Accept – Deutschland Steel!

Il 20/10/2014, di .

Accept – Deutschland Steel!

Riportare all’eccellenza assoluta una proposta musicale che tanto aveva dato alla causa dell’heavy metal negli anni Ottanta non deve essere stato affatto facile. Per nulla facile, neppure se ti chiami Accept. Un gruppo che non ha certo bisogno di presentazioni, dato che il nome è più che sufficiente per destare nuovamente gli animi dei metal maniacs, anche in tempi come questi, in cui, di certi antichi racconti, si sta man mano perdendo memoria. Sicuramente sarebbe stato più facile e accomodante organizzare una bella reunion (l’ennesima) della formazione originale, con tanto di tour mondiale ed incassare quattrini in abbondanza, per garantire una pensione agiata. Certo, sarebbe stato facile, ma non per dei veri guerrieri come Wolf Hoffman e Peter Baltes, e va riconosciuto loro il coraggio di essersi rimessi in gioco, rischiando non solo la faccia, ma anche l’onore di una carriera leggendaria. Levarsi di torno un cantante ingombrante, con mille problematiche a lui legate a livello di ego e quant’altro, è stato il passo fondamentale che ha permesso di rimettere in moto la macchina degli Accept. Un gran bel rischio, sicuramente calcolato, dove la scivolata nel dirupo del dimenticatoio era in attesa, dietro l’angolo. Ma le cose, fortunatamente hanno assunto ben altra piega, quindi, rinvigoriti dall’ingresso in formazione della vecchia volpe Marc Tornillo (ex T.T. Quick) alla voce, la band tedesca si appresta a pubblicare un nuovo album dal titolo ‘Blind Rage’, un disco fenomenale, che surclassa di gran lunga i già ottimi due album che sin qui l’han preceduto! Ci siamo intrattenuti a lungo con il chitarrista della band, Wolf Hoffman, che, pur non nascondendo qualche rimpianto per il passato, ci ha rivelato alcuni interessanti retroscena sulla lavorazione di ‘Blind Rage’ e sul nuovo corso intrapreso dalla sua band. Rimarcando il fatto che gli Accept stiano vivendo una specie di seconda giovinezza…
Come sta reagendo la stampa, dopo l’ascolto di ‘Blind Rage’? Quali sono le prime impressioni che i giornalisti si stanno facendo?
“Stupefacente! – Esordisce il chitarrista – Credo che questa sia in assoluto la miglior volta di sempre. Abbiamo ricevuto tantissimi complimenti da parte dei giornalisti che hanno potuto ascoltare in anteprima ‘Blind Rage’ e sinora le recensioni sono tutte positive! Il fatto è dimostrato dall’alto numero di pre-ordini che giornalmente sta ricevendo la nostra casa discografica. Siamo davvero molto felici di come stanno andando le cose e di questo devo ringraziare tutti coloro che ancora una volta hanno creduto in noi e nella nostra musica. Sembra proprio che questo disco stia piacendo a tutti!”
Sei completamente soddisfatto di ‘Blind Rage’? “Ho dovuto staccarmi per un paio di mesi da questo disco, non l’ho mai più ascoltato. Solo così potevo farmi un’idea esatta del suo potenziale, solo a mente lucida. Ho dovuto levarmelo dai piedi perché ero troppo coinvolto e non potevo essere obiettivo, ora invece sono pronto! È la prima volta che mi sento completamente soddisfatto di un disco degli Accept, parlo del periodo recente della band, ovviamente, con ‘Stalingrad’ eravamo entrati in studio con dei brani non completamente finiti e dato che c’erano già delle date fissate non abbiamo potuto prendere tutto il tempo che necessitava quel disco, siamo stati sotto pressione e credimi, non si lavora affatto bene in quel modo.”
Come avete impostato la lavorazione di ‘Blind Rage’?
“Come è sempre accaduto i principali compositori siamo stati io e Peter Baltes, squadra vincente non si cambia! Abbiamo iniziato a scrivere le nuove canzoni nel mese di maggio dello scorso anno, questa volta abbiamo avuto molto più tempo a disposizione dato che eravamo liberi da ogni impegno sul fronte live. Ci siamo preparati a lungo prima di entrare in studio, lavorando ininterrottamente per otto mesi su questo disco. Esattamente sei mesi sono andati via per la composizione e altri due per le registrazioni e gli arrangiamenti finali. Solo successivamente ha partecipato anche Marc Tornillo, offrendo buoni spunti a livello di liriche e ottimi arrangiamenti vocali. Abbiamo avuto un approccio molto meticoloso, al limite del maniacale, volevamo che tutto suonasse alla perfezione e fosse un disco che suonasse Accept al 100%. Al contrario del precedente ‘Stalingrad’, abbiamo posto molta più attenzione ai singoli particolari, volevamo che tutte le canzoni fossero all’altezza della nostra fama, ed ogni tassello doveva incastrarsi nel punto giusto. Alla fine, credo che abbiamo ottenuto un risultato eccellente, con questi 15 brani che secondo me, sono tutti di altissimo livello.”
