Frontiers Rock Festival 2019 @Live Club – Trezzo Sull’Adda (MI), 27/28 aprile 2019

Il 15/05/2019, di .

Frontiers Rock Festival 2019 @Live Club – Trezzo Sull’Adda (MI), 27/28 aprile 2019

Lo scorso weekend si è tenuta la sesta edizione del miglior festival di rock melodico in circolazione con la partecipazione di ben quattordici band. Due giorni di hard/melodic rock che hanno fatto felici gli appassionati del genere, provenienti un po’ da tutta Europa. Come ogni anno bisogna sottolineare che la parte del leone l’hanno fatta proprio gli stranieri, ormai zoccolo duro di questo festival. È paradossale pensare che ci sia gente capace di prendere un aereo, prenotare un hotel per venire a presenziare mentre ci sono fan italiani che non muovono il culo (pesante) per venire a partecipare a questo festival, ormai fiore all’occhiello musicale di questa nostra nazione.
Quest’anno oltre ai soliti nomi papabili che si ipotizzavano già dalla fine della scorsa edizione, anche seguendo un po’ le pubblicazioni dell’etichetta Frontiers, ci sono state due grosse scommesse: Alan Parsons e Steve Augeri.

GLI ESORDIENTI
Ai Creye, Airrace, Leverage, King Company e Fortune è toccato il solito compito ingrato di aprire le danze. C’è da dire che aprire un festival di questo genere è principalmente un onore, soprattutto per band all’esordio. Avevo un sacco di aspettative per i Creye e King Company visto che su album mi avevano impressionato parecchio, mentre verso i Fortune ed Airrace nutrivo la giusta curiosità. Le aspettative sono state ripagate in parte, complice forse un po’ di emozione o inesperienza delle prime band, più per i Creye che per i King Company. Gli Airrace hanno svolto il loro compitino proponendoci brani avvicinabili agli FM ma senza raggiungere quel livello di grandezza/qualità. Invece i Fortune, mettendocela tutta, non sono riusciti a strappare una sufficienza, troppe imperfezioni, peccato. Diciamo che dopo aver impiegato ben 30 anni per incidere un come-back e dopo questa esibizione possono cambiare tranquillamente il nome in Sfortune.

LE CONFERME
Discorso assai diverso va fatto per band come i Ten, i Burning Rain, i Keel (aspettati davvero da molti), e Jeff Scott Soto.
I Ten hanno davvero lasciato a bocca aperta gli spettatori con un buon spettacolo. Tre chitarre, basso batteria e qualche base hanno aiutato Gary Hughes nella realizzazione di un’ottima prova con un’impressionante compattezza. Stessa cosa va detta per i Burning Rain, il cui nuovo arrivato (Blas Elias ex Slaughter) ha portato un po’ di energia fresca. Le qualità di Doug Aldrigh sono ben note a tutti e sono state ampiamente confermate dal biondo chitarrista ex Whitesnake/Dio/House Of Lords attualmente in forza anche ai Revolution Saints/The Dead Daisies. I Keel, con presenza e canzoni giuste (‘Speed Demon’, ‘The Right To Rock’giusto per citarne due), hanno impiegato pochissimo tempo per coinvolgere il pubblico. All’appello mancano: Jeff Scott Soto, un vero animale da palco dal quale è impossibile non venir travolti. La sua setlist si compone di canzoni prese dal repertorio solista ma si chiude con ‘I’ll Be Waiting’ rubata ai Talisman e con ‘Stand Up’ estratta dalla colonna sonora di ‘Rockstar’ (film in cui ha partecipato anche Blas Elias in veste di batterista), canzone alla quale basta l’intro di batteria per incendiare il pubblico presente.

I VINCITORI INDISCUSSI
Discorso a parte per Hardline , The Defiants e W.E.T..
Partiamo dagli Hardline. A ben vedere/ascoltare la band, pur avendo cambiato qualche membro (Di Salvia-Jovino e Percudani-Ramos) non ha subito nessun terremoto interno, tutt’altro, l’amalgama dimostrata sul palco ne conferma sia le qualità tecniche che musicali di primaria grandezza. Gioeli è un singer della vecchia scuola e non si capisce come faccia a correre sul palco per la lunghezza di tutto il set, mantenendo costante la qualità del suo cantato. La scaletta ruba a piene mani da quel capolavoro intitolato ‘Double Eclipse’ alternando i brani migliori incisi di recente. La cosa bella è che se per un attimo si chiudessero gli occhi, sembrerebbe di tornare indietro nel tempo e di assistere ad un concerto della band con i membri originali. Toccante sia la versione di ‘Hands Of Time’ anticipata da un racconto di Johnny davvero emozionante come la versione voce-tastiera di ‘Take You Home’. Pelle d’oca.
Impossibile non incoronarli vincitori morali del festival, avendo una formazione che comprende: un Di Salvia dietro le pelli, una Portalupi con un groove che ti porta via, un Percudani che sprigiona dolcezza, un Del Vecchio che suona e canta sempre da paura, un Gioeli più in forma che mai ed un Castronovo gradito ospite a coronare il tutto. Per loro solo applausi a scena aperta… ora aspettiamo la pubblicazione del CD/DVD live registrato proprio oggi per ricantare insieme questi brani e ripensare al concerto a cui abbiamo assistito.
Che dire dei The Defiants? Sappiamo tutti che si tratta della ‘seconda’ versione dei Danger Danger con Paul Laine alla voce (e che voce!!!) Rob Marcello e Bruno Ravel… oggi si unisce alla band l’ospite Steve West per rendere tutto ancora più ‘Danger Danger’ possibile. Esibizione esaltante anche la loro, nella quale ci regalano alcune perle di qualità elevata estratte proprio dalla discografia della loro band madre. Ospite d’eccezione, durante l’esecuzione di ‘I Still Think About You’ un Ted Poley che appare in mezzo alla sala, tra il pubblico e che piano piano guadagna il palco insieme ai suoi compagni di band. Cosa volere di più?? Un’occasione davvero più unica che rara, quasi tutti i membri dei Danger Danger sul palco a cantare insieme i super classici… fortunato chi se l’è potuta godere totalmente.
Rimane da parlare dei W.E.T. ed in definitiva non c’è molto da dire. Siamo di fronte ad una band nata in studio come progetto e che alla luce della qualità delle canzoni composte si è ritagliata uno spazio davvero importante nella scena rock melodica. Attualmente la discografia è arrivata al quarto capitolo se si comprende un doppio live e oggi torna ad esibirsi per noi fortunati. La qualità e la fruibilità delle canzoni è sotto gli occhi/orecchie di tutti tanto che il pubblico è coinvolto fin da subito e canta praticamente tutto. Particolarmente toccante il momento in cui Jeff ha dedicato una canzone al suo compagno Marcel Jacob, scomparso ormai 10 anni fa.

