Lunarsea – Next stop: Earth
Il 06/06/2024, di Andrea Lami.
Nel 2023 i Lunarsea hanno spento 20 candeline sulla torta, un traguardo lusinghiero per questa band nata nel 2003 dalle ceneri degli Hollowearth e capace negli anni di farsi strada nel panorama metal europeo grazie ad una serie di lavori di ottima fattura, l’ultimo dei quali ‘Earthling/Terrestre’ uscito ormai nel 2020. Il prossimo 26 luglio la band sarà protagonista a La Canea situata nell’isola di Creta in Grecia del Chania Rock Festival, in compagnia di band blasonate come Blind Guardian e Exodus, un traguardo importante che attesta, se mai ce ne fosse stato bisogno, il valore del gruppo italiano. Una buona occasione, questa, per scambiare quattro chiacchiere su presente, passato e futuro dei Lunarsea con i disponibilissimi Fabiano Romagnoli ed Alex Jacobelli.
Come Lunarsea siete in circolazione da ormai 21 anni. Quali erano le vostre influenze – musica, letteratura, filosofia, arte, esperienze – quando avete iniziato?
“(Fabiano) Ero e lo sono tuttora, un appassionato di guitar heroes (Vai, Satriani, Petrucci, Moore etc.) e band provenienti dalla scena nordica (In Flames, Nightingales, Soilwork), nonché un grande estimatore della scena power metal teutonica. Potete sentire nei Lunarsea un po’ tutte queste influenze. Non eravamo musicisti alle prime armi, avevamo già un background di rispetto presi singolarmente. Era giunto il momento di unire le forze.”
Come nasce la musica dei Lunarsea?
“(Fabiano) Tutte le musiche dei Lunarsea sono composte, o almeno, hanno ricevuto il primo imprinting da riff e idee scritte da me. Non per una questione di megalomania, ma lo scrivere musica era, soprattutto agli inizi, l’unica cosa che sapevo fare. Non praticavo sport, non amavo vedere film, non leggevo e non amavo perdere tempo al “muretto” con gli amici. Tutto ciò che volevo fare era scrivere musica. Vien da se, che buttavo giù, come anche adesso, una quantità di riff e idee superiori agli altri componenti, che fortunatamente avevano anche altri interessi oltre alla musica. Anche adesso più o meno lavoriamo così, per gli stessi motivi. Quando decidiamo che è il momento di switchare la mente dalla modalità live/divertimento a quella di scrittura di un album, mi chiudo a riccio e comincio a produrre a volontà. E’ un processo meccanico, senza molto spazio per le emozioni. Decidiamo che è il momento di fare un disco, iniziamo e concludiamo. Questo ci porta ad avere sempre delle release lineari, che fotografano anche il momento di vita di ognuno di noi in fase di scrittura.”
Quali sono le emozioni che si celano dietro la musica della vostra band?
“(Fabiano) E’ una continua lotta contro i propri demoni. Devi conoscerli, parlarci e trovare un accordo. Non puoi sconfiggerli in quanto risiedono dentro la tua mente. Sono loro che ti fanno compagnia durante la scrittura di un album. A volte riesci a tenerli buoni ed esce un ottimo disco, altre volte prendono il sopravento e produci un disco non ottimale. Ma non si sa mai in anticipo cosa accadrà. In più, la scrittura di un disco è un processo collettivo. Devi sottostare a regole musicali, di durata delle canzoni, sapere dove e quando fare riff, bridge, ritornelli o assoli. Confrontarti con il resto del gruppo. Non è un lavoro solitario. Sono delle belle sfide. Mentre magari un pittore ha la sua tela bianca davanti che può essere piccola o enorme e può essenzialmente dipingere ciò che vuole, come vuole e farlo nelle tempistiche che vuole senza nessuno con cui dovere condividere le scelte se non appunto il suo demone, per la musica è tutto l’opposto.”
Il vostro ultimo lavoro, ‘Earthling/Terrestre’ , è uscito nel 2020. Come è stato accolto il vostro ultimo lavoro dalla comunità metal?
“(Alex) Sia dagli addetti ai lavori che dal pubblico è stato accolto più che positivamente, complici forse anche i sei anni di attesa che avranno ingolosito i fedelissimi della band, ma senza ombra di dubbio abbiamo dato il miglior prodotto possibile a marchio Lunarsea.”
Quanto la pandemia ha cambiato il vostro modo di vivere la musica?
