Mr Big + The Answer + Faster Pussycat @Live Club – Trezzo sull’Adda (MI), 12 novembre 2017

Il 14/11/2017, di .

Mr Big + The Answer + Faster Pussycat @Live Club – Trezzo sull’Adda (MI), 12 novembre 2017

La serata che vi staremo per raccontare non è cominciata nel migliore dei modi, erano mesi che si attendeva l’arrivo del trittico Mr Big – The Answer – Faster Pussycat ma per un problema personale il sottoscritto non è riuscito a presenziare le esibizioni di Faster Pussycat e The Answer per il quale chiedo scusa ai nostri affezionati lettori. Detto ciò, appena arrivato al Live Club di Trezzo le voci dei presenti (e le numerose richieste di foto ricordo vicino allo stand del merchandise con i The Answer) sono quelle di coloro che hanno assistito a due show dalla doppia faccia. I Faster Pussycats sono sembrati un po’ il classico pesce fuor d’acqua, quasi spaesati e senza forze non riuscendo ad entusiasmare i presenti, lontani parenti di quei Faster Pussycats che riuscivano ad incendiare i clubs dove suonavano. Discorso diametralmente opposto per i The Answer, prestazione sopra le righe ed ottimale per il quartetto britannico. E poi arriva il momento dei Mr Big, un nome che ancora oggi, vedendo il numeroso pubblico accorso qui al Live di Trezzo, suscita ancora un ‘certo’ fascino. E come poteva essere altrimenti. Introdotti da un’intro di James Brown, il quartetto orfano di Pat Torpey si cimenta subito in una versione emozionante di ‘Daddy,Brother, Lover, Little Boy (The Electric Drill song)’ con un ispirato Eric Martin che con il passare del tempo sembra ringiovanire invece che invecchiare. Certo sentire la sua voce su brani incisi nel lontano 1991 non è la stessa, le tonalità sono leggermente abbassate per permettergli di esprimersi al meglio cosa che ovviamente avviene meglio in ‘American Beauty tratto dalla più recente produzione (‘What If’ del 2010). Assolutamente perfetti sotto l’aspetto tecnico il celebre assolo con il trapano di ‘Daddy…’ è qualcosa che tutti i presenti cercano di imprimersi nella memoria strabuzzando gli occhi da una parte aiutati anche dai tanti cellulari sparsi qua e là pronti a catturare un numero ‘circense’ che nulla toglie al valore intrinseco del brano. I ritmi sono incalzanti, in questo inizio show i brani non vengono introdotti ma il pubblico presente conosce a menadito i lavori in studio di questi ragazzacci, non è necessario perdersi in mille parole. Stando in mezzo al pubblico si ha la chiara impressione di una cesura tra vecchia e nuova produzione che gli astanti non fanno difetto di gradire ma in maniera più celebrale, quasi in attesa di ascoltare classici che ancora oggi risultano godibili e dotati di una freschezza senza pari. Momenti emozionanti, da pelle d’oca poco prima di introdurre la successiva ‘Alive and Kickin’ quando Billy Sheehan presenta il cosiddetto ‘pezzo mancante’ citando le sue stesse parole: ed ecco che Mr Pat Torpey si presenta sul palco, un musicista il quale purtroppo per i ben noti motivi di salute non può essere presente dietro le pelli come ha sempre fatto in tutti questi anni di onorata carriera. Fa tenerezza vedere il buon Torpey suonare il tamburello a fianco del drum kit di Mike Starr, si esibisce nei cori dimostrando come la band sia più una famiglia piuttosto che una band. Toccante, realmente, per chi ama la band statunitense. Ed una grande dimostrazione d’affetto si solleva nel numeroso pubblico presente con applausi scroscianti. E Torpey continua a suonare piatti e tamburello di questo piccolo drum kit anche nella successiva ‘Temperamental’, la voce di Eric Martin si scalda migliorando di conseguenza la performance, finora un po’ imballata e sotto tono rispetto a quanto ci aveva abituato in passato. Dopo un inizio tirato ecco arrivare la prima ballad, quella che ogni band vorrebbe avere nel proprio catalogo, ‘Just Take My Heart’ tratto da quel ‘Lean Into It’ del 1991 che oggi