciato alle prese con il tuo progetto solista, credi che quella esperienza discografica abbia influenzato in qualche modo la genesi di ‘The New Chapter’?

Enio: sono momenti diversi. Il mio progetto solista con ospiti, ‘Heavy Sharing’, è arrivato quando ormai gli Unreal Terror erano in procinto di registrare il nuovo disco. Mi sono sempre occupato della promozione oltre alla produzione della band dagli inizi e dopo la reunion. Questo mio essere ancora in attività, mi ha spronato ad impegnarmi a portare la band ancora una volta sotto i riflettori. Questa volta con Luciano ci siamo divisi i compiti e siamo riusciti a fare centro sia nella realizzazione della biografia e sia del disco.

Non può mancare la domanda nostalgica: cosa ti manca dei primi tempi della band?

Luciano: la gioventù (risata). Scherzi a parte, a me piace vivere nel presente. I ricordi sono bellissimi, abbiamo passato momenti indimenticabili, ma anche molto brutti. Credo sia importante godersi questa fase attuale, questa seconda rinascita, per quello che è. In realtà il grosso vantaggio di essere arrivati “vecchietti” in questa fase della nostra carriera fa sì che tante delle aspettative che avevamo negli anni 80 non facciano più parte del nostro bagaglio, il che si traduce in tanta meno ansia nell’affrontare concerti e impegni vari. Non dobbiamo più dimostrare nulla. Suoniamo soprattutto per divertire noi stessi. Se poi i fan vorranno seguirci in questo viaggio, saremo ben felici di accompagnarli con noi.

La vostra attuale etichetta, la Jolly Roger Record, anni fa ha ristampato ‘Hard Incursion’: sei soddisfatto del risultato?

Enio: Antonio Keller (Jolly Roger Rec.) è un professionista che sa ottenere risultati. Con la prima ristampa di ‘Hard Incursion’, nella quale abbiamo inserto quattro bonus tacks dell’epoca, Siamo riusciti a ridare onore a un lavoro che fu bruscamente penalizzato in quegli anni da un allagamento dei magazzini della Speed Rec., etichetta che nel 1986 lo pubblicò, come raccontato nella nostra biografia. Ottima è stata la promozione e anche le vendite della nuova edizione. Ora abbiamo questa nuova avventura con lui e siamo fiduciosi di portare ancora più lontano il nome Unreal Terror.

Nella risposta precedente hai citato la vostra biografia, ‘Unreal Terror… Rulese The Night’, opera scritta da Klaus Petrovic e pubblicata dalla Crac Edizioni. Cosa mi puoi dire di questo libro e cosa si prova a vedere la storia della propria band riportata su delle pagine di carta?

Enio: la biografia era, a nostro avviso, importante per ridare giustizia a quanto successo in quegli anni alla band. Con Klaus Petrovic (Italia di Metallo), che pazientemente ha ascoltato la storia e poi scritta, abbiamo pensato di arricchirla anche con il contesto socio-culturale e politico degli anni ottanta. Si parla del movimento rock internazionale, europeo, italiano e della nostra città Pescara. Tutto questo da al lettore più datato un senso di appartenenza a quegli episodi e ai più giovani la testimonianza di come senza internet si faceva promozione con telefono, fanzine, radio. Si fa riferimento anche ai primi festival. Insomma un bel manifesto degli anni ottanta non solo della storia degli Unreal Terror. A chiudere tantissime foto! Cosa provo a vederla realizzata? Una grande tenerezza per la nostra gioventù, ma anche tanta fierezza di aver vissuto quegli anni completamente!

Torniamo al presente, avete già programmato delle date?

Enio: programmare i live con il tuo vocalist che vive a Los Angeles non è semplice. Comunque siamo riusciti a fare concerti importanti nel corso dalla reunion a oggi. Per motivi logistici non abbiamo, potuto firmare, questo anno, con una agenzia che ci aveva contattato e quindi mi sto adoperando in prima persona per organizzare date a supporto del nuovo disco. Al momento abbiamo tre date 7-8-9 dicembre che toccheranno Roma, Firenze e Bologna. Poi vedremo di volta in volta per il nuovo anno. Nel frattempo ci sarà una bella azione promozionale al disco sia sul web, riviste stampate e radio.

Vi ringrazio, a voi la chiusura…

Luciano: il mio messaggio non cambia da quello che ripeto da trent’anni: seguite il metallo italiano, c’è tanta bella roba. Vivendo a Los Angeles oramai da metà della mia vita, ho toccato con mano quanto non necessariamente tutto ciò che è targato USA sia meglio delle produzioni nostrane. Andate ai concerti di band italiane e compratene i CD. Date il vostro sostegno. Perché lamentarsi solo è troppo facile e comodo.
Enio: mi associo a quanto detto da Luciano, supportare il metal nostrano è di una importanza unica e vitale! Un grazie a tutti i vecchi fans che ci hanno aspettato e ai nuovi. Senza di loro nulla di tutto questo sarebbe possibile. Keep on metal!

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