Leprous + Wheel + Aiming For Enrike @Live Club – Trezzo sull’Adda (MI), 13 dicembre 2021

Il 20/12/2021, di .

Leprous + Wheel + Aiming For Enrike @Live Club – Trezzo sull’Adda (MI), 13 dicembre 2021

“Quando abbiamo iniziato questa avventura, non sapevamo se l’avremmo portata a termine, perciò siamo molto felici di essere qui” Einar Solberg, durante il concerto.

A un passo dalla fine di un travagliato tour e dopo la data annullata di luglio, i Leprous salgono sul palco del Live Club di Trezzo sull’Adda. Nel 2019 si videro costretti a interrompere il tour promozionale dell’album ‘Pitfalls’, ma hanno fortemente voluto recuperare con questo tour per il ventennale. Sono stati tanto caparbi da portarlo a termine nonostante le numerose date cancellate a causa delle restrizioni, superando anche notevoli disagi sulla programmazione. In Francia, le band coinvolte nel tour sono state bloccate alla dogana aeroportuale, provocando un enorme ritardo sulla tabella di marcia, tanto che il gruppo spalla Wheel non è riuscito a esibirsi come preventivato per mancanza di tempo.
Rigorosi i controlli all’ingresso del locale: oltre al super green pass, vengono richiesti anche i documenti di identità, ispezionate le borse e doppio controllo dei biglietti.

Apre la serata il duo strumentale Aiming For Enrike, composto da Simen Folstad Nilsen (chitarre e pad) e Tobias Ornes Andersen (batteria) con il loro insolito math rock, così contaminato da essere difficile da catalogare.
Secondi sul palco i finlandesi Wheel, anch’essi penalizzati dalla pandemia, in quanto avrebbero dovuto intraprendere il primo tour da headliner nel 2020, in seguito alla pubblicazione di ‘Moving Backwards’. Con l’occasione propongono brani dell’ultimo lavoro, ‘Resident Human’ e lo fanno in modo convincente. I suoni sono possenti, e per dare l’idea del genere, ricordano i Katatonia. I finlandesi catturano il pubblico con una proposta di tutto rispetto che merita di essere attenzionata.

Il cambio di strumentazione richiede mezz’ora, dopodiché i fondatori dei Leprous, Einar Solberg e Tor Oddmund Suhrke, salgono sul palco. Nel corso del concerto, Einar ricorderà che aveva sedici anni quando nacquero i Leprous e per Tor, che all’epoca aveva appena quindici anni, è stata la prima band in assoluto. “Non sapevamo nemmeno suonare!” Ha detto Solberg, e non può che essere una battuta, considerando la complessità che caratterizzava anche le prime composizioni. Riascoltare quei brani ora, eseguiti con la maturità acquisita in vent’anni di carriera, è strano ed emozionante, sembra di sentire qualcosa di nuovo, ovvero qualcosa di conosciuto ma in una veste nuova.
Ed è così che i due musicisti, con una scaletta pensata per ripercorrere tutta la discografia, esordiscono con il primo brano composto nel 2001, tuttora senza nome. All’intro piano e voce si accodano in sequenza il chitarrista Suhrke, poi fanno il loro ingresso il chitarrista Robin Ognedal, il bassista Simen Børven e il batterista che ha accompagnato la band per i primi tre album, Tobias Ornes Andersen. Infine entra in scena, in modo meno dimesso rispetto agli altri, l’esuberante batterista Baard Kolstad, che fa capolino mentre suona Andersen quasi a voler marcare il territorio.
La scelta di coinvolgere Andersen nel tour del ventennale, nonostante Kolstad sia più che in grado di replicare quei brani, è degna di stima.
La band prosegue con ‘Silent Waters’ dall’omonimo primo demo del 2004, ‘Eye of the storm’ e ‘Disclosure’ dal secondo demo Aeolia, del 2006.
Seguono ‘Passing’ e ‘Dare You’, tratte dal primo album in studio, ‘Tall Poppy Syndrome’ (2009). Dal secondo album ‘Bilateral’ (2011) eseguono ‘Forced Entry’ e ‘Painful Detour’. I successivi due brani ‘Foe’ e ‘The Valley’ sono tratti da ‘Coal’ (2013), ma è con i brani tratti da ‘The Congregation’ (2015) che il pubblico si accende davvero. A ‘The Price’ segue ‘Slave’, che vede suonare insieme i due batteristi, e il risultato è esaltante. Il basso di Borven, già di suo potente, unito alle due batterie crea una sezione ritmica da cardiopalma. Arriva poi l’epoca più recente di Malina (2017), con ‘Bonneville’ e l’entusiasmante ‘From The Flame’. Il coro del pubblico aumenta ulteriormente di intensità con ‘Below’ da ‘Pitfalls’ (2019), accompagnata dal trombettista spagnolo Diaz; del medesimo album segue ‘Distant Bells’. Si giunge quindi al recentissimo ‘Aphelion’ (2021), dal quale ascoltiamo ‘Out Of Here’ e ‘Nighttime Disguise’, annunciata come ultima traccia del concerto. Alla ripresa concedono solo ‘The Sky Is Red’ da Pitfalls.
Grandi assenti (a titolo soggettivo) ‘Alleviate’ da Pitfalls e ‘Illuminate’ da Malina. Sarebbe stato bello sentire qualche altro brano da Aphelion, come ‘On Hold’, ‘Castaway Angels’ (richiesta a gran voce dal pubblico) e ‘Running Low’. Li perdoniamo, poiché il tour è stato denominato “From Early Demos To Aphelion”, perciò è comprensibile che abbiano scelto di fare una panoramica dando la medesima importanza a tutti i lavori.
I norvegesi hanno dato prova della loro eccelsa bravura, costruendo uno show energico e alternando atmosfere diverse. È questo, a mio avviso, ciò che più affascina e contraddistingue la formazione: saper passare da momenti ritmati da headbanging ad altri di una drammatica e spettacolare delicatezza, dalla psicadelia a riff melodici.
Con la stessa naturalezza, Solberg scivola da un registro vocale all’altro, dal growl a note di testa che fanno impallidire i soprani, perfettamente intonate e presenti, mai prive di controllo.
La stessa nota di merito agli altri componenti, ciascuno impeccabile nel suo strumento. Stupisce inoltre che i cori, molto importanti per la maggior parte dei brani proposti, vengano cantati dal vivo dal chitarrista Suhrke e dal bassista, anziché essere inseriti come registrazioni preconfezionate.

Cosa è mancato: la sezione archi, che tuttavia riveste un ruolo preponderante solo negli ultimi album, perciò, non essendo coinvolti in tutti i brani forse per questioni logistiche è stata lasciata a casa. Sono mancate le stonature, le sbavature che avrebbero reso i Leprous umani. Confesso che dal primo momento ero in attesa di un errore in tal senso, ma in due ore di concerto non è mai arrivato, ergo, i Leprous non sono umani.

Setlist:
01. Nameless/Silent Waters/Eye Of The Storm/Disclosure
02. Passing
03. Dare You
04. Forced Entry
05. Painful Detour
06. Foe
07. The Valley
08. The Price
09. Slave
10. Bonneville
11. From The Flame
12. Below
13. Distant Bells
14. Out Of Here
15. Nighttime Disguise

Encore:
16. The Sky Is Red

FOTO DI ALICE LANE PHOTOGRAPHY

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