Dark Tranquillity – Moment

Il 01/12/2020, di .

Gruppo: Dark Tranquillity

Titolo Album: Moment

Genere: ,

Durata: 50 min.

Etichetta: Century Media Records

Distributore: Sony

74

Anche se ‘Moment’ – il dodicesimo album in studio dei Dark Tranquillity – è appena uscito, ci troviamo a chiederci come sarà ricordato tra qualche anno. Ci rendiamo conto che a conti fatti si tratta solo di una nostra supposizione, ma la possibilità in futuro che questo sia ‘il primo album con i nuovi chitarristi’ la vediamo di fatto assai concreta. Già, perché dopo l’abbandono di Henriksson all’indomani di ‘Construct’, ad abbandonare la barca l’anno scorso è stato proprio l’ultimo chitarrista (e fondatore…) rimasto, Niklas Sundin. Da sempre tra le menti scriventi del gruppo, la sua partenza rappresentava quindi una grossa incognita, anche perché l’identità dei (due) nuovi sostituti in ine-up è stata rivelata solo dopo molti mesi, scegliendo peraltro tra coloro che – nelle più “povere” vesti di sessiomen – si erano appunto uniti alla band per il lungo codazzo di concerti che segui la pubblicazione di ‘Atoma’ nel 2016.

E come è quindi quest’album con il minore dei fratelli Ammott e il meno conosciuto Johan Reinholdz (Andromeda) alle sei corde? Diverso? Più chitarroso? Death alla Arch Enemy? No, la nostra risposta qui è secca e laconica. No. Di fatto, la cosa più curiosa e forse ironica di questo ‘Moment’ è che poteva benissimo essere l’album che i Dark Tranquillity avrebbero pubblicato se Sundin non se ne fosse mai andato. Già, perché le coordinate di questo nuovo lavoro, così malinconico nelle clean vocals, così soffuso nei suoni di tastiera, così melodico nelle linee vocali sebbene in growl, sono esattamente allineate a quelle di ‘Atoma’, che a sua volta era allineato allo schema stilistico provato con ‘Construct’. Tre capitoli di una involontaria trilogia che di fatto segnano una continuità che non vedevamo dai tempi di ‘Damage Done’, ‘Character’ e ‘Fiction’, album che anche loro condividevano una traccia comune, sebbene ben più aggressiva di quella attuale. E quindi è proprio da ‘Atoma’ che ripartiamo, con il trittico iniziale ‘Phantom Days’, ’Transient’ e ‘Identical To None’ a ricordare i ritmi dei pezzi più tirati proprio di quell’album. Linee vocali col growl di Stanne in prima linea, riffing essenziale eppure in qualche modo catchy e Jivarp impegnato in sporadici “tu-pa tu-pa” come in ‘Encircled’ ci comunicano forte il messaggio: la sezione chitarristica potrà anche essere cambiata, ma l’ultima identità della band no, e nulla di quanto realizzato negli ultimi 7 anni viene rinnegato in alcun modo. Un po’ della sperimentazione che ai tempi fu di ‘Projector’ la respiriamo nelle successive ‘The Dark Unbroken’ e ‘Remain In The Unknown’, due brani dove le tastiere brumose si fanno ancora più presenti, avvolgendo il sound di entrambe con un velo di malinconia che viene poi sottolineato dalle clean vocals di Stanne. Il giro di boa dell’album arriva con ‘Standstill’, forse il piccolo gioiello di questa tracklist, brano davvero ottimo nell’ esaltare l’alchimia tra soluzioni chitarristiche finalmente un po’ più serrate e invece la preponderante sezione sonora finora affidata alle tastiere e ai synth. Se fin qui l’album ci ha quindi convinto senza troppi sforzi, così fa anche il resto della title-track: altre sei canzoni cortine, dritte al punto, diciamo con un occhio rivolto al futuro e un piede ben calcato sul presente, fanno la loro porca figura come mezzi di intrattenimento, convincendo con pochi ascolti e mettendo nel giusto risalto la bravura dei singoli, grazie anche ad alcuni assoli davvero ben fatti.

Volendo tirare un giudizio sintetico, ‘Moment’ è un bell’album. Difficile sostenere il contrario: la classe c’è, gli assoli che dovrebbero rappresentare una sorta di lettera di presentazione per i due nuovi membri sono bel fatti, i pezzi rimangono in testa in fretta. C’è però un più cupo risvolto della medaglia, che è quello che riguarda il “die-hard fan”. Il tizio che li ha conosciuti con ‘The Gallery’, che ha storto il naso alla sperimentazione di ‘Projector’ e che ha respirato di sollievo sentendo ‘Damage Done’. Ecco, se cerchiamo quella band, forse non dovremmo spingerci più avanti di ‘Construct’, proprio no. Qui, lo ripetiamo, siamo nel corso dei Dark Tranquillity degli ultimi anni, quelli che portano più i cromosomi di Jivarp e Brandstrom nel proprio DNA che quelli di Sundin, o di chi c’era prima di lui. Un peccato? Per noi no, ma la risposta finale la lasciamo a voi. Ci limitiamo a dire che – questo sì –  i DT attuali sanno ancora scrivere della musica dannatamente buona.

Tracklist

01. Phantom Days
02. Transient
03. Identical To None
04. The Dark Unbroken
05. Remain In The Unknown
06. Standstill
07. Ego Deception
08. A Draw Out Exit
09. Eyes Of The World
10. Failstate
11. Empires Lost To Time
12. In Truth Divided

Lineup

Mikael Stanne: vocals
Christopher Ammott: guitars
Johan Reinholdz: guitars
Anders Iwers: bass
Anders Jivarp: drums