Enio Nicolini And The Otron – Hellish Mechanism

Il 26/11/2022, di .

Gruppo: Enio Nicolini

Titolo Album: Hellish Mechanism

Genere:

Durata: 37 min.

Etichetta: Hellbones Records

76

C’è poco da fare, un personaggio come Enio Nicolini riesce a stupirci ogni volta che tira fuori una nuova release. Al netto della sua prolifica progettualità, questa volta ero convinto che i sentieri di sperimentazione codificati dal precedente capitolo a firma The Otron sarebbero stati battuti ancora una volta, in un ripetersi che effettivamente non è proprio di chi ha fatto della ricerca sonora la propria cifra stilistica.
E dunque, ancora una volta l’attivissimo bassista è riuscito a stupirci, tirando fuori questa volta un lavoro la cui direzione stilistica è una decisa virata verso lo US Metal, complice qualche avvicendamento nell’equipaggio della navicella Otron. Con il solo Nicolini superstite rispetto a ‘Cyberstorm’, alla voce su ‘Hellish Mechanism’ troviamo infatti Luciano Palermi, che i più attenti ricorderanno come il singer degli Unreal Terror, la band con cui il Nostro ha contribuito a fare la storia dell’HM tricolore sin dagli anni ’80. In effetti, l’attacco vocale dell’opener ‘Celestial Armada’ non può non far pensare a un certo sound americano di matrice Queensryche/Savatage, che si inserisce prepotentemente nelle fredde architetture costituite da basso, batteria e sintetizzatori, rendendo ancor più straniante l’assenza della chitarra dati i lidi musicali che l’avrebbero naturalmente vista giganteggiare.
Eppure, diversamente da quanto possa immaginare l’ascoltatore che si accosti per la prima volta al progetto Enio Nicolini And The Otron, la formula è talmente rodata da costituire un canovaccio a se stante, reminiscente sì di modelli già citati in precedenza (G/Z/R, Voivod) ma talmente credibile da riscriversi anche su questa “nuove” coordinate.
Se l’uso delle melodie di Palermi arriva a richiamare i Police sull’inusuale ‘The Dream’, la successiva ‘A Brand New World’ non è da meno in quanto ad aperture strane e (ancora una volta) stranianti. Poco male per i defenders in ascolto, che potranno sicuramente beneficiare dell’assalto tambureggiante della title track, del severo incedere di ‘The Prophecy’, delle misteriose atmosfere di ‘The Old Lady’ e dell’assalto all’arma bianca (o verde?) di ‘Single Higher Thought’, sorta di versione cibernetica degli Overkill più sperimentali degli anni ’90.
Curioso l’esperimento in italiano ‘L’osservatorio’, il cui ambiente sonoro dà forza alla teatralità di Palermi e richiama i Timoria di ‘2020’ (futuristici anche loro!), con il testo che fa anche pensare a un episodio di ‘Ai Confini della Realtà’ – musica per le mie orecchie, dunque. Va in ogni caso ricordato che, come affermato dal bassista in un’intervista rilasciata a Metal Hammer un po’ di tempo fa, ‘Hellish Mechanism’ è un vero e proprio concept album: abbandonati i lidi dell’Iperspazio trattati sul precedente ‘Cyberstorm’, stavolta Nicolini e soci tratteggiano a tinte fosche una società orwelliana i cui rischi sono ben noti a chiunque sia stato testimone della tempesta di informazioni contrastanti che hanno accompagnato l’ultimo triennio della Storia umana, lasciando strascichi non ancora ben definiti nella loro complessità. Come sempre, l’Arte ha il compito di sublimare le nostre paure più recondite, e in questo i Nostri si confermano moderni “cantori” che lasciano comunque uno spiraglio di rivalsa e ricostruzione; paradossalmente, lo stesso risiede in uno dei pezzi dalle atmosfere più fredde all’interno del lotto, quella conclusiva ‘Final Clash’ a cui va il duplice compito di riportare musicalmente la lancetta sulle coordinate di ‘Cyberstorm’, laddove l’impianto testuale mostra la classica luce in fondo al tunnel. Come in una serie dal finale aperto, non ci resta che sperare nella prossima puntata…

Tracklist

01. Celestial Armada
02. The Hellish Mechanism (Of Death)
03. The Cogwheel
04. The Dream
05. The Prophecy
06. The Old Lady
07. Single Higher Thought
08. A Brand New World
09. L’osservatorio
10. Final Clash

Lineup

Enio Nicolini: bass
Luciano Palermi: vocals
Damiano Paoloni: drums
Gianluca Arcuri: synthesizers