Stay Brutal by Trevor – Intervista per ‘The Cult Of Necrodeath’

Il 18/01/2018, di .

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Stay Brutal by Trevor – Intervista per ‘The Cult Of Necrodeath’

I Necrodeath sono una delle band storiche del panorama estremo nostrano, tanto che pochi mesi fa è uscito per Black Tears il disco tributo intitolato ‘The Cult Of Necrodeath’. Addentriamoci in questo album con le parole di Peso, Arioch dei Malignance e Daniele della Black Tears.

Avresti mai pensato che un giorno sarebbe stato realizzato un album tributo ai Necrodeath?
Peso: Assolutamente no. È una cosa che è sempre stata fatta per le grandi band, non per i gruppi underground come noi, ma il genere metal è in grado di regalarti anche queste soddisfazioni. La comunità metal del resto è l’unica che non segue cliché di mercato e ha un suo percorso indipendente da tutto e da tutti nel mondo, dalle grandi alle piccole band, e qualche volta capitano anche queste magie.

A chi è venuta l’idea del disco omaggio ai Necrodeath?
Daniele: L’idea del tributo è partita da Arioch, mente dei Malignance. Era la scorsa primavera. In tempi brevi ne ha parlato in primis con Peso e successivamente con me. Da lì, prima sviluppando una serie d’idee, per poi renderle concrete passo dopo passo, siamo arrivati al risultato che è ‘The Cult Of Necrodeath’.

Perché di questo disco?
Arioch: Perché secondo me era giunta l’ora di rendere omaggio a una band storica per il panorama metal estremo internazionale, troppo sottovalutata, e per giunta italiana! Sono certo che se i Necrodeath fossero stati tedeschi, ad esempio, avrebbero avuto ben altro tipo di carriera e successo; questo per me è profondamente sbagliato e volevo in qualche modo “rendergli giustizia”, in barba all’esterofilia imperante da sempre in Italia.

Quanto sei fiero di tutto questo?
Peso: Be’, fiero è restrittivo. Sono onorato per tutto questo rispetto e interesse nei confronti della band che ho fondato nel 1985,a dire il vero nell’84 sotto il nome di Ghostrider. Già mi ero sorpreso quando dall’Indonesia sono venuto a conoscenza che c’era una nostra tribute band, i Necrobreath, ma con questo progetto mi sono veramente appassionato alla cosa a tal punto che, a lavori in corso, ho proposto ai ragazzi di regalare un inedito da mettere come finale del cd come bonus track e tutti hanno accettato con entusiasmo. Per rendere particolare la cosa abbiam voluto però uscire dai nostri standard e invitare un ospite di eccellenza su uno strumento inusuale al metal. Così ho chiamato il Ysmail e con il suo magico sitar. E abbiamo composto un brano apposta per questo cd tutti insieme.

I Necrodeath fanno parte della storia del metal italiano, tuttavia questo periodo di sofferenza del mercato discografico non ha rischiato di farti desistere?
Daniele: No, in quanto da un paio d’anni ho ripreso a produrre, come Black Tears e soprattutto come Diamonds Prod, spingendo a livello promozionale ovunque, dato che il metal è la mia passione principale, e poi soprattutto da un anno circa a questa parte, ho una distribuzione nei negozi con Goodfellas, tramite il supporto di Argonauta Records. Per chi volesse ‘The Cult Of Necrodeath’ e i titoli del catalogo Black Tears e Diamonds Prod, può chiedere al proprio negoziante di fiducia. Inoltre, sia per il cd fisico e anche digitale, ho attivato le pagine Bandcamp.

Voi Malignance immagino siate fan dei Necrodeath, quale disco della band ligure preferite?
Arioch: Certamente! I Necrodeath sono sempre stati fra i miei ascolti preferiti da quando mi sono avvicinato al metal più estremo. Sicuramente il disco che preferisco è ‘Into the Macabre’, opera seminale e viscerale come poche, permeata da un’energia e una cattiveria che ti fanno passare oltre sui difetti tecnici di produzione del disco che per forza di cose sono presenti. Mi ha sempre affascinato questa sorta di pionierismo che contraddistingue quel lavoro, penso che prima di registrare ‘Into the Macabre’ il fonico non avesse nemmeno idea che un genere musicale come quello potesse esistere. Un disco ammantato da un’aura quasi “magica”, considerato il contesto in cui è stato creato.

