Glenn Hughes @Alcatraz (Milano), 10 aprile 2019

Il 19/04/2019, di .

Glenn Hughes @Alcatraz (Milano), 10 aprile 2019

In barba agli anni che passano, siamo a quota sessantasette, Glenn Hughes si presenta ancora in una forma strabiliante, a dispetto di uno spaccato di vita trascorsa sull’orlo del baratro, che ha avuto il suo apice distruttivo dalla fine degli anni settanta sino alla meta’ degli anni ottanta.
Ricordiamo che, nel periodo in cui l’ex Trapeze ha militato nei Black Sabbath, Tony Iommi fu impossibilitato a portare in tour il gioiellino ‘Seventh Star’, proprio a causa delle pessime condizioni di Glenn, distrutto in primis dalla prematura morte del chitarrista Tommy Bolin, suo compagno di viaggio nell’ultima incarnazione dei Purple di ‘Come Taste The Band’ e, successivamente, da ogni tipo di droghe e alcool.
Fortunatamente, l’artista ammirato sul palco dell’Alcatraz di Milano, incarna alla perfezione il talentuoso bassista hippie del celeberrimo raduno ‘California Jam’ del 1974, in cui i Deep Purple Mk 3 beatificarono il loro epilogo finale, con un concerto se non proprio memorabile come quelli registrati per ‘Made in Japan’, molto affine per quanto erano in grado di esprimere ed esprimersi, in quel preciso momento storico.
La set list ripercorre alcuni tra i brani piu’ significativi dei Deep Purple post Gillan e Glover e, salvo l’immancabile ed irrinunciabile ‘Smoke On The Water’, le perle di questa serata sono pregiato estratti tratti da ‘Burn’, ‘Stormbringer’, title tracks annesse e ‘Come Taste The Band’, eseguite con classe e mestiere da quel navigato professionista che risponde al nome di Glenn Hughes.
Sicuramente una band composta da musicisti un po’ più talentuosi e un po’ meno meno scolastici, avrebbe reso maggior giustizia alle varie ‘Gettin’ Tighter’, ‘Sail Away’, alla struggente ‘Holy Man’ e all’incalzante ‘You Fool No One’ e qui David Coverdale con i suoi attuali Whitesnake insegna, ma sono semplici dettagli che ‘The Voice Of Rock’ ha spazzato via ogni qualvolta si e’ avvicinato al microfono.
Un tour nostalgia di buon successo, che proseguirà per tutta la prossima estate in giro per l’Europa, a partire dal look anni settanta di Glenn Hughes, che pare uscito dalla session fotografica di ‘Stormbringer’.

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