Come 15? Io ne ho solo 11 al momento!
“Abbiamo dovuto fare una scelta ed è stato difficile escluderne uno rispetto ad un altro, credimi, ma abbiamo dovuto scegliere. Comunque i brani rimasti fuori li utilizzeremo in qualche modo: edizioni speciali oppure retri di qualche singolo, vedremo…” Come ad esempio ‘Throw To The Wolves’ che finirà come bonus giapponese se non sbaglio? “Ah si, ‘Throw To the Wolves’ è rimasta fuori, l’hai già sentita?” No, ho solo letto qualcosa in merito e dal titolo penserei ad un pezzo veloce… “No invece, si tratta di un mid tempo! Ta-ta.ta.ta – na.na.na – ta.ta. na.na.na (molto bene qui abbiamo Wolf Hoffman che canta i riff al telefono! Giornata positiva direi!). Gran pezzo quello, tra poco sarà disponibile e non farete fatica a trovarlo.”
E Andy Sneap è sempre la ciliegina sulla torta…
“Certamente! Andy ci ha nuovamente dato una bella mano mettendo il suo tocco magico donando a ‘Blind Rage’ un suono 100% Accept , ma al tempo stesso moderno e potente”. Ormai possiamo considerare a tutti gli effetti Andy come il sesto membro della band… “Sicuramente in studio lui è un membro degli Accept a tutti gli effetti. La cosa funziona molto bene da tre album ormai, anche perché Andy è stato ed è tutt’ora un grandissimo fan degli Accept. In un primo tempo ci era stato proposto dalla Nuclear Blast, come probabile produttore per ‘Blood Of The Nations’, ma sinceramente non ero affatto sicuro che sarebbe funzionato con la nostra musica, dato che prima d’allora aveva prodotto alcune band importanti, ma decisamente più violente della nostra. Dopo aver lavorato con lui però, ho dovuto ricredermi dato che ho scoperto un grandissimo professionista. Siamo diventati molto amici e non potrei mai pensare ad un nostro album senza la sua produzione, poi dovreste vederlo come si esalta in studio, sembra un bambino!”
Non c’è non nessuna canzone che riprende ‘Blind Rage’, è l’intero album ad essere pervaso da questa vostra furia cieca?
“Esattamente così! Se pensi che i Judas Priest produssero nel 1980 un album favoloso dal titolo ‘British Steel’, ma non c’era una canzone intitolata ‘British Steel’ su quel lavoro, bensì era il titolo stesso che rappresentava perfettamente tutto il contenuto dell’acciaio inglese! Ed è così che ci sentiamo noi adesso, e pur se non paragonando ‘Blind Rage’ a ‘British Steel’, ritengo che abbiamo raccolto una manciata di ottime canzoni che grondano di puro ed incontaminato metal sound Made in Germany.”
Osservando la copertina del disco e riflettendo sul titolo che avete scelto: questi elementi riflettono i temi lirici trattati o hanno qualcosa a che fare con il vostro atteggiamento musicale?
“Entrambe le cose. Penso che quello che abbiamo prodotto sia una raccolta di ottimo materiale tipico di casa Accept! Tutte le canzoni hanno la classica atmosfera e, naturalmente, come sempre, c’è un tema principale di aggressività e rabbia insito nella nostra musica che vogliamo sempre mantenere. Non sarebbe musica heavy ma qualche cos’altro! La gente in questi periodi di etichettature ai generi musicali, ama definire la nostra musica come ‘metal classico’, e noi siamo orgogliosi di poterlo rappresentare al meglio. Un titolo come ‘Blind Rage’ ci è piaciuto subito, quindi non ci son state troppe discussioni sulla scelta, almeno non questa volta. Ed oltre a ciò, tengo a precisare che non si nascondono né concetti profondi e neppure messaggi particolari. No! Nulla del genere. Stessa cosa dicasi per la copertina del disco, abbiamo detto all’illustratore che volevamo che riportasse in maniera totale nel disegno la ‘furia cieca’, ed appena ci è stata consegnata la prima bozza ci siamo guardati dicendoci: ‘WOW! Perfetta!”
Solo poco tempo fa vi davano per dispersi invece ‘Blind Rage’ è già il terzo album in studio con Marc Tornillo alla voce….
“Pazzesco! Non mi sembra neppure vero, anzi sembra solo ieri quando prendemmo la decisione di riprovarci mettendoci nuovamente in gioco. Invece sono passati già sei anni, tre album in studio a cui sono seguiti due tour mondiali e un altro è ormai alle porte.”
