Atlas Pain – What The Oak Left

Il 19/05/2017, di .

Gruppo: Atlas Pain

Titolo Album: What The Oak Left

Genere: , , , , ,

Durata: 61 min.

Etichetta: Scarlet Records

Distributore: Audioglobe

74

A due anni dal primo – valido – EP intitolato ‘Behind The Front Page’, si ripresentano a noi gli Atlas Pain, combo meneghino sicuramente interessante, autore di un sound che non esitiamo a definire come piuttosto variegato. E’ infatti un curioso ma sapido misto di pagan/folk metal, death melodico di scuola scandinava e musica da colonna sonora quanto ci propongono questi sei eclettici ragazzi, un ‘mischione’ che – una volta tanto – non si rivela il classico polpettone indigesto composto da troppa roba ma invece un soddifacente piatto dei molteplici sapori, tutti ben bilanciati. Indubbiamente, oltre che da meriti sul pentagramma, la buona riuscita di questo bilanciamento proviene anche dalla produzione: pulita e potente, permette di godere appieno delle caratteristiche base dei tre pozzi di influenza senza sacrificarne o coprirne nessuno, col risultato che il bacino di utenza della band (ci auguriamo) sarà molto ampio. Può infatti sicuramente piacere ai fan di Furor Gallico e Equilibrium quanto espresso dalla band in quei brani dal forte sapore celtico come ‘The Counter Dance’ (deve qualcosa anche ai Finntroll) e ‘From The Lighthouse’, frangenti nei quali le melodie suadenti ed eccitanti dei Nostri hanno la meglio sul comparto ritmico proveniente dalla musica estrema; mentre, al contrario, i fan di Dark Tranquillity e primi Amorphis troveranno sicuramente pane per i propri denti nella spinta ‘Bloodstained Sun’ opure nella solidissima ‘Ironforged’. Ma dove più i Nostri ci hanno convinti è sicuramente in quei frangenti in cui, come dicevamo, la scintilla folk, il ruggito estremo e l’anima cinematografica si fondono con buon equilibrio, tipo nella bellissima opener ‘To The Moon’ o nella dinamica ‘To The Storm’. Certo, margine per qualche miglioramento c’è sempre: ‘Annwhn’s Gate’ ad esempio ci è parsa un po’ un riempitivo e inoltre in certi frangenti la band sembra perdere fluidità e incartarsi un po’ in passaggi complicati (succede quasi esclusivamente sulla suite ‘White Overcast Line’), ma ripetiamo che un bilanciamento così buono tra più anime così diverse è di sicuro un risultato di cui essere solo fieri. A noi ‘What The Oak Left’ è piaciuto, se volete ascoltare qualcosa di un po’ fuori dal solito seminato, ve li consigliamo sicuramente.

Tracklist

01. The Time And The Muse
02. To The Moon
03. Bloodstained Sun
04. Till The Dawn Comes
05. The Storm
06. Ironforged
07. The Counter Dance
08. Annwn’s Gate
09. From The Lighthouse
10. White Overcast Line

Lineup

Samuele Faulisi: vocals, guitars, keyboards
Riccardo Floridia: drums
Louie Raphael: bass
Fabrizio Tartarini: guitars