Devil You Know – Track-by-track di “They Bleed Red”

Il 12/10/2015, di .

Devil You Know – Track-by-track di “They Bleed Red”

Benvenuti lettori di Metal Hammer Italia a questo track-by-track esclusivo del nuovo album dei Devil You Know. Dopo “The Beauty of Destruction”, il 6 novembre uscirà “They Bleed Red”, sempre per Nuclear Blast, che vedrà il gruppo statunitense recarsi anche in Italia, per la prima volta, con Five Finger Death Punch e Papa Roach. Abbiamo ascoltato per voi in anteprima questa nuova fatica dei Devil You Know! Troverete la nostra analisi e un parere di Francesco Artusato per ogni traccia. Ringraziamo Markus Jakob e Nuclear Blast per la concessione. Buona lettura!

“Consume the Damned”
“They Bleed Red” comincia in maniera furiosa, con un riffing devastante e John Sankey che picchia sulla pelli in maniera impressionante. L’entrata di un rabbioso Howard Jones fa già capire in che direzione andrà la traccia. Siamo ai limiti del modern thrash, per poi lasciarsi andare con qualche punta di -core e ad un refrain dove la sezione ritmica imperversa. Le mattonate continuano anche dopo il veloce solo di Francesco Artusato. Nessuna pietà in quest’inizio.
Francesco: Praticamente un pugno in faccia. Un pezzo che non molla mai e che mantiene energia dall’inizio alla fine. Quello era lo scopo…missione compiuta!

“The Way We Die”
La seconda traccia si colloca immediatamente fra le migliori di “They Bleed Red”. L’avvio è di quelli che non lascia scampo, sino a qui nessuna melodia. Un Howard Jones in versione idrofoba per questo full-length, con una gran voglia di dimostrare quanto la scena metal gli sia mancata. Sin dai primi secondi il pezzo si sfoga con un groove deturpante per poi giungere al culmine con un chorus orecchiabile. Da attimi djent ad accenni di melodic death i Devil You Know danno prova di essere un gruppo consolidato rispetto a “The Beauty of Destruction” e di aver deciso quale direzione stilistica intraprendere: un metal moderno che ruba la maggior parte del lato strumentale dall’estremo ma che non lesina quel pizzico di melodia a bisogno. Eccellente il lavoro di basso di Ryan Wombacher sotto il solo di Artusato.
Francesco: Caratterizzata da un groove molto bouncy. Chorus epico e super aperto. Questa è puro divertimento da suonare dal vivo.

“Your Last Breath”
Terzo pezzo che stavolta comincia in maniera quieta, circondato da un’atmosfera oscura, guidato da una bella linea di chitarra. Il brano alterna momenti più miti, fra cui il chorus dove troneggia la voce di Jones, ad altri pesanti ed incedenti. Il riffing elaborato è sempre uno dei punti di forza di quest’album dei Devil You Know, oltre alla visibile affermazione dello stile di una band che ha trovato la propria quadratura.
Francesco: Il primo pezzo dell’ album che fa vedere il nostro lato piu’ melodico. E la prima canzone che abbiamo scritto per il nuovo album.

“Stay of Execution”
Inizio arrembante per questa quarta traccia, blast beats incontenibili degni dell’album più estremo possibile. Il seguito non cambia direzione, il brano si conferma via via aderente al modern trash-death, orientato verso il sound di band come i Lamb of God. Howard Jones riesce anche in questo caso ad inserire una punta di melodia e si nota una bella intesa fra chitarra e basso nel mezzo del pezzo, prima del solo di Artusato. Nel finale sembra quasi che i Devil You Know virino verso l’hardcore.
Francesco: Lo scopo di questo pezzo era di avere una canzone aggressiva, incazzata e diversa dalle altre. Ha un po’ di tutto, blast beats, riffs death metal, chorus melodico, etc…L’ ultima canzone scritta per quest’ album.