Una specie di seconda giovinezza per gli Accept?
“Certo, chi vuole invecchiare?” Allora il brano ‘The Last Of The Dying Breed’ sul vostro nuovo album non è da intendersi come auto celebrativo? Non siete una razza in via di estinzione pure voi? Almeno, non ancora…
“Quel brano è stato scritto appositamente come tributo da parte nostra al più grande cantante di tutti i tempi: Ronnie James Dio! Un omaggio che abbiamo voluto dedicargli con un nostro finale: “We salute you”! Ronnie è stato un cantante immenso, forse il più grande di tutti i tempi, l’unico che è riuscito a cambiare la storia del rock! Un grande, indimenticabile artista, che ci ha lasciato troppo presto. Ci sembrava come minimo doveroso dedicargli almeno una canzone”
Si ma non sfuggire alla domanda…“Quale domanda? (ride) Ah si, vero! Quando iniziammo c’erano altre band più vecchie di noi come Black Sabbbath, UFO, Deep Purple, Uriah Heep in attività da anni, band alle quali ci siamo sempre ispirati, e mi pare che siano ancora tutte in attività. Quindi, ad essere ottimista, prevedo ancora una quindicina buoni di anni in cui sicuramente gli Accept faranno parlar di sè.” Sempre che non vi venga la malaugurata idea di richiamare un ‘certo cantante’ e buttare tutto quanto fatto di buono sinora nel… “No! Capitolo chiuso! Da escludere!”
Non avete mai pensato di chiudere questa bella trilogia iniziata con Marc Tornillo come si faceva un tempo, ovvero con un bel doppio live apribile, pieno di foto e ringraziamenti?
“È una buona idea ma sicuramente faremo ancora un altro disco in studio così da avere maggior materiale a disposizione appartenente a questa nuova formazione della band e che rappresenti appieno gli Accept nel nuovo secolo. Poi sicuramente penseremo ad un live, ma è ancora presto! Voglio dire, capisco bene che la gente vuole sempre sentire da noi ‘Metal Heart’, ‘Balls to The Wall’ o ‘Fast as a Shark’ e continueremo a suonare sempre quelle canzoni dal vivo, ma è mia ferma intenzione impostare gli spettacoli maggiormente sulle nuove composizioni che andranno man mano a sostituire quelle appartenenti al nostro passato. Con così tanto materiale a disposizione la gente è diventata sempre più esigente, così abbiamo dovuto aggiungere ben un’ora ai nostri show rispetto alle due previste di un tempo. Anche a livello fisico lo sforzo è maggiore, quindi dobbiamo prepararci fisicamente in maniera diversa. Comunque con la limited edition di ‘Blind Rage’ sarà allegato un DVD che comprende un nostro concerto intero tenuto in Cile a supporto di ‘Stalingrad’ nel 2012”
Recentemente ho avuto occasione di leggere il libro ufficiale sui Metallica dal titolo ‘Enter Night’ di Mick Wall dove agli inizi della loro carriera un bel giorno Hetfield si precipita da Lars dicendogli: “Hey tu, guarda questo disco?!? Questi tedeschi sono usciti prima di noi con questo ‘Restless and Wild’…ascolta il riff ci hanno rubato tutte le idee!” “Non ero a conoscenza di questa affermazione di Hetfiled e mi fa sorridere e vedrò anche di procurarmi al più presto il libro. Mi dispiace se li abbiamo preceduti di un anno ma non abbiamo rubato nessun tipo di idea anche perché ai tempi in cui componemmo ‘Restless And Wild’ non sapevo neppure chi fossero i Metallica. Abbiamo scritto canzoni veloci come ‘Restless And Wild’ oppure ‘Fast As A Shark’ per dare una sveglia al pubblico in modo che partecipasse maggiormente ai nostri spettacoli. Noi arriviamo da un’altra scuola, siamo cresciuti ascoltando Deep Purple, Uriah Heep, Judas Priest e Status Quo, quindi non ci siamo mai sentiti in competizione con band come Metallica, Anthrax o Slayer, non ci sarebbe stata partita, ci avrebbero distrutti senza pietà!”
Avete vissuto da protagonisti tutti gli anni Ottanta. Quali sono le maggiori differenze che riscontri tra quei periodi indimenticabili e i giorni nostri?
“C’è un abisso tra le due decadi! Adesso la gente sa veramente cos’è l’heavy metal e sa come trattarlo! Parlo di case discografiche, organizzatori di concerti, giornalisti, etc… sono competenti e tutto si svolge in maniera disciplinata ed è pianificato con largo anticipo. Tanti dischi degli Accept, nonostante abbiano avuto un ottimo successo, erano a parer mio pieni di errori madornali, se li risento ora mi mettono i brividi. Questo perché abbiamo dato retta a gente incompetente, specie in studio di registrazione abbiamo seguito delle direttive sbagliate che ai tempi ci proposero come assolutamente vincenti, ma non erano per niente adatte ad un gruppo come il nostro. Dagli errori si impara sempre qualcosa.”
