Otron e distopia – Enio Nicolini e il futuro del metal

Il 25/02/2021, di .

Otron e distopia – Enio Nicolini e il futuro del metal

Qualcosa cova sotto la cenere nelle sale prova dello Stivale. In un momento come questo, ognuno affila le armi come può, preparandosi a un ritorno che per certi versi è ancora un miraggio, nel quale però raccogliere i frutti di un’intensa attività di preparazione culminata spesso in nuovi capitoli della propria discografia. In vista del follow-up del debut ‘Cyberstorm’, siamo andati a curiosare presso il quartier generale di Enio Nicolini and the Otron per capire cosa si prepara nelle loro officine avanguardistiche nascoste tra le valli abruzzesi.

Ciao Enio, bentornato tra le pagine di Metal Hammer. Come state affrontando questo periodo, dal punto di vista artistico?
Cercando di continuare a vivere il più possibile! Con la band ci siamo confrontati a distanza con i mezzi a disposizione del web. L’aspetto positivo per me è stato quello di aver avuto il tempo e la concentrazione per scrivere musica e testi del nuovo album. Ovviamente tutta la nostra programmazione live di ‘Cyberstorm’ è saltata, come del resto per i miei amici e colleghi di altre band.

Il progetto Enio Nicolini and the Otron sembra divenuto il tuo impegno principale, dal punto di vista musicale. Cosa ha significato per te ‘Cyberstorm’ e come hai scelto i compagni di viaggio di cui avvalerti?
‘Cyberstorm’ lo considero il punto di partenza del mio nuovo viaggio, anche se le mie sperimentazioni sonore senza usare suoni di chitarre iniziarono venti anni fa con il mio progetto Akron, con due dischi editi dalla Black Widow Records. Si tratta di avori molto impegnativi, uno su un viaggio all’interno dei meandri del dualismo bene / male – ‘La Signora del Buio’ – e l’altro sui Templari – ‘Il Tempio di Ferro’ – dove ho narrato tutta la parte spirituale e l’abnegazione al Credo dei Cavalieri di Cristo. Successivamente la mia ricerca, sempre senza usare suoni di chitarre, mi ha portato a scrivere ‘A Matter Of Time’ con il progetto Sloe Gin. Il momento più particolare della mia fase di sperimentazione è stata la realizzazione di ‘Heavy Sharing’, un disco con ospiti e sempre con la stessa formula: basso,batteria e voce. Ho scritto per ognuno dei miei dieci ospiti una linea melodica di basso, dove loro hanno adattato testo e voce. Questa premessa è importante per arrivare a Enio Nicolini and the Otron, che è il progetto dove sono in gioco in prima persona. Non è una sperimentazione, è un disco che ha una definizione ben precisa, sia per le sonorità molto futuristiche (per via dell’elettronica) e sia per i testi con tematiche sci-fi. Sono molto soddisfatto di ‘Cyberstorm’, mi ha dato tantissime conferme. I componenti dei miei Otron sono: Ben Spinazzola alla voce, Former Lee Warmer agli elementi di elettronica e Sergio Ciccoli (Scala Mercalli) alla batteria. Il disco è stato edito il 5 aprile del 2019 dalla Buil2Kill / Nadir che ringrazio ancora per la professionalità dimostrata.

Intanto state lavorando al nuovo materiale: cosa bolle in pentola in casa Enio Nicolini and the Otron?
Come accennato prima, ho già scritto le musiche e i testi per il prossimo disco la cui uscita è prevista per la seconda metà del 2021. Il lockdown mi è stato utile per concentrarmi su questo nuovo lavoro che avrà le stesse sonorità del precedente ‘Cyberstorm’, in quanto la formula è la stessa: basso, batteria, elettronica e voce. Sarà sempre molto heavy e soprattutto molto moderno e “spaziale” grazie anche agli elementi di elettronica creati da Former Lee Warmer. La copertina, che è già pronta, è in linea con quella precedente fatta per ‘Cyberstorm’, sarà realizzata sempre del mio grafico Rocco Patella e darà subito il senso di inquietudine che ho voluto raccontare nel disco.

Brani come ‘Night of the Hunt’ o ‘Iss Armada’ avevano quel taglio avantgarde che ricorda la scuola dei Celtic Frost, complice la partecipazione di Tiziana Radis. Ci saranno ospiti speciali anche stavolta?
Al momento non ho ancora deciso se nel prossimo disco avrò ospiti.

