Ancillotti – Hell On Earth

Il 30/05/2020, di .

Gruppo: Ancillotti

Titolo Album: Hell On Earth

Genere: ,

Durata: 43 min.

Etichetta: Pure Steel Records

85

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Celebre aforisma del leggendario John Belushi nell’altrettanto celebre film ‘Animal House’, un imperativo quasi assoluto, una netta rivendicazione che si sposa benissimo e che possono ora sfoggiare gli indomiti Ancillotti al traguardo del terzo full-length album, ‘Hell On Earth’, la cui gestazione è stata a dir poco laboriosa, per non dire della sua pubblicazione, anch’essa gravata dai ritardi imposti da questo fottuto virus che ha rivoltato la nostra intera esistenza. Ma come pontificava il ribelle John “Bluto” Blutarsky sopracitato, quando il clima si fa aspro e pesante, sono i duri quelli a non mollare mai, a buttare sempre e comunque il cuore oltre l’ostacolo, costi quel che costi, e gli Ancillotti, un cognome, una garanzia nell’hard’n’heavy tricolore, ne sono i più fieri rappresentanti. Come è loro consuetudine, i quattro partono sgasando a manetta con l’opener ‘Fighting Man’, classico brano roboante impugnato da un sontuoso Bud alla voce e dal chitarrista Ciano Toscani che si presenta subito sfavillante e belligerante, per raddoppiare immediatamente il colpo con ‘Revolution’, un anthem poderoso, di quelli da far tremare i polsi, roba che a me ha ricordato gli Accept migliori. ‘Firewind’ scalda l’atmosfera il giusto, perché poi ad arroventarla definitivamente ci pensa ‘We Are Coming’, tra gli highlight del disco e mid-tempo perfetto per scatenar la bolgia sottopalco, ottimale per il ritornello catchy e una sezione ritmica puntuale e affilata. ‘Blessed By Fire’, che sin dalle prime battute profuma tanto di Ozzy, si evolve in un vortice comandato dalla chitarra del Ciano, alter ego ideale del perentorio Bud. Gran bella track anche ‘Broken Arrow’, forse la mia preferita, dalla quale fuoriesce tutto il pathos solenne di cui solo il Bud è capace di padroneggiare con una maestria d’altri tempi. Ritmi sincopati alla mercé del drumming di Brian e del basso del Bid scuotono invece ‘Another World’, mentre su ‘Frankenstein’ è una forsennata cavalcata metallica, a narrare le gesta del Prometeo moderno inventato da Mary Shelley, in cui ritorna, istintiva e fremente, la chitarra dell’ex Listeria. A sigillare un album tanto possente quanto ambizioso, un brano esplosivo ed emblematico come ‘Till The End’, con la band a tirar fendenti a più non posso, liberando, allo sprint, sul fil di lana, aggressività e cattiveria. Ad aggiungere “carne al fuoco”, per un album serio candidato al podio dei migliori dell’anno nella categoria heavy metal, una produzione particolarmente curata e tesa a far risaltare al massimo il dinamismo e la potenza degli Ancillotti, produzione ad opera di Gabriele Ravaglia, mastermind degli ormai famosi Fear Studios di Alfonsine. Infine, va segnalato il significativo apporto dato da John Goldfinch (frontman de L’Impero delle Ombre e anima inquieta del doom metal nazionale) nella composizione delle liriche. I duri cominciano a giocare, e lo fanno suonando metallo purissimo, già me lo immagino, come sarebbe stato per gli Ancillotti far bisboccia con Bluto, risate e “sgranate” non si sarebbero contate…

Tracklist

01. Fighting Man
02. Revolution
03. Firewind
04. We Are Coming
05. Blessed By Fire
06. Broken Arrow
07. Another Life
08. Frankenstein
09. Till The End

Lineup

Daniele “Bud” Ancillotti: vocals
Luciano “Ciano” Toscani: guitars
Sandro “Bid” Ancillotti: bass
Brian Ancillotti: drums