Anchor and Burden – Kosmonautik Pilgrimage

Il 07/04/2023, di .

Gruppo: Anchor and Burden

Titolo Album: Kosmonautik Pilgrimage

Genere: , , ,

Durata: 64 min.

Etichetta: Moonjune

80

Un album in cui sprofondare. Non ci sono altri metodi credo per poterlo scoprire. Un sound quello degli Anchor and Burden che affondando le radici nei King Crimson più sperimentali, spinge la ricerca sonora ben oltre, in uno spazio lontano dove pochi sanno spingersi, musicisti e ascoltatori compresi. ‘Kosmonautik pilgrimage’ è un “pellegrinaggio spaziale” raccontato in suoni, essendo totalmente assenti i testi. La copertina suggerisce un qualcosa di visionario, o forse psichedelico.
La mente dell’ascoltatore viene guidata dalle atmosfere, dipingendo davanti a se il mondo che i quattro della band definiscono con suoni acidi, martellanti, che contorcendosi tra di loro sembrano suggerire ritmi che svaniscono dopo pochi attimi, per poi tornare sempre diversi, dove l’unico aspetto che resta costante è un senso sempre maggiore di claustrofobia: è dunque uno spazio si, ma pieno, denso, opprimente. Le tracce scorrono e punti di riferimento non esistono.
Difficile trovare appigli, fermare questo incessante fluire. Forse solo nella traccia ‘Self Assembly’ si inizia a materializzare qualcosa di definito che sembra post-metal. Pochi secondi. Nella successiva ‘Secret Laboratory’ si ha un vero e proprio dilatarsi, prende forma un tappeto elettronico, affiora un brano ambient che ricorda molto Kevin Moore nelle sue composizioni più elettroniche. La traccia sembra con i minuti andare in stallo, non trovando uno sbocco.
Con ‘Royal Augmentation’ il film si ripete. Il tema costruito viene subito frammentato, decomposto, con le touch guitar e le tastiere che si confondono. La batteria cerca di creare una trama per dare ordine al tutto, ma diventa anche essa con il passare dei minuti elemento di rottura, disordine, entropia. Con ‘Crown Hive’ si arriva ad un apice, tutto si fa più denso. Le frequenze si riempiono, soprattutto sugli alti, i timpani saturano, tutto iperstimolante, fino a quando sembra sentire un trapano che da più punti prova a penetrarti la testa.
Sicuramente interessante, per chi ha voglia di arricchirsi, per chi ama in generale tutto quello che è sperimentazione. Sarei curioso di ascoltare live gli Anchor and Burden, magari accompagnati da un contributo visivo. Difficile per me dare un voto a qualcosa che di per se nasce con fortissimo spirito sperimentale e artistico, che di certo non può essere confrontato con buona parte degli album oggi in circolazione. Il numero espresso invita quindi sostanzialmente all’ascolto.

Tracklist

Corridors of Silent Screams
Cerebral Transfixations
Hissing Skin
The Core is Organic
Shivering Walls
Self Assembly
Secret Laboratory
Royal Augmentation
Crown Hive

Lineup

Markus Reuter: Touch Guitars, Soundscapes
Alexander Paul Dowerk: Touch Guitars
Bernhard Wöstheinrich: Keyboards and Electronics
Asaf Sirkis: Drums and Percussion