Yngwie Malmsteen – Parabellum

Il 23/08/2021, di .

Gruppo: Yngwie Malmsteen

Titolo Album: Parabellum

Genere:

Durata: 56 min.

Etichetta: Music Theories Recordings

Distributore: Mascot

60

Che dire ormai della carriera di Malmsteen? Non stiamo parlando del nuovo album – questo ‘Parabellum’ cui dedicheremo il paragrafo successivo a questa introduzione – il nostro è un discorso proprio generale, che mira a fare il punto sul periodo in cui l’album al centro di questa recensione arriva. Beh, almeno a detta nostra, si può ben sostenere che i crediti a favore del radicale chitarrista svedese siano terminati. Le ultime uscite, da dieci anni a questa parte, sono un trionfo della mediocrità. Dal debole ‘Perpetual Flame’ al brutto ‘Angels Of Love’ solo strumentale passando per l’insalvabile album di cover ‘Blue Lightining’, dieci anni costellati di album che dicono molto (anche troppo) della personalità del buon Yngwie, saranno magari anche piaciuti a qualcuno, ma danno ormai da anni l’impressione opposta proprio a quella che vuole dare lui: che gli album li compone per avere un nuovo prodotto sugli scaffali e non perché la oramai dimenticata musa creativa glie lo impone. Ammettiamolo, con questo stato dell’arte, per fare rientrare il Malmsteen attuale (di quello degli anni Ottanta siamo ancora follemente innamorati) nelle nostre grazie ci voleva almeno un ‘Trilogy pt. II’ o almeno un altro ‘War To End All Wars’.

‘Parabellum’ non è nessuno di questi due. Però – almeno c’è un però – c’è da dire che un passo nella direzione di negare almeno a noi la penultima triste frase della nostra introduzione c’è stato. Finalmente ‘Parabellum’ mostra un minimo di creatività, e lo spettro dell’arte – la Musa di cui parlavamo – torna a fare capolino su solchi che almeno dal punto di vista compositivo non sono bolsi o del tutto derivativi. Certo, la personalità Mamsteen straripa un po’ ovunque: gli assoli sono classici suoi, le soluzioni ritmiche e melodiche per i brani cantati pure e in generale anche le scelte neoclassiche a’ la Paganini non fanno altro che richiamare i lavori del passato, ma dobbiamo riconoscere a qualche brano un certo tiro, così come qua e là individuiamo anche trovati vincenti dal punto di vista costruttivo. ‘Wolves At The Door’ ha un piglio aggressivo che non ci aspettavamo e ci coglie anche un po’ di sorpresa, ‘Relentless Fury’ si pone come un roccioso mid-tempo su cui far ovviamente correre la solista e anche la ballad, ‘Eternal Bliss’ è tutto sommato carina, con spazio per guardare anche qualche pentagramma che non siano per forza i suoi scritti una trentina di anni fa. Tra gli strumentali potremmo anche citare ‘God Particle’, che anche qui fa un minimo di sforzo per guardare fuori dal recinto ormai strettissimo della sua produzione passata… ma a questi complimenti che stiamo facendo va purtroppo affiancato il famoso rovescio della medaglia. Che, principalmente, si può riassumere nel concetto che l’intero album è costellato di scelte che non condividiamo. Compositivamente e dal punto di vista della fruibilità lo riteniamo superiore alle ultime uscite, ma una produzione come quella che è stata ‘appioppata’ (non ci viene termine migliore) a questo ‘Parabellum’ è abbastanza ingiustificabile. Per uno stile musicale che tutto avrebbe da giovare da un sound potente e tagliente troviamo invece delle scelte in consolle che appiattiscono le ritmiche, fanno sparire il pedale lasciando solo un fastidioso e cartonato suono dello snare (piatti manco a parlarne) e una chitarra solista che spesso e volentieri suona come una tastiera tanti sono gli effetti piazzati sopra. Anche la scelta di cantare tutto lui stesso – seppur almeno condivisibile – non risulta secondo noi pienamente riuscita, per almeno due dei brani citati una voce più rotonda e meno circolare come quella di Vescera o Goran Edman (per rimane sugli ex) avrebbe di sicuro giovato.

E invece niente, Yngwie va avanti per la sua strada, fa tutto lui, fa tutto come vuole lui, e gli va bene così. Un po’ di meno a noi che – come dicevamo – per riprendere un minimo di credibilità su futuri lavori ci aspettavamo un lavoro di ben altra caratura. Però, ecco, almeno stavolta qualche reazione l’abbiamo avuto. Come dicevamo, il pentagramma ci ha mostrato sprazzi del Malmsteen che ci piace, e l’ascolto non si è rivelato pesante o noioso. Di suonare è ancora capace e non ne dubitavamo, di scrivere anche e forse questo l’abbiamo un po’ riscoperto qui. Quando deciderà di non cercare più di vincere a modo suo ma valuterà altre strade per raggiungere lo stesso risultato, forse potremmo mettergli più di 60…

Tracklist

01.  Wolves At The Door
02. Presto Vivace In C# Minor
03. Relentless Fury
04. (Si Vis Pacem) Parabellum
05. Eternal Bliss
06. Toccata
07. God Particle
08. Magic Bullet
09. (Fight) The Good Fight
10. Sea Of Tranquillity

Lineup

Yngwie Malmsteen: vocals, guitars, bass, all instruments