GLI HEADLINER
Come già scritto in precedenza, anche quest’anno la scommessa più grande si è rivelata la scelta delle band headliner. La scelta è poi ricaduta su Alan Parsons (celebre per la sua musica ma soprattutto per aver collaborato con artisti come i Beatles, i Pink Floyd, Rod Stewart, John Miles e Steve Wilson) e su Steve Augeri, cantante dei Tall Stories, Tyketto ma conosciuto soprattutto per la sua parentesi con i Journey.
Parsons ci ha regalato uno spettacolo davvero intenso tanto che ci è parsa quasi fuori luogo la location, nel senso che vista l’atmosfera creata forse sarebbe stato meglio assistere ad uno spettacolo del genere seduti in poltrona in un bel teatro. Highlight sicuramente ’Eye In The Sky” e ’Don’t Answer Me’.
Augeri si è dimostrato tanto bravo quando disponibile prima e dopo il concerto. Uno show praticamente improntato sulla sua parentesi relativa alla militanza nei Journey che ha riscosso un bel po’ di consensi. C’è da dire che con una scaletta così avrei fatto una bella figura anch’io!!
Bisogna però ammettere che la gente ha abbandonato il Live un po’ prima del termine delle due esibizioni, forse perché Parsons era un po’ “fuori genere” mentre Augeri forse non ha abbastanza fama da richiamare un maggior numero di persone.
Si può tranquillamente dire che la scommessa è stata vinta a mani basse da Frontiers, chi ha perso é chi è uscito prima perdendosi due show di alto livello.

Mentre Augeri canta i brani dei Journey, che virtualmente potrebbero rappresentare la band madre dalla quale sono nate tante delle band che in questi anni abbiamo visto partecipare a questo festival, risulta tangibile lo spirito che ha aleggiato al Live in questo weekend: fratellanza, passione comune e voglia di divertirsi tutti insieme. In una giornata ho incontrato amici di Milano (ovviamente) ma anche di Torino, Trieste, Alessandria, Genova, Bologna, Reggio Emilia, Roma, Cuneo, Aosta, Firenze, insomma tanti amici e tanti conoscenti stranieri che hanno voglia di passare un weekend in the name of melodic rock, oltre ai visi conosciuti che ho già visto gli anni scorsi e che magari prossimamente inizierò a conoscere.
Questo è il Frontiers… potrete leggere qualsiasi report, guardare tutte le foto on line, nessuna di queste cose renderà giustizia a questo evento musicale. Questo perché oltre alle band che si sono esibite per noi, in queste giornate c’è stato di più come al solito.
In nessun report o fotoreport ci sarà rappresentata la disponibilità di musicisti come Blas Elias (che mi promette di tornare per firmarmi i booklet…. e torna da me!), o Mark Spiro (se non sapete chi è, è giusto che andiate a “googlarlo”) che ascolta un acuto di un amico del pubblico, si gira e gli mostra il pollice alto, o Deen Castronovo che dopo aver suonato con tutto il mondo ha voglia di stare insieme a noi anche per poche canzoni o lo spirito di Johnny Gioeli sempre pronto a ridere e scherzare e che si scusa se non può firmare o far foto per qualche minuto visto che sta rispondendo al telefono o infine lo stesso Augeri che si presta a foto, firme e che ringrazia di essere venuto a vederlo senza dimenticare un Rob Marcello che nell’aftershow alza un po’ il gomito tanto da poi perdere il volo il giorno dopo e quindi rimanere al festival un giorno in più oppure un Paul Laine felice di essere tornato in Italia che ci conferma il suo amore per le CinqueTerre promettendoci che tornerà ed infine i tre membri dei Valentine che una volta visto un fan con il loro CD e LP d’esordio, gli vanno incontro e non solo glielo firmano ma vogliono loro una foto con lui. Questo non lo vedrete mai da nessuna parte se non vorrete venire di persona.
Vi aspetto il prossimo anno insieme a tutta la Frontiers, all’organizzazione e a chi ha lavorato sodo per la realizzazione di questo paradiso musicale.
Grazie Frontiers.
Grazie all’organizzazione.
Grazie ai tecnici.
Grazie al pubblico presente.
Grazie alla passione più bella del mondo… LA MUSICA!!!

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