Lordi + Shiraz Lane + Silver Dust @ Dagda – Borgo Priolo (PV), 5 novembre 2016

Il 09/11/2016, di .

Lordi + Shiraz Lane + Silver Dust @ Dagda – Borgo Priolo (PV), 5 novembre 2016

Atterra in Italia lo Scareforce One con il suo carico di mostri capitanato da Mr. Lordi e, nonostante l’eco post ‘Hard Rock Hallelujah’ sia visibilmente attenuato, così come l’effetto sorpresa e la curiosità che avevano accompagnato le prime scorribande italiche dei mostri finlandesi, l’occasione per trascorrere una serata in compagnia di sano hard rock e di un entertainer d’eccezione è troppo ghiotta per lasciarsela scappare. Meta scelta è il Dagda di Borgo Priolo (PV), uno dei live club più belli del Nord Italia teatro perfetto per il grand guignol offerto dai Lordi. Prima del teatrino dell’orrore finlandese, però, la scena viene occupata da due band deciasmente interessanti che stanno accompagnando gli headliner in questa tranche del loro tour europeo. I primi, a sorpresa, visto la mancanza di comunicazione a riguardo, sono gli svizzeri Silver Dust e, almeno per chi scrive, si sono rivelati una piacevolissima sorpresa. Ad una presenza scena di prim’ordine, i quattro guidati dal cantante/chitarrista Lord Campbell (ma occhio al batterista Killjoy, un’autentica forza della natura!) abbianano una proposta sonora davvero coinvolgente, un dark gothic moderno e ben suonato, sin qui espresso attraverso due album, ‘Lost In Time’ del 2013 ed il più recente ‘The Age Of Decadence’. Lo show prende il via con la robusta ‘Fête de la Musique’, ma è con pezzi più diretti e anche scenograficamente accattivanti come ‘So Let Me Know’ o il singolo ‘My Heart Is My Savior’ che lo spettacolo tocca il suo apice, offrendoci non solo una “signora support band”, ma soprattutto un gruppo da tenere in seria considerazione per il futuro.

Rapido cambio di palco ed è tempo dei giovanissimi Shiraz Lane, band finlandese già vista all’opera sul palco del Frontiers Rock Festival. La proposta non è delle più originali, attingendo i ragazzi a piene mani da Guns’N’Roses, Skid Row, Ratt e quanto di meglio abbiano proposto gli States tra gli anni Ottanta e Novanta, ma a giocare dalla loro è un’attitudine e una presenza scenica davvero notevole, complice un cantante, Hannes Kett, con il suo particolarissimo timbro vocale un vero portento. E’puro e semplice rock’n’roll in your face quello che propone la band nordica, ‘Wake Up’, ‘Story To Tell’, ‘Momma’s Boy’ sono schegge impazzite utilissime per scaldare un Dagda che lentamente va riempiendosi in attesa del clou di giornata.
Che, introdotti da Skeletor in persona, attaccano con ‘Let’s Go Slaughter He-Man (I Wanna Be the Beast-Man in the Masters of the Universe) ’, uno dei pezzi più riusciti dell’ultimo ‘Monstereophonic: Theaterror Vs. Demonarchy’, che ha il suo apice addirittura con la decapitazione da parte di Lordi di He-Man in persona, quindi spazio ad una sorta di best-of con un giusto mix tra vecchi classici, pezzi di nuova produzione (pochi) e qualche chicca. Si passa quindi per le varie ‘Babez For Breakfast’, ‘The Riff’, ‘Hellbender Turbolance’, ‘Bit It Like A Bulldog’ proposta però non prima che Ox squartasse una candida suorina, la splendida ‘Icon Of Dominance’ ripescata direttamente dal passato più remoto e il primo singolo estratto dal nuovo lavoro, quella ‘Hug You Hardcore’ per il sottoscritto poco convincente su disco, ma che dal vivo fa davvero la sua porca figura. Si torna a guardarsi alle spalle con il medley composto da ‘It Snows In Hell’ e ‘Children Of The Night’, poi ancora una capatina ai giorni nostri con ‘Down With The Devil’, ultima digressione prima della volata finale affidata ad una carrellata di singoloni tali da far alzare alle stelle la temperatura del Dagda: si parte con ‘Blood Red Sandman’, quindi giù a rotta di collo con l’attesissima ‘Hard Rock Hallelujah’, apripista per il trittico ‘Devil Is A Loser’-’Who’s Your Daddy?’-’Would You Love A Monsterman?’, chicche sempreverdi che, a modo loro, hanno segnato a fuoco la storia recente dell’hard rock continentale. E poco importa se i Lordi non sono più quelli di una volta, dal vivo rimangono una macchina da guerra e la notte del Dagda non ha fatto altro che confermarlo.

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