Degrees Of Truth – Alchimisti del domani

Il 01/03/2024, di .

Degrees Of Truth – Alchimisti del domani

In occasione della sesta edizione del mantovano Milady Metal Fest di sabato 20 gennaio 2024, il quintetto lombardo dei Degrees Of Truth ha volentieri deciso di scambiare due parole con il nostro Gianfranco Monese, dato che l’ultima fatica in studio ‘Alchemists’, uscita lo scorso giugno, ci aveva ben convinto.  Tempo quindi di prendere da parte il tastierista Gianluca Parnisari, il bassista Lorenzo Corsalini e la frontwoman Claudia Beltrame, e farsi svelare qualche considerazione in merito, oltre ad altre curiosità e, perchè no, informazioni più generiche. Buona lettura!
Buonasera Degrees Of Truth, grazie della vostra disponibilità e benvenuti a Metal Hammer Italia: come state innanzitutto?
“(Gianluca Parnisari) Molto bene, grazie: quando si suona si sta sempre alla grande!”
“(Lorenzo Corsalini) Si dai, diciamo che stiamo bene… Facciamo finta…”
“(GP) Lui è l’ottimista della band!” (Ridiamo, ndr.)
Lo scorso giugno è uscito il vostro nuovo album ‘Alchemists’, com’è andata la conseguente promozione?
“(GP) Mah, tutto sommato bene, perchè comunque quando ci confrontiamo con il nostro pubblico siamo abituati a ricevere sempre dei feedback onesti, quindi il feedback in merito è stato molto positivo e conseguentemente siamo molto contenti del lavoro musicalmente svolto. Invece, da un punto di vista più di mercato, è un periodo abbastanza difficile: il pubblico stesso alle volte fatica a ricevere un prodotto nuovo da una band underground. Stiamo chiaramente cercando di spingere nonostante il periodo non eccellente per i dischi, non è semplicissimo ma ripeto, il feedback generale ricevuto è stato molto buono per non dire ottimo. Il numero delle copie vendute sta ancora crescendo, chiaramente non ci siamo ancora fermati, anzi c’è ancora da lavorare.”
“(LC) Si, concordo, tra l’altro noi siamo abituati ad avere una fanbase molto critica, per la quale se una cosa non è piaciuta ce lo dice senza problemi, ma nonostante ciò abbiamo notato che questo disco è stato apprezzato a 360°. Siamo soddisfatti soprattutto del risultato artistico.”

Infatti come anche da nostra recensione, questo disco sembra essere quello più maturo e vario. Avete trovato forse la retta via che pensate definirà il futuro dei Degrees Of Truth?
“(GP) Si, c’è stata una maturazione sia dal punto di vista del songwriting che della produzione, nonchè una quadra per quel che concerne la line up, e questo sicuramente ha contribuito a rendere maturo il prodotto finale: quando si crea la giusta alchimia all’interno della band, poi quello che si va a produrre ne risente in bene, quindi speriamo che sia un buon punto di assestamento per poi alzarsi ancora di più.”
“(LC) Si, devo dire che abbiamo avuto delle buone ispirazioni, lavorandoci per parecchio tempo: ci siamo dedicati al prodotto senza la fretta di doverlo consegnare entro determinate tempistiche, curando quindi il più possibile i dettagli, trovandoci spesso… Non saprei, più maturo è forse un’affermazione forte, ma credo che potremmo dirlo.”
A proposito: chi sono questi alchimisti? E’ un concept album?
“(LC) Gli alchimisti siamo noi che in quanto maghi, prestigiatori, insieme fondiamo le nostre energie e risorse per creare, appunto, questo prodotto artistico.”
“(GP) Non è un concept album di per sè, i pezzi sono slegati tematicamente tra di loro, a differenza dei primi due album che invece sono due concept. Qui abbiamo due mini concept che sono formati da delle suite composte rispettivamente da tre e due pezzi, quindi ‘Flightmare’, ‘Wreckage Of a Lifetime’ e ‘Misconnection’ il primo, dopodichè ‘Thread Of Life’ e ‘Bound To Rise’ il secondo. Sono appunto due entità loro stanti all’interno di un album che di fatto non ha un filo conduttore in stile concept, come invece hanno i primi due lavori.”


Claudia, sempre a proposito di ‘Alchemists’, vuoi spiegarci questa “tavolozza vocale” che è stata scritta nella nostra recensione, ovvero questo essere stata vocalmente camaleontica?
“(Claudia Beltrame) Molto carina come domanda; diciamo che ho iniziato con un’impostazione classica, dato che vengo dal canto classico, quindi quando poi ho iniziato con il Metal già prima dei Degrees Of Truth, ho cercato di puntare più su questo aspetto lirico. Una volta unitami a loro, mi sono impegnata a sviluppare bene anche le mie parti più basse, un pò più Rock diciamo, quindi questo spiega due dei tre registri che uso. A questi si aggiunge il terzo, che è un misto, una via di mezzo, un qualcosa che ho sempre avuto naturalmente: siccome in passato nelle mie precedenti band non ho avuto occasione di usare tutti e tre i registri, avendo ora carta bianca, chiaramente in piena collaborazione con gli altri compagni, ho deciso di utilizzarli tutti e tre a seconda chiaramente del brano, in proporzione minore o maggiore, per dare un pò più di varietà.”
Se non erro, il vostro 2024 dal vivo comincia questa sera al Milady Metal Fest: come proseguirà?
“(GP) Questa, ahimè, è una domanda veramente difficile, perchè al momento non abbiamo una programmazione definita: come dicevo prima si sta lavorando trovando però delle grosse difficoltà nel pianificare un calendario live a lungo termine, a differenza degli scorsi anni nei quali abbiamo spesso suonato. Quest’anno sembra esserci un blocco dal punto di vista della programmazione live.”

