O.R.k. – Don’t Call Me A Joke

Il 18/04/2023, di .

O.R.k. – Don’t Call Me A Joke

Gli O.R.k sono un super progetto che vede coinvolti il celebre vocalist, produttore e pluripremiato compositore di colonne sonore Lorenzo Esposito Fornasari a.k.a. LEF (voce solista), Pat Mastelotto dei King Crimson (batteria), Colin Edwin ex-Porcupine Tree (basso) e Carmelo Pipitone dei Marta Sui Tubi (chitarre). Sull’onda del successo riscosso dai tre album precedenti, gli O.R.k hanno fatto uscire ‘Screamnasium’, un album che il gruppo stesso definisce “grintoso, catartico e sorprendente” e dargli torto è davvero difficile. In vista delle date italiane che vedrà la band impegnata il 18 aprile al Legend di Milano, il 19 al Traffic di Roma e il 20 all’Alchemica di Bologna ne abbiamo approfittato per scambiare quattro chiacchiere con la band al gran completo.

Partiamo dalla vostra ultima opera ‘Screamnasium’ , si parla di album della maturità per il progetto frutto di una forte coesione raggiunta tra i membri della band. È per voi un apice? Un massimo intorno al quale lavorare, oppure a freddo avete già intravisto una strada da intraprendere nel futuro?
“(Colin) Sicuramente un apice! Il progetto O.R.k ha sempre superato le mie aspettative quando si è giunti al punto finale di un album, ma sento davvero che ‘Screamnasium’ si avvicina più che mai a catturare la chimica e la sinergia che condividiamo tra di noi. È senza dubbio il nostro album più focalizzato, con una maggiore estensione e profondità emotiva rispetto al precedente ed è anche sonoricamente migliore di qualsiasi cosa abbiamo pubblicato prima, dobbiamo ringraziare Machine per questo, i suoi mix sono superbi. Mi è stato detto che ‘Screamnasium’ è il miglior album in cui sia mai stato coinvolto… è troppo presto per capirlo, ma di sicuro lo è per gli O.R.k. dove si è arrivati a catturare il nostro spirito e la nostra energia in qualsiasi altro materiale registrato. Per quanto riguarda il futuro, è troppo presto per dirlo, abbiamo davvero bisogno di esplorare le canzoni degli ‘Screamnasium’ in ambiente live, che è esattamente quello che stiamo facendo ora”.
L’impressione è che le parti vocali abbiano un ruolo centrale in tutto l’album, le parti strumentali sembrano molto funzionali alle linee vocali, prendendo difficilmente la scena, caratteristica che non trovo nelle vostre release precedenti. Una scelta di fondo o è stato frutto semplicemente del processo di composizione che naturalmente ha portato a questo risultato?
“(Lef) In realtà non c’è un piano, qualcosa di prestabilito a tavolino. Dopo tanti anni e km passati insieme abbiamo maturato una profonda conoscenza reciproca, tanto che quando iniziamo a scrivere roba nuova viene abbastanza naturale far confluire le nostre idee in un territorio comune. L’unica regola è mantenere un approccio viscerale, deve essere musica di pancia, qualcosa che emozioni in primis noi stessi, forse per questo stiamo virando sempre più verso questo tipo di song-writing”.

Parliamo del titolo ‘Scremnasium’? Vi va di raccontarci del concept che si cela dietro questo termine? Stiamo parlando di psicoterapia?
“(Colin) Tutti abbiamo provato un’estrema frustrazione in un momento o nell’altro, soprattutto e ancora di più negli ultimi anni. L’idea di un posto sicuro dove puoi andare e urlare a squarciagola per allentare la tensione è probabilmente molto allettante per molte persone. Da parte mia, l’album ha riguardato tanto il rilascio emotivo quanto qualsiasi altra cosa. Lavorare all’album mentre eravamo tutti rinchiusi in diverse località del mondo è stato piuttosto terapeutico. Non è necessario pensare all’album come a una sorta di terapia, il mio commento preferito viene da un ascoltatore che ci ha scritto, descrivendo l’album come ‘Soul Medicine’, il che mi ha davvero fatto sentire che avevamo avuto successo nell’articolare alcune dei sentimenti che volevamo trasmettere: inclusività, empatia, conforto, sollievo, idee che sono più difficili da comunicare e non spesso espresse nella musica rock. Ci sono alcuni momenti bui in ‘Screamnasium’ ma c’è anche molta positività nell’album ed era sicuramente qualcosa che tutti e quattro dovevamo esprimere”.
L’artwork in che modo si collega? O è stato proposto da Adam Jones e Denis Rodier?
“(Pat) Conosco Adam da circa 25 anni e mi disse che se avessi mai avuto un progetto che necessitava di opere d’arte sarebbe stato felice di aiutarmi. In realtà ha realizzato due immagini per l’album, ma mancava ancora un layout. Così mi sono rivolto a un altro buon amico Denis Rodier, che oltre ad essere un batterista, è un grande artista grafico e un illustratore di fumetti (Superman Marvel comics ecc.). Quindi è stato Denis a disporre i pezzi del design in modo da poter dare al tutto l’etichetta ‘finito'”.
A proposito di Adam Jones, vi ha detto qualcosa riguardo al disco?
“(Pat) Si: “Very cool!”
Un tour è alle porte. Proporrete interamente ‘Screamnasium’? C’è qualche inedito che vorrete testare direttamente in sede live?
“(Mello) Suoneremo quasi tutto ‘Screamnasium’ perché, oltre ad essere il nostro ultimo lavoro in studio è il disco che ci rappresenta di più attualmente! Ci saranno ovviamente anche altre sorpresine qua e là che però non voglio svelare”.
Progetti per il futuro?
“(Lef) Fare tanti km su strada per promuovere questo disco che amiamo tantissimo!”
Inauguro con voi una mia personale rubrica dedicata agli artisti, sempre costretti a subire domande più o meno azzeccate e stimolanti. Finalmente è arrivato il vostro turno: una domanda che avete sempre voluto fare alla stampa o alla critica musicale e che non avete mai potuto fare?
“(Mello) È la prima volta che mi viene chiesto ahahah, mi trovi impreparato… vediamo… “Vi piace ballare?”. Io a questa domanda risponderei “no, ma è spesso necessario””.
O meglio: una domanda che avreste voluto fare ai vostri fan? Quella che vi esce di getto dal cuore? Ovviamente per queste ultime due non possiamo garantire risposta e neanche offrire mezzo. Ma sono sicuro che in qualche modo arriveranno.
“(Colin) Sono sempre stato interessato a conoscere come le persone scoprono per la prima volta gli O.R.k, e se è a causa di una particolare canzone che forse ha attirato la loro attenzione, o che risuona in un modo specifico tanto da stabilire una connessione”.

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