Ho ascoltato il disco devo fare i miei sinceri complimenti a tutte le band, e tu da fondatore quale brano credi abbia qualcosa in più?
Peso: Ho una mia idea da ascoltatore ma non voglio rispondere a questa domanda. Ogni band ci ha messo del suo, con la propria passione entusiasmo tecnica e mezzi, per cui poco importa quella che suona meglio alle mie orecchie. La cosa importante che ho potuto riscontrare alla fine è il notevole entusiasmo con cui tutte le band hanno partecipato alla chiamata di Daniele per cui le ringrazio infinitamente tutte senza distinzioni.

È stato semplice scegliere le band? Com’è avvenuto il processo di selezione?
Daniele: È stato abbastanza semplice, in quanto sono arrivate subito parecchie richieste. Pianificata l’idea di base insieme a Peso e Arioch dei Malignance, è stato lanciato l’invito alle band a candidarsi, tramite la pagina ufficiale Black Tears e Necrodeath.
Le risposte non si sono lasciate attendere. Qualcuno è sparito subito, altri si sono persi per strada, ma alla fine la tracklist si è chiusa. Mi ha fatto enorme piacere ricevere l’interesse in questo tributo, da parte di musicisti importanti quali Eric Forrest (ex-Voivod) con i suoi E-Force, gli Schizo e i Death Mechanism con special guests AC Wild e Andy Panigada dei Bulldozer. Anche in ‘The Cult of Necrodeath’ la triade Necrodeath/Bulldozer/Schizo è presente. In contemporanea una volta completata la selezione, si è lavorato alla parte grafica, e per questa ho coinvolto Giorgia Gueglio dei Mastercastle, autrice della copertina, che rimanda al primo leggendario ‘Into the Macabre’. Ogni pagina del booklet è dedicata a una band con tutte le info, foto ecc, come è giusto che sia fatto un tributo. A chiudere la grafica, ho scelto come retro copertina un’immagine del monastero di Valle Christi a Rapallo (Ge), luogo citato in ‘The Curse Of Valle Christi’, brano dei Ghostrider, dai quali nacquero i Necrodeath. Sul versante audio il mastering è stato effettuato da Pier Gonella ai Musicart Studio con la supervisione di Arioch.

Il brano che avete scelto è certamente uno dei cavalli di battaglia dei Necrodeath, ci sono stati dubbi o quella è stata la vostra prima scelta?
Arioch: Assolutamente prima scelta, amo da impazzire quel pezzo e avevo già in mente come avrei voluto realizzarne la cover, soprattutto a livello di arrangiamenti vocali. Certo, proporre un pezzo così amato e conosciuto dai fan dei Necrodeath è una responsabilità non da poco, ma adoro questo genere di sfide e sicuramente non mi sono spaventato al pensiero, al contrario mi sono sentito stimolato a dare il meglio di me.

State lavorando a un nuovo album, cosa puoi dirmi a tal proposito? Cosa bolle in pentola?
Peso: Abbiamo consegnato il nostro master del nuovo album in licenza alla Scarlet Records per il supporto CD e alla Terror From Hell per il vinile che uscirà il 9 marzo 2018, con release party a Savona il giorno stesso. Il titolo vuole consacrare o dissacrare i nostri 33 anni di carriera. ‘The Age Of Dead Christ’ ed è una sorte di ritorno al passato per come è stato concepito sia in fase di composizione, per la serie buona alla prima senza tanti sfronzoli,cazzate e perfezionismi inutili, e sia per la fase di registrazione… NO TRIGGER NO CLICK, ecc. Insomma, un prodotto molto istintivo,, se mi concedi il termine, che ha rispolverato la nostra anima black unita alla matrice thrash tipica degli anni ’80, il tutto corredato dal ritorno del vecchio logo presente sul demo del 1985 ‘The Shining Pentagram’. A tempo debito sarà un piacere ritornare a parlarne su queste pagine.

La Black Tears è la tua label, molto attiva, qual è la ricetta per continuare oggi a pubblicare dischi?
Daniele: La passione innanzitutto, puntare sulla qualità delle proposte, promuovere il più possibile su tutti i canali il titolo in uscita.

Avete partecipato all’album tributo Necrodeath, invece in casa Malignance cosa succede? Progetti futuri?
Arioch: Visto che il nostro nuovo disco, ‘Architects of Oblivion’, è uscito da poco, stiamo cercando di promuoverlo in sede live. È un disco importante per noi, visto che arriva dopo quattordici anni dal suo predecessore, per cui ci tengo particolarmente. In più ho già molte idee in mente per un nuovo album e ora che i lavori per questo tributo sono giunti al termine mi piacerebbe cominciare con la stesura dei brani che daranno vita al successore di ‘Architects’.

Grazie a tutti voi e lunga vita ai Necrodeath.
In alto il nostro saluto!

Trevor

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