è stato rappresentato da più di un brano. Impeccabili anche in versione semi acustica, il refrain è qualcosa che rimane impresso oggi come ieri, un turbinio infinito di emozioni con un Pat Torpey stabilmente dietro le pelli di questo mini drum kit studiato appositamente per lui. Ed ancora una volta l’ovazione per la band e Torpey è di quelle che scaldano il cuore. ’Take Cover’ da Hey Man e ‘Green-Tinted Sixties Mind’ continuano ad infondere nei presenti quelle sensazioni che a volte sembrano sopite ma che magicamente tornano a galla, emozioni senza tempo che ognuno nel pubblico ha fatto proprie ascoltandole a casa negli anni ed ora qui, in tutta la loro smagliante bellezza. ‘Everybody Needs A Little Trouble’ è il primo brano estratto dall’ultimo studio album (‘Defying Gravity’), è un’ancora gettata nel presente prima di rituffarci in un altro classico come ‘Price You Gotta Pay’….Ed inesorabile arriva il momento solista di Paul Gilbert la cui chitarra ‘canta’ invece che suonare, un po’ noioso per i non chitarristi e per coloro che poco masticano di tecnica musicale, forse eccessivamente lungo. Dopo quasi cinque minuti arriva la frizzante ‘Open Your Eyes’ tratta da ‘Defying Gravity’, uno dei migliori pezzi dell’album che dal vivo risalta particolarmente mettendo in primo piano il drumming possente e preciso di Mike Starr. L’introduzione con la chitarra acustica di Gilbert su ‘Wild World’ (cover di un classico di Cat Steven) è perfetta tecnicamente, un brano che la band non esegue dal vivo da alcuni anni ma che non risente del tempo, Martin imbraccia anch’egli la chitarra acustica mentre Torpey torna ad esibirsi con un tamburello scandendo il ritmo del brano. Molto riuscita anche l’acustica ‘Damn I’m In Love Again’, alla quale ha fatto da contraltare una versione al fulmicotone di ‘Rock and Roll’, un meraviglioso salto nel passato di vent’otto anni (era il 1989 quando usci il loro debutto….). Assolutamente fantastici, prestazione eccellente sotto tutti i punti vista. ‘What If…’ viene omaggiato con l’energica ‘Around The World’ dove Sheehan – Gilbert deliziano il pubblico con un duetto basso/chitarra che lascia senza parole, un tributo personale della band ai tutti i fans che li hanno seguiti in questo tour mondiale di supporto a ‘Defying Gravity’.Il seguente solo di Billy Sheehan è un misto di gusto musicale e tecnica, un preludio ad uno dei brani più acclamati della serata, una scintilla che dura da quasi trent’anni, quel ‘Addicted To That Rush’ firmato Torpey/Sheehan/Gilbert che apriva le danze del loro debutto: musicalità, armonie vocali, tecnica strumentale sopraffina…uno dei migliori esempi del sound Mr Big. Dopo una toccante presentazione della band (scroscianti applausi per tutti) non poteva mancare ‘To Be With You’, il brano che più di ogni altro li ha lanciati nel 1991 nello stardust mondiale. Ed ancora una volta, non deludono affatto anche se qualche vocalizzo nella parte finale non è propriamente riuscito, come già in altre (poche) occasioni le tonalità sono troppo alte per il Martin di oggi. A chiudere le nuove ‘1992’ / ‘Defying Gravity’ e l’evergreen ‘Colorado Bulldog’, forse il finale che non ti aspetti ma pur sempre in linea con il mood della serata. I Mr Big, quasi come a formare un cerchio che ripercorre la loro carriera (ad eccezion fatta per la produzione con Kotzen) aprono le danze con un classico della loro produzione e chiudono con la title track dell’ultimo album, quasi a sottolineare il fatto che nonostante siano passati così tanti anni le energie e l’ispirazione nonché la voglia di guardare al futuro non manca. Produzione luci e suoni di assoluto livello per un concerto che difficilmente potrà essere facilmente dimenticato, anche perché di questo gig verrà prodotto un live dvd che potrà far dire a tanti…..io c’ero, rigustandosi le belle emozioni vissute questa sera.

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