Oranssi Pazuzu – Mestarin Kynsi

Il 02/05/2020, di .

Gruppo: Oranssi Pazuzu

Titolo Album: Mestarin Kynsi

Genere: , , ,

Durata: 50 min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

90

Fin dall’inizio del loro trip spaziale, oltre dieci anni fa, con il debutto ‘Muukalainen Puhuu’, i finlandesi Oranssi Pazuzu davano già l’idea di un’alata chimera musicale di cui se ne poteva apprezzare la traiettoria ascendente fotografata a trequarti della sua evoluzione artistica. Ascoltando le loro scale black intrecciate in viscide spirali di synth sci fi, la prima reazione naturale era chiederti: ma com’è possibile che una band al debutto già suoni così (la stessa domanda che mi posi quando ascoltai i fulminanti debutti di Aborym e Slipknot). Nei lavori successivi la chimera ha continuato a volare alto, senza mai finire bruciata dal sole, forse perché si era già lasciata indietro il sistema solare dal primo album, in favore dimensioni sonore remote. Con l’attuale ‘Mestarin Kynsi’, quinto lavoro della formazione di Tampere, la componente psichedelica prende sempre più il sopravvento rispetto all’anima black, che tuttavia continua impregnare di putrido le vocals schizoidi di Jun-His. Nell’arco delle sei tracce, tutte dell’ordine di 7/9 minuti in media, gli intarsi dinamici tra chitarre e tastiere mantengono l’equilibrio perfetto. La potenza creativa delle composizioni disintegra del tutto le strutture classiche della forma canzone in fughe stranianti attraverso atmosfere venefiche, a volte prive della rassicurazione intrinseca delle ripetizioni, altre volte ridondanti fino all’alienazione. Per quanto estese le venature prog sono lontane anni luce dalle melodie eteree di Enslaved e Borknagar, in questi gruppi di solito controbilanciate da repentine sfuriate infernali. Anziché compartimentare in approcci bipolari – non aspettatevi alternanze tra ritornelli goth pop e tirate in blast beat – gli Oranssi Pazuzu riescono a fondere le loro influenze nel corpus unico del loro sound, ricco di sfumature acide, difficile da descrivere ricorrendo al vocabolario dei subgeneri metal. Immaginate il tour bus dei Dodheimsgard che si schianta sulla sala prove dei Kraftwerk, con un chirurgo ubriaco che ricuce i pezzi mescolando le parti umane a casaccio, fino ad assemblare un’orchestra di post-umani psicotici tutti convinti di essere Devin Townsend. Ecco, forse vi avvicinate al concetto. ‘Mestarin Kynsi’ è la colonna sonora che avrebbe utilizzato David Lynch se avesse girato un documentario sull’Inner Circle. Una matrice di suoni senza barriere, disturbanti nei loro contorni fluidi ma nel contempo in grado di armonizzare tutte le dissonanze delle molteplici suggestioni musicali forgiate assieme.

Tracklist

01. Ilmestys
02. Tyhjyyden Sakramentti
03. Uusi Teknokratia
04. Oikeamielisten Sali
05. Kuulen Ääniä Maan Alta
06. Taivaan Portti

Lineup

Ontto: bass guitar
Korjak: drums
Evill: synthesizers, organ, effects
Jun-His: vocals, guitar
Ikon: guitar