“(Fabiano) Con la pandemia, siamo tornati al day one. E’ come se tutte le band, alla ripresa delle attività, soprattutto quelle underground come noi, si siano ritrovate tutte al nastro di partenza, indipendentemente da che curriculum vitae avevi prima. Ci siamo ritrovati a lottare di nuovo come agli inizi per avere i nostri spazi dal vivo, radiofonici, interviste, possibilità di tour. Ma nonostante la pandemia e relativo lockdown sia scoppiata praticamente qualche giorno dopo il release party del disco e con concerti già programmati, siamo rimasti uniti, non ci siamo mai rassegnati e non abbiamo perso tempo. Probabilmente, proprio la condizione dell’aver un disco riuscito, e non averlo potuto promuovere, ci ha caricato per tutto il tempo in cui si era fermata l’attività musicale mondiale e non solo. Penso che fare un disco oggi, sia la parte più facile per una band. Siamo musicisti, o pensiamo di esserlo, quindi lo scrivere musica risulta abbastanza facile. E il dopo che porta via energie e tempo e può logorare. La promozione e non intendo i post sui social, ma una promozione su più fronti, i distributori, il digitale ,i tour, i contatti con i manager, il trovare accordi e sottostare ad alcune regole di ingaggio. E’ importante ormai, se non fondamentale, lavorare insieme ad uno o più agenzie di booking/management. Purtroppo non funziona più come quindici anni fa in cui se volevi suonare, e non intendo nel club sotto casa o storico della propria citta in cui anche oggi può bastare mandare una mail o conoscere il proprietario, ma parlo delle date più impegnative che possano dare più prestigio al gruppo.. Per tutto il resto serve una mirata e professionale costruzione di immagine ed entrare in determinati canali. C’è tanta carne al fuoco. Non ci si annoia mai.”
Pensi che ci sia un futuro per i gruppi che fanno il vostro genere musicale nel presente?
“(Alex) Io credo di si, anche se come si è visto anche dalle ultime uscite discografiche delle band devi essere in grado di rinnovarti e innovarti, ovviamente senza snaturare troppo il proprio sound.”
Avete in programma qualche tour?
“(Alex) Al momento siamo tornati dall’India e da Dubai e presto ripartiremo per altre date, ma il grosso arriverà verso ottobre, restate sintonizzati perché ci sono grosse novità in arrivo.”
Come è cambiato il vostro approccio alla scrittura, alla registrazione e al tour nel corso degli anni?
“(Alex) In realtà per quel che riguarda la composizione, come ti ha detto Fabiano, non è cambiato molto, è una formula che fino adesso a portato a risultati vincenti e come si dice, squadra che vince non si cambia, per quello che riguarda i tour anche li restiamo incollati alle vecchie abitudini, si suona si da il massimo e poi ci si diverte.”
Quali sono i vostri ascolti attuali?
“(Alex) In ambito metal sono un infinità, si va dai classici del Gothenburg Sound, passando per Paradise Lost, Moonspell, Amorphis e milioni di altre band, adoro gli Orphaned Land, in ambito non metal ultimamente sto ascoltando molto Rock Anatolico ritengo che a livello di melodia la musica mediorientale sia qualcosa di incredibile.”
Se doveste registrare una cover, quale sarebbe e perché?
“(Alex) In passato fu registrata una cover dei Police in chiave Lunarsea ‘Truth Hits Everybody’ e non era male, ma se proprio dovessi scegliere direi ‘Deja Vu’ degli Iron Maiden perché è un brano molto Lunarsea, altrimenti stravolgerei tutto, ma so che farei felice Fabiano e coverizzerei ‘The Silent Man’ dei Dream Theater.”
Veniamo ora al prossimo festival a cui parteciperete, quali sono alcune delle altre band che si esibiranno al Chania Rock Festival quest’anno?
“(Alex) Nella nostra giornata il 26 luglio ci saranno i Blind Guardian, Exodus, ovviamente noi e due band locali gli Scarflood e gli Stygian Path, che da quello che so, sono le vincitrici del contest.”
Che voi sappiate qual è l’atmosfera generale del Chania Rock Festival? È più orientato verso un pubblico giovanile o include fan di tutte le età?
“(Alex) Credo, che come tutti i festival, data anche la varietà di generi proposti dalle band, ci sia un bel mesh up di vecchie e nuove leve e questo non può giovare all’atmosfera di un festival rock.”
Quali sono state le vostre emozioni quando siete stati confermati nella bill del concerto?
“(Alex) Sicuramente di grande contentezza, suoneremo con due band che ascoltiamo da sempre, specie i Blind Guardian per quanto mi riguarda, e stare li e condividere il palco con loro, non è che un tassello aggiunto al lavoro che da 20 anni a questa parte stiamo svolgendo, finalmente si inizia a raccogliere quando seminato.”
Qual è l’ultimo concerto al quale avete assistito? Quando andate ai concerti acquistate ancora il cd/merchandise?
“(Alex) Se non ricordo male furono i Dream Theater a Firenze con gli Arion di supporto, ovviamente se ùparliamo di band estere. In ambito nostrano la settimana scorsa mi sono gustato gli Electrocution a ennesima riprova che non abbiamo nulla da invidiare alle band estere, Assolutamente si, amo acquistare merchandise perché sono un collezionista di cd e anche perché come dico sempre la scena va sostenuta.”
Qual è l’aspetto del musicista che vi piace di più?
“(Alex) A parte ovviamente la parte dei live, le sessioni di registrazione, perché oltre ovviamente al lavoro e agli inevitabili scontri c è tutto un aspetto goliardico che solo chi l ha provato sa di cosa parlo.”
Con chi vi piacerebbe andare in tour?
“(Alex) Beh sicuramente con i The Halo Effect/Dark Tranquillity, considerando che in tour con gli Orphaned Land ci siamo già stati.”
Chiudiamo questa nostra chiacchierata chiedendovi a che punto siete con il nuovo disco? ”
(Alex) Al momento il nuovo disco è in fase embrionale, ci sono molto idee che attendono di essere assemblate in canzoni, quando sarà il momento ci penseremo, ad oggi siamo impegnati nella promozione live di ‘Earthling’.”