Therion – Leviathan

Il 23/01/2021, di .

Gruppo: Therion

Titolo Album: Leviathan

Genere: ,

Durata: 45 min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

73

Moltissimi tra fan e addetti ai lavori attendevano con trepidazione la nuova fatica degli svedesi Therion che giunge tre anni dopo il mastodonte ‘Beloved Antichrist’, una creatura di circa tre ore di musica per ben quarantasei brani il cui ascolto può essere paragonabile ad una scalata dell’Everest anche per i più avvezzi allo stile gothico/sinfonico del gruppo. Non fu totalmente apprezzato a causa della sua infinita lunghezza e per questo ‘Leviathan’ ha il difficile compito di ritrovare la bussola in casa Therion. Tutt’altro che la diretta prosecuzione di ‘Beloved Antichrist’, ‘Leviathan’ è il suo esatto contrario in termine di costruzione e composizione, e ciò rallegrerà certamente una buona fetta di pubblico, in primis chi scrive. Il nuovo arrivato è un disco che gioca sull’immediatezza dei brani e grazie alla durata “umana” di quarantacinque minuti risulta facile da assimilare poiché fa della melodia un’arma vincente. Ora, se proprio devo indicare un disco al quale fare riferimento così da collocarvi accanto ‘Leviathan’ posso citare senza timore ‘Lemuria’ e ‘Sirius B’ e piazzarlo in mezzo ai due album che furono in parte controversi, ma certamente validi nella loro semplicità; quanto basta per fare subito chiarezza su quanto ci attende tra queste nuove composizioni. Sia chiaro, i Therion di ‘Theli, ‘A’arab Zaraq – Lucid Dreaming’ e ‘Vovin’ non esistono (quasi) più e ciò è inevitabile dopo tanti anni di carriera e dischi pubblicati, quindi chi si approccia all’ascolto di ‘Leviathan’ è avvisato. Il gruppo ha saputo plasmarsi all’interno di un genere fin troppo confinato dentro limiti ben marcati e difficoltosi da superare senza il rischio di attirare critiche, ma questo non ha impedito comunque ai Therion di proseguire arditi nella volontà di conseguire i propri obbiettivi consapevoli delle molte critiche giunte a tempo debito. Ostacoli a parte la band ha mutato nel tempo e questo nuovo capitolo completamente differente dal suo predecessore è la prova tangibile che i Therion posseggono un’anima pulsante lungi dal volersi placare. Questo nuovo disco vince grazie alla melodia imperante unita alla magniloquenza di brani dal forte carattere operistico come ‘The Leaf On The Oak Of Far’ e ‘Tuonela’ in cui è evidente la matrice symphonic metal (su ‘Tuonela’ troviamo l’ospite d’eccezione Marko Hietala), la title-track ‘Leviathan’ della quale è stato pubblicato il video che spicca per la sua epicità sinfonica; ‘Die Wellen Der Zeit’ è invece una ballata in grado di cullarci grazie ad altisonanti sonorità orchestrali, mentre ‘Azi Dahaka’ possiede sonorità che rimandano proprio ai citati ‘Lemuria’ e ‘Sirius B’, e qui i Therion dimostrano di saper entrare in punta di piedi nel proprio passato ma restando ancorati ad uno stile più fresco e scorrevole con ritmiche sostenute. ‘Eye Of Algol’ si mantiene ben salda al metal sinfonico sorretto da abbondante melodia, ‘Nocturnal Light’ invece è epica magniloquenza che va a legarsi direttamente con l’accoppiata di brani posti in apertura dell’album; ‘Psalm Of Retribution’ ed ‘El Primer Sol’ sfiorano il gothic rock degli anthem da classifica pur sempre con evidenti venature sinfoniche, fino a ‘Ten Courts Of Diyu’, nella quale il rock operistico rallenta il tiro e con un azzeccato mid-tempo ci conduce alla fine della release. Ho saltato di proposito ‘Great Marquis Of Hell’ che non mi ha convinto appieno. Riascoltando più volte ‘Leviathan’ – che va detto, migliora ascolto dopo ascolto, ma non siamo certo di fronte ad un capolavoro – resto al contempo un po’ spiazzato in merito ad alcune soluzioni adottate. Più che sperimentazione, ammesso che questo termine abbia un senso, qui troviamo tanta contaminazione, al punto che in alcune orchestrazioni qua e là emergono sonorità vicine ai Blind Guardian (si tratta di arrangiamenti, nulla più), ed altre più power-oriented come in ‘Great Marquis Of Hell’ (chi ha detto Helloween?), ma in fondo ridurre l’ascolto dei brani alla ricerca di somiglianze con altre band dalla storia trentennale risulterebbe alquanto inutile e sterile. Si tratta di semplici osservazioni per meglio inquadrare questo prodotto. Eppure certa contaminazione pare quasi una scelta voluta dal combo al fine di ampliare la gamma di colori che questa tavolozza musicale ci propone. A tratti può risultare gradevole, ma alla lunga stona e questo brano in particolare dimostra che da una perfetta amalgama all’interno della tracklist a ruolo di semplice riempitivo il passo può essere breve. La sua esclusione avrebbe ridotto notevolmente la durata di un disco già corto e ciò avrebbe influito negativamente sul risultato finale. Io personalmente skippo, vado oltre. Uno dei punti di forza della band sono le meravigliose voci di Chiara Malvestiti e Rosalía Sairem, capaci di garantire grandi numeri sinfonici e dare all’intera release quel valore aggiunto oramai fondamentale. In conclusione non aspettatevi un polpettone come ‘Beloved Antichrist’ ma godete di melodia ed immediatezza immaginandovi i Therion intenti a cercare di raggiungere la vetta di una ipotetica classifica di metal sinfonico del nuovo millennio. Risultato inatteso e sorprendentemente positivo.

Tracklist

01. The Leaf On The Oak Of Far
02. Tuonela
03. Leviathan
04. Die Wellen Der Zeit
05. Azi dahaka
06. Eye Of Algol
07. Nocturnal Light
08. Great Marquis Of Hell
09. Psalm Of Retribution
10. El Primer Sol
11. Ten Courts Of Diyu

Lineup

Christofer Johnsson: guitar, keyboard, programming
Sami Karpinnen: drums
Nalle “Grizzly” Påhlsson: bass
Thomas Vikstrom: lead vocals
Christian Vidal: guitar
Lori Lewis: vocals
Chiara Malvestiti: vocals
Rosalía Sairem: vocals