Kiss @Pala Alpitour – Torino, 15 maggio 2017

Il 17/05/2017, di .

Kiss @Pala Alpitour – Torino, 15 maggio 2017

“Ma questa sera suonano i Kiss? I was made for loving youuuuu…” La domanda, avvicinandoci al Pala Alpitour, ci viene posta da un arzillo ottantenne incuriosito dalla schiera di figuri mascherati che, ordinatamente, seguono la lunghissima coda alle porte dell’avveneristica arena torinese. E poi via, accennando un passo di danza, e continuando a canticchiare quel motivetto che tutti, bene o male, conoscono benissimo… Questo aneddoto per far capire non solo la curiosità che i quattro cavalieri mascherati ancora oggi riescono a suscitare, ma soprattutto le barriere generazionali che continuano ad abbattere anno dopo anno. Un concetto, questo, che va via via facendosi più chiaro una volta entrati nel Pala Alpitour, dove viene facile imbattersi in padri con bambini al seguito e magari nonni a rimorchio, impazienti di partecipare alla festa. Perchè, non giriamoci intorno, gli anni passano, i peli bianchi sul petto villoso di Paul si fanno sempre più numerosi, la sua voce stenta anche quando deve intrattenere il pubblico e qualche rotolino di grasso fa capolino tra le pieghe del costume di Gene, però quando puntualmente vengono calati sul palco dopo quell’intro sentita e risentita da una vita, tutto viene cancellato, resettato, e nell’arena trova spazio solamente il divertimento. Che esplode tra fiammate e lampi di luce con ‘Deuce’ dando il là a quel folgorante circo del rock conosciuto a menadito da tutti ma capace di affascinare ogni volta, come se fosse la prima. Perchè quando Gene vola in cielo dopo aver sputato sangue per poi intonare ‘God Of Thunder’ lascia sempre tutti con il fiato sospeso, così come quando sputa fuoco tra le sirene di ‘Firehouse’. ‘Lick It Up’, ‘Shout It Out Loud’, ‘I Love It Loud’… beh, loro sono “semplici” inni rock cantati all’unisono da un’arena calda nonostante i tanti (troppi?) posti ancora vuoti, tra i quali si incastrano piacevoli chicche, come ‘Flaming Youth’ suonata dopo tempo immemore dal vivo accompagnata da una proiezione che ripercorre tutta la storia del “Bacio”, o la sensuale ‘Crazy, Crazy Night’. Alla faccia di una voce segnata dal tempo, Paul Stanley si dimostra frontman dal carisma unico, prima tenendo in pugno il Pala Alpitour con la coinvolgente ‘Say Yeah’, quindi volando come da tradizione sulle teste della gente per raggiungere il “suo” palco e da qui lasciare partire una sempre emozionante ‘Psycho Circus’. Il gran finale è alle porte, e il conto alla rovescia parte con ‘Black Diamond’, prima che ‘Rock’n’Roll All Nite’ tra un’esplosione di coriandoli e fuochi d’artificio mostri l’essenza dello show dei Kiss, con due imponenti bracci meccanici che consentono a Gene e Tommy di andarsi a prendere gli applausi dall’intera arena. Il bis è affidato come da copione alla disco-rock della leggendaria ‘I Was Made For Lovin’ You’, pezzo non solo capace di attraversare generazioni di rocker, ma soprattutto di abbattere ogni barriera e gusto stilistico accomunando tanto gli amanti dell’hard rock che il popolo delle discoteche, quindi ‘Detroit Rock City’ con la meritata standing ovation a certificare il godimento del momento. Perchè saranno anche passati gli anni, ma i Kiss sanno ancora come regalarci quel “meglio” che tutti noi bramiamo.

Deuce
Shout It Out Loud
Lick It Up
I Love It Loud
Firehouse
Shock Me
Flaming Youth
God of Thunder
Crazy Crazy Nights
War Machine
Say Yeah
Psycho Circus
Black Diamond
Rock and Roll All Nite

Encore

I Was Made for Lovin’ You
Detroit Rock City
God Gave Rock And Roll To You II (registrata)

 

Foto by Alice Ferrero

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