Hai quasi anticipato la domanda successiva, perchè ora vi chiedo com’è suonare in un paese, il nostro, dove sembra che il Metal dovrà sempre sgomitare per ottenere i giusti spazi e meriti?
“(LC) La risposta è già nella domanda: purtroppo in questo paese si sgomita un sacco. Io spero che, oltre a quei punti strategici nei quali tutti si trovano a suonare Metal, ne escano altri. Questa è una mia idea, seppur mi renda conto che non sia così semplice sulla carta. Più di così non saprei cos’altro dire, non riuscirei ad entrare più nel dettaglio…”
“(GP) Io sono un pò meno “politico”, e ti dico che fare Metal e musica in Italia oggigiorno è una cosa terribile: è brutto, nessuno ti supporta e si fa fatica ad uscire. Questo è un qualcosa che non avrei mai pensato di dire precedentemente, ma in questo momento la mia è quasi una denuncia, dovuta al fatto che le band spendono e investono forze, studi, energie, denaro, e noi siamo una tra tante, e si vedono poi penalizzate da una scena veramente brutta, nella quale si è poco considerati. E’ un pò un risentimento quello che dico, perchè è una brutta situazione.”
Voi siete attivi dal 2016: come vi sembra sia evoluta la scena Metal a livello interazionale, dato che a livello italiano me l’avete praticamente già detto?
“(GP) Noi italiani siamo in un contesto peggiore rispetto a quello internazionale. Chiaramente, dal mio punto di vista noto che il trend del mercato è quello di andare verso della musica sempre meno ricercata, meno impegnata, più banale, ed anche il Metal segue questa direzione. Tante anziane e grandi heavy Metal band piano piano cominciano a ritirarsi, e non c’è un ricambio generazionale, una spinta di band non dico altrettanto forti, ma di altrettanto valore: ce ne sono tante, ma molto più piccole e di conseguenza con delle potenzialità molto inferiori; potrebbero mirare in alto, ma sono a loro volta penalizzate.”

E secondo me, correggetemi se sbaglio, un piacevolissimo avvenimento come il ritorno di Mike Portnoy nei Dream Theater, fa capire che anche per le grandi band si sta facendo fatica, senza i grandi nomi nella line up…
“(LC) Si, concordo, è esattamente quello che stavo pensando, ovvero che ormai ci si affeziona moltissimo al personaggio: ci sono delle band che sono delle pietre miliari del settore, mentre il cambio generazionale è molto inesistente, in quanto ad un primo impatto piace sempre meno, e molti si affezzionano più alla sonorità o al gruppo piuttosto che alla canzone. C’è da dire che a livello internazionale un bel passo avanti lo ha fatto il Giappone, che personalmente fino a dieci anni fa non lo sentivo quasi mai nominare, mentre adesso molte band vanno là a suonare, quasi tutte quelle importanti hanno fatto almeno un tour, e viceversa molte band giapponesi vengono in Occidente: da questo punto di vista il mercato si sta un pò allargando, speriamo si allarghi anche in altre situazioni e non solo nel singolo Giappone, che alla fine è uno staterello.” (Ride, ndr.)
Questa sera condividerete il palco con Temperance, White Skull, Alterivm ed altri, ma volendo sognare ad occhi aperti, con chi ed in quale festival vedreste bene i Degrees Of Truth?
“(CB) In un festival prog-power. Con chi? Minchia, ce ne sono troppi… (ride, ndr.) …Dunque: Simphony X, Haken, il cui chitarrista ha fatto il guest sul penultimo brano di ‘Alchemists’, dopodichè Beyond The Black.”
“(GP) Ci sono veramente così tante influenze e tanti miti musicali che andrei avanti fino a domani. (Ride, ndr.) Dal punto di vista sinfonico gli Epica, i Nightwish.”


Quale, più di tutte, vi sembra abbia influito nel sound dei Degrees Of Truth?
“(GP) Ehm, è difficile perchè abbiamo troppe influenze. Io inizierei con un compositore, che non è assolutamente Metal, ovvero Hans Zimmer, oltre a Haken e Dream Theater.”
“(LC) In prima battuta pure io stavo pensando ad Hans Zimmer, poi a gruppi come Myrath e Uur.”
“(GP) Come hai sentito abbiamo tantissime influenze, è difficile dire semplicemente “ci ispiriamo ai Nightwish”: proviamo a prendere quello che più ci piace dai tanti gruppi che seguiamo, cercando poi di farlo un pò nostro. Poi, è chiaro che la percentuale maggiore ce la danno questi nomi.”
Bene Degrees Of Truth, l’intervista è terminata: ringraziandovi ancora per la vostra disponibilità, se c’è qualcosa che volete aggiungere per i lettori di Metal Hammer Italia, questo spazio è tutto vostro!
“(CB) Chiedete ai vostri promoter locali se gradiscono che si venga a suonare: saremo molto felici di venire dalle vostre parti!”
“(GP) Continuate ad ascoltare bella musica, comprate ‘Alchemists’ e supportate tutte le piccole band e realtà locali, quelle che hanno voglia di crescere e che sgomitano molto per cercare di uscire dal sottofondo musicale.”
“(LC) E soprattutto non smettete di andare ad ascoltare la musica dal vivo perchè grande o piccola la band che sia, è un’esperienza sempre piacevole da portare a casa.”

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