Ne Obliviscaris – Exul

Il 05/04/2023, di .

Gruppo: Ne Obliviscaris

Titolo Album: Exul

Genere: , , ,

Durata: 52 min.

Etichetta: Season of Mist

80

Cominciamo con un avviso ai lettori: ‘Exul’ non è un disco facile, per niente. Se siete già fan della band –  se li seguite da ‘Portal of I’ per dire o anche da ‘Urn’, volendo – questa cosa la sapete per certa e dunque questo avviso non vi farà né caldo né freddo; se vi avvicinate però alla band australiana con il qui presente ‘Exul’… ecco, non vi si concederà facilmente. La formula musicale seguita dai nostri, un progressive death metal intricato e spinto fino ai suoi confini più estremi, non è infatti già di suo molto ‘user friendly’; in ‘Exul’ però questo aspetto sublima a livelli davvero stratosferici, richiedendo anche ad orecchie allenate un gran numero di ascolti per cogliere ogni oncia della genialità che questi ragazzi hanno distillato con una marea interminabile di note. Una ricerca e una fatica questa che può finire per dare mal di testa da sbornia nei giorni sbagliati; ma che deve assolutamente essere fatta per cogliere appieno l’intera cifra stilista dell’opera in questione.

Entrando nel dettaglio dell’album in sé, una volta messo in chiaro con l’introduzione di che tipo di musica stiamo parlando, vi segnaliamo subito che a livello di qualità e della prova strumentale dei singoli musicisti ci troviamo esattamente al livello del loro disco migliore, il debutto ‘Portal of I’. I successivi ‘Citadel’ e ‘Urn’ infatti erano sì disconi, però a distanza di anni non ci sembrano ancora reggere il confronto con il disco con cui personalmente li abbiamo conosciuti; mentre ‘Exul’ in qualche modo ci riporta – per complessità e intensità delle varie parti – proprio alle strutture astratte e lisergiche di quell’album. Da questo punto di vista, soprattutto le parti di basso del nostrano Garattoni si superano davvero: le quattro corde qui sono pizzicate, accarezzate e martellate in modi al limite dell’immaginazione, andando a costituire davvero la struttura portante di quasi tutti i brani. Brani peraltro lunghissimi, e di cui è impossibile parlare approfonditamente nel breve spazio di una recensione: potremmo citare le incredibili evoluzioni di ‘Graal’, le umbratili melodie dell’opener ‘Equus’ o anche l’alchimia violino/pianoforte che caratterizza buona parte della corta ‘Anhedonia’ e parleremmo solo di un piccolo aspetto di queste canzoni, senza mai riuscire a catturare l’aspetto generale di esse. L’impressione generale però – lo ripetiamo – è comunque quello di un innalzamento della qualità in tutti i comparti: il bilanciamento tra growl e il pulito invece del violinista e tastierista Charles risulta infatti migliorato; così come anche il violino del già citato Charles, che non risulta mai come una semplice aggiunta, ma diventa sempre parte fondamentale di ciascuna di queste lunghissime canzoni.

In definitiva però, a stupirci in ‘Exul’ è l’assoluta certezza nei propri mezzi che la band mostra di avere. E lo dimostra con un lavoro dalle molteplici scelte forti e coraggiose:  la lunghezza dei brani, il mixing che pone volutamente le chitarre dietro basso e batteria, le partiture ritmiche al limite del black a fare da base a melodie di violino e voce pulita… grazie a tutti questi elementi il quadro che esce risulta dipinto con innumerevoli colori, ma che stanno tutti bene assieme. Arte allo stato puro, insomma.

Tracklist

01. Equus
02. Misericorde I – As the Flesh Falls
03. Misericorde II – Anatomy of Quiescence
04. Suspyre
05. Graal
06. Anhedonia

Lineup

Xenoyr: growl
Tim Charles: vocals, cello, keys, strings
Benjamin Baret: guitars
Matthew Klavins: guitars
Martino Garattoni: bass
Dan Presland: drums