Nel vostro progetto, i testi hanno pari dignità rispetto all’intento sperimentale di quanto proposto musicalmente. Se su ‘Cyberstorm’ erano le atmosfere futuristiche in stile Asimov a farla da padrona, cosa possiamo aspettarci ora?
In effetti hai ragione, la filosofia sui robot di Asimov è abbastanza presente in ‘Cyberstorm’. In questo nuovo disco ho dato ancora una volta importanza ai testi, cercando sempre di restare nell’ambito dello sci-fi. Ho affrontato sempre tematiche futuristiche, anche inquietanti, dove ho immaginato manipolazioni sociologiche da parte di Algoritmi Superiori sul popolo, descrivendo conflitti cruenti sul campo ed altri psicologici. A stimolarmi in questa direzione descrittiva, oltre ad alcune letture di Orwell (1984) e altri tra cui Lovecraft, sicuramente tutto quello che abbiamo vissuto nel 2020 con i vari lockdown e le varie follie contrastanti dei vari pensieri, che hanno creato in me una miscela sinergica dove poter attingere. Mi preme sottolineare che tutti i testi, pur partendo da momenti di inquietudine, hanno sempre una via di uscita vincente. In definitiva, come il precedente lavoro ‘Cyberstorm’, questo nuovo disco può essere definito un vero e proprio concept.

In questi mesi abbiamo imparato a conoscere una tua particolare attitudine all’aspetto promozionale e soprattutto all’adattamento di esso rispetto a quanto stiamo vivendo in questo periodo (dirette Facebook, piccoli assaggi in diretta di nuovi riff che costituiranno l’ossatura del nuovo lavoro…). Peraltro, sin dai tempi degli Unreal Terror eri tu il portavoce delle attività del gruppo: quanto è importante questo aspetto nell’economia di un progetto musicale?
Ho lavorato molto sul web per promuovere il disco che non abbiamo potuto portare live. Infatti da marzo a settembre ho fatto tre dirette Facebook che mi hanno dato la possibilità di interagire molto con il pubblico. Poi, mi sono “inventato” un appuntamento settimanale dove saluto dalla mia sala prove, facendo ascoltare (in remoto) qualche mio riff. Colgo l’occasione per ringraziare i numerosi ragazzi che si collegano con me. È un modo, spero limitato nel tempo, di vivere la musica e farla arrivare a qualcuno in questo folle periodo di “privazioni”. Oggi la promozione della musica ha preso una direzione diversa da come l’abbiamo vissuta negli anni ottanta. La quasi totalità delle produzioni oggi passa per le piattaforme digitali, stravolgendo tutto ciò che gira intorno a un nuovo disco, soprattutto nell’aspetto economico. I dischi negli ultimi anni hanno avuto un crollo nelle vendite a parte qualche resistenza nel collezionismo e nelle rarità. Le maggiori fonti di sostegno per gli artisti sono rimasti i concerti e il merchandising; poco deriva dalla vendita dei dischi. La musica è promozionata e diffusa nel web e questo non porta tangibili ritorni economici. Ovviamente anche noi Otron siamo consapevoli di tutto questo e cerchiamo di adeguarci, anche se non è facile.

Visto che abbiamo citato gli Unreal Terror, non posso non fare una domanda su eventuali novità per quanto riguarda gli storici alfieri dell’HM abruzzese o su altri tuoi possibili progetti futuri.
Gli Unreal Terror sono stati e sono un pezzo importante della mia carriera artistica dal 1984 al 1989. La reunion fatta dopo tanti anni nel 2012 è stata fantastica: un disco nuovo come ‘The New Chapter’ uscito nel 2017 per la Jolly Roger Records, una biografia – ‘Rules The Night’ a cura di Klaus Petrovic, edita da Crac Edizioni – e tanti live. Al momento siamo in standby, con Luciano Palermi a Los Angeles ormai da oltre venti anni, Iader D. Nicolini impegnato al Conservatorio, Paolo Ponzi (Arkana Kode) impegnato con il suo progetto e Silvio “Spaccalegna” Canzano a costruire rullanti. Comunque siamo presenti.

A te le conclusioni!
Questo 2020 sarà ricordato, per tutti gli operatori del nostro settore, come un anno tragico, catastrofico e per qualcuno anche drammatico. La così tanta sbandierata “fratellanza metallica”, non sempre dimostrata in passato, dovrebbe tornare maggiormente urlata e condivisa non appena tutto ritorna alla normalità. Ricordiamo sempre che la Musica è il cibo dell’anima. Keep on Metal!

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