“Break The Ties”
Un avvio si oserebbe dire meshuggiano per questa traccia, che poi si trasforma e vira quasi sull’alternative, molto interessante l’approccio stilistico scelto dalla band. La parte strumentale si muove adagio, quasi sommessamente, sotto la guida di Jones. Il pezzo va pian piano in crescendo, assieme al cantato, che per tutto il brano sembra orchestrare sapientemente gli strumentisti. Una traccia affascinante, con delle linee di chitarra somiglianti al folk che si intessono in sottofondo.
Francesco: Il pezzo con influenza piu’ roccheggiante. Chorus molto powerful e mid section che crea un bel cambio di tono.

“Shattered Silence”
Qui i Devil You Know tornano a picchiare duro. Il drumming sfrenato che accompagna il riffing intricatissimo di Artusato ci troviamo alle frontiere del metalcore. Un testo tagliente e opprimente è alla base di “Shattered Silence”, il che dimostra una volta in più la capacità e la competenza di Howard Jones di scavare nell’animo proprio e degli altri per scrivere le lyrics.
Francesco: Veramente un pezzo METAL! Haha…veloce e groovy. Il bridge e` una delle mie parti preferite. Sicuramente un pezzo che pesta un sacco!

“Let the Pain Take Hold”
Anche questa una traccia con un testo molto serio e profondo. L’arpeggio iniziale scorta il calmo cantato di Jones; un pezzo totalmente diverso dagli altri, mossa scaltra questa dei Devil You Know per evitare critiche sulla monotonia o troppa uguaglianza fra i pezzi. Una semi-ballad che dà sfogo al lato più melodico della band.
Francesco: Probabilmente la mia canzone preferita. L’idea era di creare un pezzo con una struttura un po’ differente dalle altre e con spazio per molta melodia. Le parti vocali in questo pezzo sono grandiose (grande Howard). Canzone molto epica!

“Master of None”
Traccia che parte da subito con un approccio tecnico. Un’impressionate serie di riff vengono sostenuti da un ritmo furioso e da un Howard Jones che torna sullo stile dei primi pezzi dell’album. La parte centrale sembra estratta da un disco tech-death. Schiacciasassi!
Francesco: Uno dei pezzi piu’ tecnici. John ed io volevamo scrivere una canzone del genere da tempo. Riff tecnici e molto groove. Mi piace troppo il finale!

“Searching for the Sun”
Anche in questo pezzo, dal mood nostalgico, la tecnica ha una buona dosa d’importanza. Si sente molto la mano di Artusato sulla traccia, ricordando a grandi linee quello che abbiamo ascoltato su “Our Dying Sun”. Totalmente diverso è però l’approccio, con un cantato che alterna gli stili, v’è molta più melodia rispetto alla precedente. L’arpeggio in pulito è presente in sottofondo per la maggior parte della canzone. Note di merito in questo caso vanno al cantante per la prestazione superlativa e ad Artusato per lo splendido assolo.
Francesco: Influenze progressive e nel globale molto melodica. Ha un vibe molto dark.

“How the End Shall Be”
Nuova traccia impressionantemente veloce e complicata. Il riffing è ancora uno dei protagonisti del pezzo, sempre ispirato al thrash-death. Il metal moderno statunitense mette questa volta il suo marchio sulla composizione dei Devil You Know , richiamando alla mente i già citati Lamb of God.
Francesco: Sicuramente la canzone piu’ complicata da suonare. Tecnica ma con un bel groove. Agressiva dall’ inizio alla fine.

“Broken by the Cold”
Ultimo pezzo di “They Bleed Red”. Un sinuoso arpeggio dà il via alle danze, aprendo la strada ad un brano quadrato e deciso. Una bella conclusione per un disco molto superiore al precedente, che termina sfumando con gelidi effetti sonori di un vento invernale.
Francesco: L’idea era di avere una traccia molto epica con intro e outro per la chiusura dell’ album. Decisamente un pezzo influenzato dal genere progressive.

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