Blues Pills + Pristine @ Legend Club – Milano, 19 febbraio 2016

Il 20/02/2016, di .

Blues Pills + Pristine @ Legend Club – Milano, 19 febbraio 2016

I Blues Pills, meritatamente supportati dal colosso Nuclear Blast , fanno breccia nuovamente con il loro caldo blues hard rock e voce soul sulla scena italiana venerdì 19 febbraio in un Legend Club di Milano riempito in ogni ordine di posto. Ad aprire le danze i norvegesi Pristine, band dalle sonorità rock psichedeliche, che restituendo con energia e passione quell’esperienza blues rock tipica degli anni Settanta, grazie alla figura carismatica della cantautrice Heide Solheim, trasportano l’intero Legend in mezzo a quel periodo, supportati anche da un pubblico in abbigliamento chiaramente vintage. E’ con “Carry Your Own Weight”, dal secondo disco “No Regret” che la scatenata cantante Heide, abbandonata a movimenti convulsi, ed il virtuoso chitarrista Espen Elverum Jakobsen aprono il concerto, coivolgendo immediatamente tutta la sala; seguono una serie di estratti dall’ultima fatica da studio “Reboot”, come “California”, una toccante “Don’t Save My Soul” eseguita con grande maestria solo da voce e chitarra, seguita da una pimpante “Bootie Call”. I quarantacinque minuti a loro disposizione passano letteralmente in un baleno, lasciando i nostri carichi e soddisfatti. Heide Solheim con la sua genuinità, sembra in una trance agonistica tale da rimanere quasi spiazzata dalla reazione del pubblico. Con questo genere nato oltre quarant’anni fa, emerge l’abilità del gruppo norvegese a proporre musica genuina e per nulla artefatta. Nonostante questo tipo di suono stia tornando in auge, con i Pristine percepiamo una certa onestà intellettuale nella loro proposta. I suoni baciano l’esibizione dei Pristine, i quali lanciati dai due leader della band – egregiamente appoggiati dalla sezione ritmica – si congedano dal pubblico meneghino con le nuove “Derek” e la romantica “All I Want Is You” ricevendo elogi ed applausi convinti da parte di tutti i presenti.
Risolti i tempi tecnici del cambio palco, è il turno degli headliner Blues Pills, giovane quartetto americano – svedese – francese, capace di creare un’atmosfera davvero unica, intensa, che ci conduce direttamente indietro al tempo delle “blue pillole” antenate come Fleetwood Mac, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Janis Joplin, catalizzato la voglia di retrò sulla scena rock degli ultimi anni.
Con l’idea di prendere la musica soul e combinarla con il blues e il rock’n’roll, trasformano il loro sound in una nuova forza di energia pura. Grazie alla vitalità e la freschezza del loro angelo biondo Elin Larsson, dalla voce decisa, unita alle intense linee di basso, batteria e assoli di chitarra ben armonizzati con assoluta padronanza dal solo diciottenne Dorian Sorriaux, risultano caldi al punto giusto, anche con un solo album a disposizione e una manciata tra EP e singoli sin qui incisi. L’apertura del concerto è affidata a “Black Smoke”, “Bliss” ed “Astralphone, dove la performance dei Blues Pills appare sin da subito calda e coinvolgente. Segue “No Hope Left For Me” pezzo ricco di grinta e pathos, per poi sfociare nella cover “Gypsy”, che invita e conduce il pubblico a seguire una tarantolata Elin, che si muove sul palco scalza. “Elements And Things”, che dovrebbe trovare posto nel nuovo disco in uscita prima dell’estate, fa da preludio alla hit “High Class Woman” dal testo potente, pieno di emozioni, dove la voce jazz-soul di Elin spicca per la sua graffiante energia, seguita a ruota da “Ain’t No Change” e “Little Sun” che chiudono il set di fronte ad un pubblico visibilmente soddisfatto. Il primo bis è un altro pezzo che dovrebbe essere incluso nel prossimo lavoro intitolato “Yet To Find”, eseguito in acustico da Dorian ed Elin, seguito dalla potente “Devilman”, vero e proprio inno, che riesce a coinvolgere tutta l’audience facendola cantare a squarciagola.
I Blues Pills con la loro autenticità del suono ed il loro stile blues rock proiettato nel futuro, che rende omaggio ai fondatori della musica rock psichedelico / hard degli anni ‘60 e primi anni ’70, ci hanno assolutamente catturati tutti, quindi non ci rimane che attendere con trepidazione il loro nuovo lavoro.

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