Oggi però un vantaggio c’è: gli addetti ai lavori (chi scrive ma anche chi lavora nelle case discografiche e per i promoter) sono essi stessi cresciuti con voi e la vostra musica, vi conoscono, vi hanno apprezzato. Sono i ragazzini che erano fan negli anni Ottanta e che hanno fatto della loro passione una professione.
“Vero! Sarebbe stato praticamente impossibile per una band come la nostra riproporsi a distanza di anni senza essere sicuri che qualcuno la fuori si ricordasse ancora di noi! Anche quelli che lavorano alla Nuclear Blast almeno un concerto degli Accept l’hanno visto in passato. A nostra insaputa abbiamo scritto parte della storia di questo meraviglioso genere musicale, ma voi l’avete apprezzata imparando a memoria la nostra lezione!”
Come mai in questa vostra reunion avete preferito come secondo chitarrista Hermann Frank piuttosto che a Jorg Fischer?
“Semplicemente per il fatto che nessuno di noi sa dove diavolo sia finito Jorg Fischer! Nessuno ha più avuto sue notizie da tempo e neppure sappiamo dove suoni o se suoni ancora in qualche gruppo. Anche a livello strettamente personale abbiamo perso ogni contatto con lui. Sparito! Jorg non ha lasciato traccia. Non ci sono altre considerazioni da fare in merito.”
Vuoi forse farmi intendere che se un giorno Jorg saltasse improvvisamente fuori dal cilindro magico, potreste anche considerare il fatto di potervi presentare su un palco con tre chitarre come gli Iron Maiden?
“Questa ipotesi mi sembra alquanto improbabile dato che non la vedo come una soluzione attuabile per un gruppo come gli Accept, due chitarre impostate in questa maniera penso siano abbondantemente sufficienti. Magari per certe situazioni particolari, come ad esempio il Wacken di quest’anno (staranno suonando proprio mentre sto redigendo quest’articolo) dove suoneremo per tre ore alla ‘A Night To Remember” potremmo averlo ospite con noi per suonare un paio di classici o cose del genere. Ma finché non avrò sue notizie non posso darti una risposta esauriente in merito.”
Vivi sempre in America? Perché hai deciso di trasferirti proprio negli Stati Uniti?
“Perché no? Questo è un grande Paese ed offre tantissime possibilità. Ognuno di noi ha le sue priorità, per questo non riuscirei mai a vivere come un insetto in una giungla come New York City, non so come Mark Tornillo possa riuscirci, forse è solo questione di abitudine, io non ci riuscirei mai. Vivo da anni qui a Nashville nel Tennessee e mi trovo benissimo.”
Ma non ti manca la Germania?
“Oh si, certo che mi manca! Torno sovente a trovare la mia famiglia, così posso assaporare la mia birra e la carne tedesca.”
Oltre alla tua attività come chitarrista e mastermind degli Accept procede di pari passo anche la tua carriera di fotografo professionista?
“Certamente! È stato come scoprire una parte nuova di me stesso, qualcosa che non conoscevo affatto. È straordinario constatare come da un hobby sia nata una professione. Portare avanti con impegno entrambe le cose, fa di me un uomo molto fortunato.”
Progetti imminenti?
“Per prima cosa vorrei realizzare un video per la canzone ‘200 Years’ dato che ha una tematica davvero interessante! Quella canzone ha a che fare con la fine del mondo, la distruzione non solo del genere umano, ma l’annientamento di tutta la vita! Come se venissero spazzati via animali, piante, acqua e rimanesse solo il nulla assoluto ed il suo terribile silenzio. Lo so, è un argomento spaventoso, ma mi ha sempre colpito lasciandomi con dei bei punti interrogativi al riguardo! Vedremo se riusciremo a sviluppare l’idea nella maniera più consona.”
Per quel che concerne l’attività live invece?
“Dopo aver preso parte ai principali festival estivi, come il Woodstock Festival in Polonia ed il Wacken, a metà settembre inizieremo nostro tour europeo e dovremmo essere li da voi in Italia se non sbaglio a metà del mese di ottobre.” Allora ci si vede al vostro concerto e grazie infinite per il tempo concessoci… “Grazie a voi di Metal Hammer e a tutti i nostri fans italiani! Spero che ‘Blind Rage’ vi entusiasmi sul serio, quindi non posso far altro che darvi appuntamento al nostro concerto di Milano.”

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