Helheim – landawarijaR

Il 11/02/2017, di .

Gruppo: Helheim

Titolo Album: landawarijaR

Genere: , , ,

Durata: 55 min.

Etichetta: Dark Essence

Distributore: Audioglobe

88

L’anno è appena iniziato e io ho già trovato uno dei miei top album del 2017. Lo dico senza esitazione, sicura del fatto che ‘landawarijaR’ non uscirà tanto facilmente dalle mie playlist.
Solo un mese e mezzo fa avevo intervistato V’gandr, bassista e membro fondatore della band, che, seppur senza sbottonarsi troppo, mi aveva già dato qualche informazione sul disco in uscita descrivendolo come un album adulto che avrebbe ripreso alcune sonorità che avevamo già conosciuto con ‘Heiðindómr ok mótgangr’ e avrebbe migliorato alcuni aspetti che su ‘raunjaR’ non l’avevano convinto troppo. In effetti l’impressione che dà è quella di un album maturo, ponderato, in equilibrio tra il feroce sound black degli esordi e un progressive raffinato che piano piano, nel corso degli album, ha trovato uno spazio sempre maggiore.
Se vi aspettate un lavoro “viking metal” fatto di fuochi d’artificio e martelli in erezione lasciate stare e passate oltre. Se invece siete disposti a intraprendere un viaggio a volte anche un po’ ostico alla scoperta delle origini di un popolo le cui radici affondano in una cultura antica e misteriosa accomodatevi e fatevi rapire dall’oscurità di ‘landawarijaR’.
Quello che gli Helheim vogliono fare è proprio esplorare e catturare gli aspetti più profondi della cultura pre-cristiana Nord-europea attraverso le rune, strumenti potenti e, come dice la loro radice etimologica, misteriosi appunto. Come il precedente ‘raunjaR’ infatti anche ‘landawarjaR’ prende il suo nome da una delle antichissime iscrizioni runiche risalenti rispettivamente al 200 e al 400 AD.
Ogni canzone, a partire dal titolo è un richiamo potente alla tradizione e alla personalità dei popoli del nord: ‘Ymr’ ( dall’old norse: grido; stessa origine etimologica del gigante Ymir, primo tra gli esseri), canzone sul concetto di ascesa e della determinazione di se, ‘Baklengs mot intet’ che di contro descrive la caduta, la battaglia interiore, la disperazione senza fond, Rista blodørn (la famosa Aquila di sangue), la titletrack ‘landawarijaR’, ‘Ouroboros’ (ovvero Jormungand, figlio di Loki, l’enorme serpente di Midgard che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine) , Synir af heidindomr, fino alla conclusiva ‘Enda-dagr’.
L’alternanza voci più pulite allo scream e la presenza di timpani e trombe a inframmezzare il blastbeat crea quell’effetto progressive che su ‘raunijaR’ stava ancora prendendo forma e che, nonostante possa ricordare gli Enslaved dell’ultimo periodo, rendono quello degli Helheim un sound unico e personale. Intermezzi che strizzano l’occhio alla darkwave e melodie anni settanta donano un’eleganza e una maturità all’album che toccano il culmine con la titletrack ‘landawarijaR’ dove V’gandr può dar sfogo alla sua passione per il progressive italiano omaggiando la Premiata Forneria Marconi con un riarrangiamento della loro ‘Impressioni di Settembre’. Se anche il testo sia una traduzione in norvegese della canzone scritta da Mogol e Mauro Pagani non ci è dato sapere, ma è bello immaginare uno Jarl dai lunghi capelli svolazzanti nel vento che osserva la terra appena conquistata e ne respira il profumo mentre il sole sorge tra la nebbia…
Come tradizione in casa Dark Essence, anche in questo disco ci sono molti gli ospiti tra cui l’inconfondibile Pehr Skjoldhammer degli Alfahanne su ‘Synir af Heidindomr’, William Hut, Morten Egeland, Bjornar E Nilsen (Vulture Industries, Black Hole Generator) e Ottorpedo.
Un album non proprio di facile ascolto, ma ogni volta si scopre qualcosa di nuovo ed è questo secondo me a renderlo speciale.

Tracklist

01. Ymr
02. Baklengs mot intet
03. Rista blodørn
04. landawarijaR
05. Ouroboros
06. Synir af heidindomr
07. Enda-dagr

Lineup

V’gandr : vocals, bass
Hrymr: drums
H’grimnir: vocals, guitar
Reichborn: guitar