Gotthard @Alcatraz – Milano (MI), 22 febbraio 2017

Il 26/02/2017, di .

Gotthard @Alcatraz – Milano (MI), 22 febbraio 2017

25 anni di carriera. Anche se oramai sempre più band sfondano la virtuale barriera delle nozze d’argento – togliendo col loro numero importanza a questo anniversario – i Gotthard decidono invece di festeggiarlo in pompa magna, dedicando a questa festaiola occasione addirittura un disco e il relativo tour. Da bravi invitati alla loro festa, ci mettiamo il vestito buono, il cappello e gli scarpini lucidi: si va a festeggiare!
Con ancora grossi teli neri a nascondere l’opulento e argenteo set-up dei Gotthard; sul palco salgono, in perfetto orario, gli storici Pretty Maids. Gente che 25 anni di carriera li ha compiuti da un bel po’ (un decennio!) Ron Atkins, Ken Hammer e compagnia stravagante hanno l’arduo compito di scaldare una folla apparentemente accorsa esclusivamente per gli headliner, con l’ulteriore difficoltà di doverlo fare utilizzando solo generose e fumanti colate di musica heavy, quando nelle corde del fan medio dei Gotthard albergano sonorità sicuramente più rock oriented. Ma il combo di origine danese sembra non farsene un cruccio e da il via con ‘Mother Of All Lies’ e ‘Kingmaker’, title-track e opener dei rispettivi album, che rappresentano sicuramente un buona coppia iniziale, d’impatto senza dimenticare però il lato melodico. ‘Face The World’, ‘Bull’s Eye’, ‘Little Drops Of Heaven’ e il classicissimo (coverizzato ai tempi anche dagli Hammerfall) ‘Back To Back’ sono i brani che ci colpiscono di più nella serata, equamente distribuiti in un scaletta forse un po’ corta e appunto un pelo ingenerosa nei confronti di un nome storico come quello delle ‘belle tipe’ danesi. Pazienza, lo show offerto è stato di sicuro di qualità, e l’esperienza di musicisti come Hammer o Atkins sembra comunque pagare sempre: il risultato è sicuramente stato portato a casa, nonostante la relativamente bassa partecipazione e i pochi (ma meritati) applausi.
Un ritardino di meno di una ventina di minuti comincia ad accumularsi, mentre il palco viene scoperto e si ricopre (letteralmente!) di argento colato. Argento che costituisce lo sfondo dietro i musicisti, argento che sembra sciogliersi da sopra il muro di amplificazione e sgocciolare, denso e ricco, fin quasi sul palco. I volti dei cinque ragazzi svizzeri sono sorridenti e rilassati, e dalle casse comincia a uscire soffuso il chorus iniziale di ‘Silver River’, brano d’apertura dell’album in promozione. Il brano strappa già i primi, sentiti applausi, e insieme con la frizzante ‘Electrified’ da il via a un concerto che di emozioni ne donerà tante. La stranota cover di Joe South ‘Hush’ continua a chiamare tutti all’azione, sottolineando la partecipazione del pubblico presente, subito prima di omaggiare di nuovo il nuovo album con il singolo ‘Stay With Me’. ‘Mountain Mama’ si conferma sempre trai loro cavalli di battaglia, mentre dall’album del come-back, il primo con il bravo Nic Maeder alla voce, viene estratta la melodica ‘Remember It’s Me’, brano trai più rappresentativi della personalità del cantante australiano. ‘Feel What I Feel’ da ‘Bang!’ è un ulteriore omaggio alla carriera recente dei nostri, ma è poi il passato più remoto, quello di ‘G.’ e ‘Homerun’ che viene richiamato dal successivo blocco di canzoni. ‘Sister Moon’ scuote di nuovo la sala, impegnando le gambe dei presenti, mentre la parentesi acustica con le varie ‘One Life One Soul’, ‘Angel’ e ‘Heaven’ fa muovere sopratutto le bocche, in un canto unisono davvero ben riuscito. ‘Miss Me’ è forse l’unico pezzo che non trascina, anche se nasconde un bel siparietto dove un sempre più carismatico Nic che invita una felice ragazza a ballare con lui, ma ‘Firedance’ e ‘Top Of The World’ e soprattutto ‘Lift U Up’ pareggiano i conti in favore del rock più energico, facendo ruggire ancora le chitarre. L’assolo dell’ospite (al posto dell’infortunato Hena Habbeger) Dani Loeble, che in tanti ricorderete nel gruppo delle zucche di Amburgo, apre il sipario sui primi encore, dove troviamo le belle ‘Standing In The Light’ e ‘All We Are’, insieme a una energica cover dell’hit ‘Come Together’, degli immortali The Beatles. Che altro dire? Una gran festa, di quelle che si vedono nei film: emozioni, grandi ospiti, carisma e tanto tanto divertimento.

Foto di EMANUELA GIURANO

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