Lords of Black – Alchemy Of Souls – Part 1

Il 16/11/2020, di .

Gruppo: Lords Of Black

Titolo Album: Alchemy Of Souls – Part 1

Genere: , ,

Durata: 60 min.

Etichetta: Frontiers

Distributore: Frontiers

66

Squadra che vince non si cambia… oppure si cambia due volte! Abbiamo aperto la recensione del quarto album in studio dei Lords Of Black, realtà da qualche anno considerabile alla ribalta nel campo del heavy/power melodico europeo. È infatti di sicuro noto ai fan del combo spagnolo l’avvicendamento di un paio di anni fa al microfono: sembrava infatti che il rapporto tra il leader e compositore Tony Hernando e il dotato cantante Ronnie Romero si fosse guastato, col conseguente allontanamento di quest’ultimo dalla band. Nei mesi successivi un po’ di nomi – anche molto validi, Diego Valdez lo adoriamo! – sono stati snocciolati e anche presentati in via ufficiale; ma alla fine di tutta la storia, al microfono di questo ‘Alchemy Of Souls’ troviamo ancora Romero. Pare infatti che l’impegnatissimo cantante sia stato ricontattato da Tony in tempi più o meno recenti e abbia ascoltato il materiale proposto, trovandolo di qualità tale da decidere di tornare alla nave madre, seppellendo non sappiamo la quanto affilata ascia di guerra.

Tante incognite e cose che non si sanno in questa vicenda… per fortuna almeno una certezza l’abbiamo: il disco è uscito e a conti fatti non è nemmeno così male per essere uscito in un momento travagliato. Una cosa vogliamo però metterla in chiaro: a nostro avviso, la qualità, sebben ancora alta, è un po’ scesa rispetto a ‘Icons Of The New World’. O – meglio – sono decresciuti il fattore sorpresa e l’impatto… il disco è incredibilmente prodotto, ben fatto e anche ben composto, ma tirando le somme complessive non aggiunge molto a quanto aveva già a suo tempo fatto l’ottimo predecessore. O, meglio, possiamo dire come si noti che la qualità sia sì migliorata sotto alcuni aspetti, lasciandone però indietro altri magari molto importanti. Veniamo subito alle cose che ci hanno convinto senza se e senza ma: il chitarrismo di Tony Hernando. Potente e preciso nel suono come ce lo aspettavamo, il Nostro ha aggiunto a una faretra di soluzioni già ricca anche un gusto ricercato per alcuni riff tipicamente heavy (diciamo a’ la Maiden) che davvero elevano la resa delle canzoni. Iconica da questo punto di vista l’opener ‘Dying To Live Again’, dal primo minuto infatti un liquido ma irruento riff in sedicesimi, che richiama non nel suono quanto nella tipologia quello di ‘Wasted Year’, fa da eccitante introduzione al primo assolo iniziale: ben fatto! Il bravo chitarrista iberico non si fa mancare niente nell’album, e mostra una grande versatilità destreggiandosi tra melodiche armonizzazioni, vere e proprie rasoiate priestiane e assoli anche più lenti e vibranti, come ad esempio l’ottimo assolo principale di ‘Deliverance Lost’, brano che parte veloce ma che nella parte centrale lascia spazio alle dita di Hernando per un esibizione di gran gusto, richiamante lo stile del sempreverde Axel Rudi Pell. Affianco a un chitarrista in grande spolvero troviamo però un songwriting un pelo più opaco e “banalotto”. Sebbene la qualità e anche la varietà ci siano, ‘Alchemy’ è dicevamo un pelo meno esplosivo rispetto quanto ci aspettavamo: ‘Into The Black’ è simpatica ma ruffianotta, e si vede che cerca di coprire con orecchiabilità e mestier3 una certa mancanza di soluzioni vincenti, stabilendosi su un livello diciamo “buono, ma non ottimo”. Anche dove i nostri hanno deciso di provare qualcosa di diverso, come in ‘Sacrifice’ che riporta anche qualche accenno progressive alla Queensryche, le cose non splendono come dovrebbero… il cantato di Romero nell’esempio riportato è infatti decisamente meno brillante rispetto quello di Geoff Tate (e grazie al cazzo!) col risultato che la canzone si trascina effettivamente un po’.

Insomma, tra alti e bassi, soluzioni vincenti soprattutto sulle chitarre e un pizzico di stanchezza invece dal punto di vista dell’originalità, il disco la baracca la tiene su più che degnamente. Non siamo qui a spellarci le mani dagli applausi, ma nemmeno a dirvi che il disco è poco riuscito. Gli ingredienti di Lords Of Black oramai li conosciamo: una solidissima dose di heavy metal melodico, qualche input dal power prog o dall’hard rock, un approccio sempre più dominato dalle chitarre e un cantante che – volenti o nolenti – sono anni che fa parlare di sé. Se questi ingredienti vi piacciono, il piatto preparato non vi deluderà.

Tracklist

01. Dying To Live Again
02. Into The Black
03. Deliverance Lost
04. Sacrifice
05. Brightest Star
06. Closer To Your Fall
07. Shadows Kill Twice
08. Disease In Disguise
09. Tides Of Blood
10. Alchemy Of Souls
11. You Came To Me (Piano version)

Lineup

Ronnie Romero: vocals
Tony Hernando: guitars
Dani Criado: bass
Jo Nunez: drums