Sonata Arctica – Talviyo

Il 16/09/2019, di .

Gruppo: Sonata Arctica

Titolo Album: Talviyo

Genere: , ,

Durata: 56 min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

55

Non nasconderemo la nostra delusione stavolta… Siamo sempre stati “dalla parte” dei Sonata Arctica, abbiamo sempre supportato la loro ferma decisione di puntare la barra verso lidi più sperimentali e melodici rispetto al folgorante power metal dei loro dischi più apprezzati, e abbiamo anche sinceramente apprezzato gli ultimi loro dischi, ‘Pariah’s Child’ prima e l’ancora più buono ‘The Ninth Hour’ poi, parlandone bene nelle nostre recensioni. Ma con ‘Talviyo’ purtroppo non ce la facciamo.

Prima di passare al nostro giudizio vero e proprio, mettiamo in chiaro alcuni punti: certo i Sonata non hanno negli ultimi due anni disimparato a suonare o a comporre, quindi l’album (il decimo in carriera ricordiamo) non è che sia mal suonato o male composto; e non è neanche che si siano bevuti il cervello con della potentissima grappa finlandese, perciò tutto quello che ascoltiamo qui è frutto di scelte oculate, prese immaginiamo nel preciso scopo di rilasciare il miglior prodotto possibile. Il punto è proprio che le scelte prese, sia compositivamente che dal punto di vista della produzione, non ci convincono per nulla. Innanzitutto, ed è il difetto peggiore, l’album è fiacco. Non poco ispirato, le soluzioni scelte – per quanto appunto lontane dal power e appoggiate al metal melodico – sono anche interessanti, ma proprio fiacco. Non colpisce. Le chitarre sono prodotte ‘basse’, fin troppo morbide, non diciamo che sembrano tastiere, ma poco ci manca. È vero che questo suono così soffuso si sposa con la vocalità attuale di Kakko, più meditativa e malinconica; ma è anche vero che le chitarre prodotte così danno proprio l’impressione di essere un po’ sacrificate. E in questo ‘vuoto’ virtuale che si crea nel sound di ‘Talviyo’ ovviamente le tastiere di Klingenberg si ritagliano un ruolo da leone, senza però avere secondo me l’appeal o la continuità necessarie ad un ruolo così da protagoniste. La voce di Kakko come dicevamo è poi oramai distante anni luce da quella di ‘Ecliptica’… forse più personale, anche migliore possiamo dire, ma con un taglio più dolceamaro che non aiuta nemmeno lei a inspessire il sound. Il problema quindi non è semplicemente un album “lento” o pieno di ballad… anzi. ‘Message From The Sun’ è un bel brano veloce, la strumentale ‘Itsmo Got Good Reactor’ fa vanto di passaggi strumentali degni di nota e ‘A Little Less Understanding’ ruggisce anche un po’ nelle sei corde; ma sono solo situazioni isolate. Casi. Il resto è territorio di mid-tempo, di canzoni dall’inizio lento, o di brani anche più ‘sperimentali’ del solito, come ‘Cold’, che si spinge tanto in là nel metal melodico da sconfinare quasi nell’AOR. Quindi cosa ci rimane di questo nuovo lavoro? Poco, siamo onesti. Qualche canzone che ascolteremo più volte (‘Message From The Sun’ è simpatica), qualche pezzo che ha stimolato la nostra attenzione (‘The Raven Still Flies With You’, interessante anche nel suo incedere meditativo e lento) e qualche passaggio carino, ma niente di più. Ci spiace cassare così quest’album, ma a fronte di tanti ascolti ci è risultato un po’ slegato, confuso, e appoggiato a troppe scelte che non abbiamo condiviso. E, comunque, forse stavolta i primi ad essere delusi siamo noi, non tanto loro per un insufficienza su una recensione.

Tracklist

01. Message From The Sun
02. Whirlwind
03. Cold
04. Storm The Armada
05. The Last Of The Lambs
06. Who Failed The Most
07. Ismo’s Got Good Reactors
08. Demon’s Cage
09. A Little Less Understanding
10. The Raven Still Flies
11. The Garden

Lineup

Tony Kakko: vocals
Elias Viljanenv: guitars
Pasi Kauppinen: bass
Tommy Portimo: drums
Henrik Klingenberg: keys