Nachtblut – Vanitas

Il 05/10/2020, di .

Gruppo: Nachtblut

Titolo Album: Vanitas

Genere: , , ,

Durata: 49 min.

Etichetta: Napalm Records

Distributore: Audioglobe

48

I Nachtblut sono originari della Germania e con ‘Vanitas’ giungono al sesto album in carriera. La loro musica va dal dark/gothic metal infarcito di chitarre taglienti e riffs hard con una spruzzata di folk fino all’utilizzo di suoni industrial, con un cantato in lingua madre che risulta un po’ ostico per il genere metal che i Nachtblut vogliono proporre. È difatti un minestrone che fa pensare a tutto e a niente, lasciando un grosso dubbio di fondo riguardo la musica che andremo ad ascoltare. Per esperienza so che queste vaghe descrizioni non vogliono intenzionalmente andare al dunque nel tentativo di incuriosire l’ascoltatore, ma molto spesso fanno storcere il naso prima ancora di approcciarsi al disco. Mi levo immediatamente il dubbio con i dieci pezzi proposti, se escludiamo l’Intro ‘Veritas’; ‘Vanitas’ è un buon mid-tempo con sonorità sinfoniche e voce in stile Dani Filth, la prima influenza che emerge evidente. Ha un buon tiro, cadenzato e marziale e fa ben sperare. Si sfiora il folk metal sulle note di ‘Leierkinder’, che risulta un po’ troppo confusa a causa dei rimandi ai compatrioti Rammstein. ‘Das Puppenhaus’ inizia con uno slow tempo atmosferico su una base di piano, sopra la quale la voce appare più ruvida che in precedenza, ma sempre troppo legata a Till Lindemann di Rammstein. Su ‘Kaltes Herz’ ci tuffiamo invece nell’industrial più classico con una apertura elettronica alla Skinny Puppy e la voce alternata tra le influenze Rammstein-Cradle Of Filth. Troppo confusa. ‘Nur In Der Nacht’ si lascia apprezzare per la buona commistione tra strumenti e voce, buono l’assolo di chitarra, ma la batteria elettronica è inascoltabile e pacchiana e da qui in poi iniziano i dolori. ‘Fürchtet Was Geschrieben Steht’ apre a sonorità symphonic metal senza riuscire ad abbracciarle totalmente, ‘Schmerz & Leid’ sfodera un revival modaiolo anni ottanta con improbabili fill di batteria elettronica, salvo poi cercare di riprendersi con una virata last minute in direzione di un gothic annebbiato. ‘Meine Grausamkeit Kennt Keine Grenzen’ dapprima sembra puntare sul black-gothic, complice la voce ancora somigliante a quella di Dani Filth, ma scivola  nuovamente in modo tragico nello stile di Herr Lindemann. Non che questo sia necessariamente un difetto, anzi, il fatto è come dicevo prima la commistione dei generi proposti. La salute già compromessa di ‘Vanitas’ rischia adesso di precipitare senza possibilità di salvezza. ‘Gegen Die Götter’ non cambia una virgola di quanto già sentito fino ad ora, ancora troppe influenze frullate male, ma con la conclusiva ‘Die Toten Vergessen Nicht’ l’asticella della qualità si rialza di qualche tacca. Nuovamente sonorità sinfoniche con echi di Blind Guardian (a tratti, ben inteso, soltanto nelle orchestrazioni), e una coda strumentale che allunga i tempi dell’album nel tentativo di farci dimenticare il disastro ascoltato in precedenza. Non è sufficiente, purtroppo, ma si apprezza il tentativo.

L’album risente delle influenze citate in precedenza che affiorano un po’ ovunque per lunga tutto la durata di un full-lenght che non riesce a decollare, anzi sembra intenzionato a  precipitare, quasi si fosse arreso alla propria sorte. Tutto l’insieme è un copia incolla fin troppo raffazzonato per lasciare una valida traccia di sé. C’è da dire che le canzoni, se prese singolarmente, avrebbero anche un certo fascino – batteria elettronica esclusa -, soprattutto quelle più legate alla matrice Industrial, ma a conti fatti ‘Vanitas’ appare più come una raccolta di singoli, come usava tanti, forse troppi anni fa. Dispiace, perché le idee non mancano, manca probabilmente la lucidità di concentrarsi su un genere musicale specifico e svilupparlo con senso logico. Così purtroppo non si va da nessuna parte.

Tracklist

01. Veritas
02. Vanitas
03. Leierkinder
04. Das Puppenhous
05. Kaltes Herz
06. Nur In Der Nacht
07. Furchet Was Gescrieben Steht
08. Schmerz_leid (feat. Chris Harms)
09. Meine Grausamkeit Kennt Keine Grenzen
10. Gegen Die Gotter
11. Die Toten Vergessen Nicht

Lineup

Askeroth: vocals
Ablaz: bass
Skoll: drums
Greif: guitars