Fates Warning – Long Day Good Night

Il 16/12/2020, di .

Gruppo: Fates Warning

Titolo Album: Long Day Good Night

Genere:

Durata: 76 min.

Etichetta: Metal Blade

Distributore: Audioglobe

83

I Fates Warning riescono a stupirci un’altra volta. Ed è la terza negli ultimi sette anni. Già, perché come ci aveva sorpreso ‘Darkness In A Different Light’ il loro ritorno dopo nove anni di silenzio, e come ci aveva stupito ancora di più ‘Theories Of Flight’, ancora adesso trai nostri album preferiti del 2016; così ci sta stupendo ‘Long Day Good Night’,  il loro terzo album di questa sorta di nuovo corso. Sono tipi di stupore diverso, però: ‘Darkness’ portava con se la contentezza per il loro ritorno oltre che una buona qualità, mentre ‘Theories’ stupiva in virtù di una scelta strutturale diversa: meno canzoni ma più lunghe, e dotate di un pathos maggiore. ‘Long Day Good Night’ cambia sotto questo aspetto ancora le carte in tavola: ci presenta un album più lungo (una ventina di minuti in più…), con più canzoni, ma il cui livello di intensità, mutevolezza e complessità non diminuisce affatto, anzi, risulta quasi aumentato.

‘The Destination Onward’ e ‘Shuttered Walk’ è la doppietta iniziale scelta per apertura, una sorta di continuità con il sound cristallizzato con i due album precedenti: un incipit languido e riflessivo che si prende il suo tempo prima di esplodere in un serrato riffing elettrico per la prima e un andamento più lineare e “corale” per la seconda, col risultato che prese insieme richiamano appunto la coppia iniziale dell’album precedente ‘From The Rooftops’ e ‘Seven Stars’. L’album comincia però a cambiare approccio già dalla successiva ‘Alone We Walk’, un brano moderno e malinconico che ha il pregio di condensare la complessità tecnica e strutturale dei primi due brani in un minutaggio anche inferiore. A conti fatti già qui comincia a emergere quella che sarà la caratteristica portante dell’album: la sintesi, la capacità incredibile di Matheos di concentrare mood, tempi, strutture e soluzioni melodiche diverse in brani corti e funzionali, senza trasformarli in lunghi polpettoni poco digeribili. ‘Now Comes The Rain’ ci piace di più ancora e con la sua alchimia di basso, arpeggi e melodie riuscite si scrolla di dosso anche l’etichetta di progressive metal, abbracciando quella più ampia di rock in generale. Che l’album stia attraversando una fase di grazia lo capiamo dal brano successivo, ‘The Way Home’, che si prende più tempo per montarci davanti agli occhi (ehm, le orecchie…) un altro mirabile crescendo. Con mirabile abilità Matheos e Alder creano così in soli sette minuti un altro episodio riuscitissimo, che da liquidi arpeggi e dolci melodie evolve poi in un nervoso e sorprendente rompicapo di tecnica musicale. Due altri passaggi pieni di personalità, ‘Under The Sun’ e ‘Scars’, fungono a questo punto da spartiacque dell’album tra la prima e seconda parte; e ci viene da dire che i Fates Warning non potevano scegliere due brani più diversi, così acustico e emozionale il primo in contrapposizione al secondo, più tipicamente metallico e “progghettaro”. L’album comincia a scendere la china con ‘Begin Again’, brano con influenze quasi alternative, e con la malinconica ‘When Snow Falls’ che ancora solletica il lato introspettivo e crepuscolare dell’animo dell’ascoltatore. ‘Liar’ e la successiva ‘Glass Houses’ sono molto classiche e non aggiungono molto a quando sappiamo dei Fates Warning di ‘Theories’… ma sono entrambi buon brani, ispirati, solo che li avremmo magari anticipati di qualche posizione, per spezzare il mood rilassato che si era creato con i brani dal quinto all’ottavo. A chiudere l’album è la suite, ‘The Longest Shadow Of The Day’, e anche qui troviamo i FW che adoriamo di più, con un brano che riporta tutto quanto sentito fino a qui, davvero un piccolo album nell’album potremmo dire.

Sarà il canto del cigno per i Fates Warning? Ci sarà un successore? Sinceramente, non sappiamo se ‘Log Day Good Night’ sarà l’ultimo lavoro di questa grandissima band, ma ora è troppo presto per pensarci. Come già altre due volte dalla loro ripartenza, la band di Matheos e Alder ci ha regalato un altro piccolo capolavoro, e la cosa migliore che possiamo fare è ascoltarlo più e  più volte, lasciando questi pensieri per dopo. È così che ci piace onorare questo grande lavoro.

Tracklist

01. The Destination Onward
02. Shuttered World
03. Alone We Walk
04. Now Comes the Rain
05. The Way Home
06. Under the Sun
07. Scars
08. Begin Again
09. When Snow Falls
10. Liar
11. Glass Houses
12. The Longest Shadow of the Day
13. The Last Song

Lineup

Ray Alder: vocals
Jim Matheos: guitars
Joey Vera: bass
Bobby Jarzombek: drums
Mike Abdow:  guitars (guest)