British Lion + Voodoo Six @Live Club – Trezzo d’Adda (MI), 11 novembre 2016

Il 12/11/2016, di .

British Lion + Voodoo Six @Live Club – Trezzo d’Adda (MI), 11 novembre 2016

Parcheggiati momentaneamente i suoi Iron Maiden, Steve Harris rispolvera i British Lion per una serie di date europee. Venerdì 11 novembre la tappa italiana al Live Club di Trezzo in compagnia dei Voodoo Six. Metal Hammer era presente con il duo Alessandro Bosio/ Andrea Schwarz.

British Lion dal vivo, Trezzo sull’Adda, 12 novembre 2016. Alzi la mano chi ha macinato chilometri e chilometri per godersi lo show del quintetto inglese per gustarsi le canzoni dal loro omonimo debut album del lontano 2012. Credo di non sbagliarmi se asserisco che in pochissimi sono venuti fin qui per questo bensì per vedere dal vivo uno dei bassisti che hanno scritto (insieme alla sua band principale) pagine di storia in campo musicale: Sir Steve Harris. Una curiosità dettata dal fatto di potersi gustare da vicino un musicista della sua caratura la cui possibilità di vederlo in azione su palchi (per lui) di piccole dimensioni è un’occasione che tanti fan dei Maiden hanno colto al volo. Comprensibile. Con queste premesse quindi ci si aspettava una buona risposta di pubblico, cosa che effettivamente è avvenuta. Ad accompagnare i British Lion si è avuta l’occasione di assistere allo spettacolo dei Voodoo Six, già in tour con gli Iron Maiden nel 2013, anno di pubblicazione del loro ultimo album intitolato ‘Songs To Invade Countries to’. Per chi li aveva apprezzati in passato avrà trovato una sorpresa: la presenza del nuovo singer Nik Taylor-Stoakes al posto del defezionario Luke Pardie. I Voodo Six cominciano il loro show alle 20.40 in una sala piena solo per un terzo della sua capienza, questo si rivelerà un peccato per chi si è presentato più tardi solo per la band principale. Chi ha avuto la fortuna di essere presente ha potuto apprezzare una band autrice di un classico ma energico hard rock senza fronzoli né eccessiva tecnica strumentale, saggiamente evitata per non appesantire il risultato finale. Fin dall’inizio i cinque londinesi si dannano l’anima per coinvolgere il pubblico che ad ogni incitamento risponde presente in un crescendo rossiniano, segno che il gruppo con molto impegno ha saputo conquistare i presenti, anche i più scettici o coloro che non avevano mai avuto modo di ascoltare loro brani. C’era da aspettarselo, i suoni sono ancora un po imballati, la voce di Nik Taylor-Stoakes non viene fuori a causa di un set up maggiormente focalizzato (e sbilanciato) sui suoni di basso e batteria, non per scelta della band ma da chi ne ha curato i suoni al mixer. La voce di Luke Pardie era più graffiante e ruvida, ma ci piace notare quanto la voce di Taylor-Stoakes abbia una maggiore espressività vocale adattandosi perfettamente ai brani proposti; al tempo stesso non facciamo fatica a rimarcare quanto Taylor-Stoakes si dimostri frontman in grado in maniera molto naturale di guidare il pubblico presente, folletto impazzito sia quando canta che quando accompagna le parti strumentali saltando da una parte all’altra del palco. Set list incentrata sul loro più recente album in attesa di vedere al più presto una nuova release, si fa apprezzare soprattutto un brano come ‘Lead Me On’, ballata elettrica il cui inizio è un gustoso ‘duello’ chitarristico che sfocia in un elettrico giro armonico che solo avesse un buon airplay radiofonico potrebbe far ottenere loro un buon successo commerciale. Ascoltando la versione in studio e quella proposta questa sera, c’è da notare quanto questa versione sia impreziosita da Nick Taylor-Stoake che sale in cattedra mettendo in mostra non tanto una grande estensione vocale ma grande gusto nel modularla e nel trovare il giusto guizzo melodico. Il concerto dei Voodoo Six si protrae per ben cinquanta minuti, alternando momenti bluesy ad altri hard rock dove le influenze di bands quali Led Zeppelin, The Cult, Glenn Hughes permeano i brani in scaletta emozionando il pubblico quando Nick Taylor-Stoakes dedica un momento alle vittime del Bataclan avvenuto lo scorso 13/11/2016 al grido di ‘we are not afraid, we do what we do: rock and roll’. Convincenti, energici, coinvolgenti: questi gli aggettivi che ben descrivono la prova dei Voodoo Six in attesa che i British Lion calchino il palco del Live Club. Puntuali come un orologio svizzero e dopo un velocissimo cambio palco, alle ore 22.00 i British Lion si presentano sul palco: fin dalle prime battute il pubblico presente era in autentica ‘adorazione’, un delirio per così dire controllato. Harris, nonostante la proposta sonora dei suoi British Lion sia distante da quanto proposto come Iron Maiden, padroneggia il palco grazie al suo innato talento ed ai suoi più di trentanni di esperienza alle spalle catalizzando l’attenzione generale. Anche il tipico suono pulsante del suo basso viene messo in risalto, i suoni com’è normale che sia, migliorano sensibilmente così come la band stessa si danna l’anima fin da subito (e sarà il filo rosso che collegherà i singoli brani in scaletta) affinché parte dell’attenzione del pubblico ricada anche su di loro invece che sul solo Harris. Purtroppo però, per quanto sia forte la presenza di quest’ultimo, il gruppo non riesce mai ad essere all’altezza della situazione tranne l’ottima prova di Simon Dawson alla batteria che insieme a Steve Harris formano una sezione ritrmica di tutto rispetto. Il reale tallone d’Achille è la voce di Richard Taylor, poco personale e soprattutto, poco dinamica ed a volte addirittura fuori tono. Ci si domanda cosa abbia visto in lui un musicista come Steve Harris, è un freno non indifferente nell’economia generale dello show. A mancare è anche un songwriting che possa innalzare non solo la prestazione sul palco ma la proposta stessa come British Lion: solamente ‘A World Without Heaven’ (primo brano scritto dalla band), ‘The Chosen One’ cantata all’unisono con il pubblico e ‘Eyes Of The Young’ risulta essere troppo poco per uscire soddisfatti dal locale. Musicalmente non una grande serata, tranne la sorpresa Voodoo Six ma certamente pienamente soddisfacente poichè Steve Harris (e la sua band) si sono ‘donati’ al proprio pubblico firmando autografi e prestandosi a foto ricordo con i presenti per più di un’ora, segno di un rispetto e riconoscenza verso i propri fan che difficilmente si riscontra tra musicisti anche di minor fama.

Gli scatti della serata nella gallery di Alessandro Bosio

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