Mayhem + Dragged Into Sunlight + Inferno @Music Live Club – Trezzo Sull’Adda (MI), 6 aprile 2017

Il 07/04/2017, di .

Mayhem + Dragged Into Sunlight + Inferno @Music Live Club – Trezzo Sull’Adda (MI), 6 aprile 2017

Correva l’Anno Domini 1994 e i Mayhem rivoluzionavano la scena black metal con la pubblicazione del loro album di debutto ‘De Mysteriis Dom Sathanas’. I dieci anni passati dalla nascita del gruppo sono ancora oggi uno dei periodi più discussi e controversi della storia della musica metal, e ai tempi nessuno avrebbe scommesso sulla possibilità che il successo dell’album potesse ridare alla band una nuova linfa vitale dopo la morte del loro co-fondatore Øystein Aarseth, detto Euronymous, per mano dell’allora bassista session Varg Vikernes. Men che meno sul fatto che, ventitré anni dopo, tre dei membri storici che hanno preso parte alle registrazioni del disco, ovvero il bassista Jørn Stubberud detto Necrobutcher, il batterista Jan Axel Blomberg detto Hellhammer e il vocalist Attila Csihar, accompagnati dai chitarristi Ghul e Teloch, avrebbero portato quello stesso album nella sua interezza nelle venue europee e americane per la gioia di orde di fedelissimi fan. Non sorprende quindi sapere che ieri, all’inizio dell’esibizione degli storici blackster norvegesi, iniziata puntuale alle ore 22:15, un gremito Live Club di Trezzo sull’Adda è stato scosso dal boato entusiasta degli astanti.
Ad aprire il concerto in quest’occasione è stata una band altrettanto storica: stiamo parlando dei cechi Inferno, in attivo dal 1996, con sette full-lenght rilasciati, l’ultimo dei quali, ‘Gnosis Kardias (Of Transcension and Involution)’, è stato pubblicato il 4 aprile, giusto due giorni prima del concerto. Una mezz’ora di solido black metal si sussegue veloce e palesa come questa band sia riuscita a rimanere rilevante nella scena black metal, attraverso un sound ben radicato nella tradizione eppure in grado di mantenersi sempre al passo con i tempi.
La vera rivelazione del concerto, tuttavia, per il sottoscritto sono stati i Dragged Into Sunlight. Questi ragazzi di Liverpool, costantemente avvolti in una densa coltre di fumo, si esibiscono principalmente rivolgendo la schiena al pubblico, con l’ovvia eccezione del batterista, mentre diversi elementi ornano il palco: un enorme candelabro scheletrico domina il centro dello stage, mentre gli schermi posti ai lati proiettano scene di guerra, di violenza, di sessualità, rese ancora più grottesche dal fast forward e dalla presenza incongruente di brevissimi estratti delle Silly Symphonies di Walt Disney. Elementi apparentemente scollegati tra di loro, ma che riescono benissimo nell’intento; lo scopo dei Dragged Into Sunlight è quello di confondere lo spettatore, di spaesarlo e infine di aggredirlo con la loro proposta musicale extreme dalle sfaccettature estremamente variegate, richiamando varie influenze senza mai affondare la radice in nessuna di esse. I Dragged sono sludge, sono black, sono doom, sono grind, e soprattutto sono coraggiosi nel loro essere avantgarde al punto da rendere la loro esibizione non un semplice concerto ma una vera e propria esperienza live.
Infine, i headliner. Dopo un breve messaggio che invitava i presenti a non utilizzare i propri cellulari o di almeno disabilitare il flash (ascoltato da molti pochi), le prime note di ‘Funeral Fog’ e il boato del pubblico menzionato in precedenza aprono le danze a uno dei concerti più attesi dell’anno. Le imperfezioni del sound si fanno notare ma non impediscono il godersi l’esibizione, divisa in tre parti come un rituale e non sorprende quindi che il tour si chiami ‘De Mysteriis Dom Sathanas Alive’: la pietra miliare del black metal norvegese prende letteralmente vita sul palco del Live Club. L’atmosfera maligna si trascina inesorabilmente attraverso la tracklist, dall’isterica ‘Freezing Moon’ al cataclisma sonoro che è ‘Life Eternal’. L’ultimo cambio di set mid-show culmina il rituale con Attila in vesti sacerdotali e la titletrack chiude in sé, con lo spegnimento delle candele sul tavolo sacrificale introdotto nella seconda parte dell’esibizione, i toni sia luciferini sia sinistramente liturgici di quest’unica e imperdibile occasione per ogni fan dell’autentico black metal norvegese.

Foto di ALBERTO GANDOLFO

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