Myrath – Legacy

Il 03/02/2016, di .

Gruppo: Myrath

Titolo Album: Legacy

Genere: , ,

Durata: 51 min.

Etichetta: Nightmare Records/Verycords

90

Passo decisivo per i Myrath verso l’Olimpo del metallo. A cinque anni dall’uscita del notevole ‘Tales Of The Sands’ i tunisini tornano con ‘Legacy’, un disco che esalta il sopraffino Oriental Metal di matrice sinfonica che da sempre contraddistingue la musica dei nordafricani. Un album con una genesi complicata, figlia della scomparsa del manager, che ha costretto la band a riorganizzarsi mettendo in pausa l’attività compositiva. Ma è dalle avversità che nascono i capolavori e ‘Legacy’ ne è la conferma, un’opera d’arte fortemente legata alle radici dei musicisti, quella possente componente folkloristica che in quest’ultima fatica viene in tutto e per tutto bilanciata con una giusta dose di metallo che non ha nulla da invidiare a mostri sacri come i Symphony X, con i quali i Myrath hanno da poco terminato un tour europeo di successo. Molte le tracce da segnalare per la qualità, a partire da ‘Believer’, vera opener del disco che subentra alla suggestiva intro ‘Jasmin’, un pezzo trascinante che può ergersi a manifesto dell’attuale sound del gruppo e del quale è stato realizzato un videoclip mozzafiato finanziato dai fans attraverso il crowdfunding. Con l’energica ‘Get Your Freedom Back’ i Myrath sembrano voler far menzione alla recente rivoluzione che ha avuto luogo nella loro madrepatria; dalle prime tracce si può apprezzare quanto la sintonia fra i componenti del gruppo sia oramai arrivata al suo culmine, una sinergia pressoché irraggiungibile e assai rara da riscontrare nelle band odierne. La sezione ritmica è praticamente perfetta e mai invadente; gli arrangiamenti di Elyes Bouchoucha sono la vera perle che accompagna tutte le composizioni, delicate in alcuni punti e sontuose in altri, una delizia per l’udito; le chitarre di Malek Ben Arbia sono invece aggressive al punto giusto e danno quella spinta in determinati brani che altrimenti sarebbe mancata. Il protagonista è però senza dubbio il cantante Zaher Zorgati, un connubio fra tradizione e modernità, a volte addirittura vicino a Russell Allen altre a Roy Khan. Menzione particolare per l’arabeggiante ‘Nobody’s Lives’. L’Oriental Metal ha dei nuovi re, celebriamoli.

Tracklist

01. Jasmin (intro)
02. Believer
03. Get Your Freedom Back
04. Nobody’s Lives
05. The Needle
06. Through Your Eyes
07. The Unburnt
08. I Want to Die
09. Duat
10. Endure the Silence 11.Storm of Lies

Lineup

Malek Ben Arbia: guitars
Elyes Bouchoucha: keyboards, backing vocals
Anis Jouini: bass
Zaher Zorgati: lead vocals
Morgan Berthet: drums