Lordi – Between Jekyll and Hyde

Il 07/10/2016, di .

Lordi – Between Jekyll and Hyde

Un album double face, con un piede ben piantato nel passato ed uno stabilmente nel futuro. Questo è “Monstereophonic: Theaterror Vs. Demonarchy” nuova fatica discografica dei Lordi, che per la loro ottava tornata in studio danno alla luce un disco che, a una prima parte più classica, abbina una seconda più sperimentale. A presentarci questo atto di coraggio, è il mostruoso Lordi in persona

Quando ti trovi quasi inaspettatamente al top dopo aver trionfato, tu portavoce di un hard rock che più classico non si può imbastardito giusto da un’immagine da fumetto horror, ad uno dei più grandi eventi pop europei come l’Eurovision Song Contest, la strada finisce per farsi estremamente complicata. O segui il metodo “Ac/Dc” e ripeti la stessa formula all’infinito, o azzardi e ti reinventi. Ma dato che qui si parla dei Lordi, non degli Ac/Dc, e che i lavori post “Hard Rock Hallelujah” sono andati avanti a strattoni senza far più gridare al miracolo, la strada (forzata) verso la sopravvivenza per il combo di Rovaniemi è stata una sola: reinventarsi e cercare di azzardare. Con moderazione, però. Ecco quindi che il nuovo lavoro”Monstereophonic: Theaterror Vs. Demonarchy” si presenta come un disco double face, con un “Side A” volendo utilizzare l’immagine del vinile a noi tanto caro, nel quale ritroviamo i Lordi così come li abbiamo sempre conosciuti, con il loro hard rock horrorifico carico di melodia e di approcci ruffiani, ed un “Side B” “Demonarchy” nel quale emerge il lato più heavy e, volendo, sperimentale del gruppo, che in questo frangente presenta anche il primo mini concept album in quasi 25 anni di carriera. Un azzardo? Forse, ma per Mr. Tomi Putaansuu , alias Lordi, questa scelta ha rappresentato la vittoria di una sfida contro se stessi “Il concept è suddiviso in due parti, una più classica ed una orientata verso sonorità se vogliamo più sperimentali – spiega con la simpatia che lo ha da sempre contraddistinto – Le ragioni di questa scelta sono molteplici, su tutte la mia passione per suoni più aggressivi, più moderni, che nei dischi precedenti non ho mai potuto sviluppare come avrei voluto. Con questo disco ho voluto fare il grande passo, senza però troncare drasticamente con quanto sin qui costruito dai Lordi. E’ per questo che le prime sette canzoni racchiudono il sound classico dei Lordi, quello che ci ha resi celebri e ci ha fatto apprezzare dai fan. Le ultime sette tracce, invece, sono decisamente più aggressive, più sperimentali”. Un passo necessario che, visto la qualità calante degli ultimi lavori del gruppo, si sarebbe potuto fare anche prima, però vi era un blocco ad impedirlo, come confessa candidamente e con grande onestà il cantante” Non abbiamo mai compiuto questo passo prima perchè non mi vergogno a dirlo, avevamo paura. Avevamo un freno psicologico, che ci portava a bloccarci ogni qualvolta si decideva di provare qualcosa di differente. In un certo senso avevamo trovato una formula vincente, che piaceva alla gente e che automaticamente veniva ripetuta ad ogni disco. E’ un discorso delicato, perché non è facile cambiare senza snaturarsi, senza rinnegare le proprie origini. Forse non ci sentivamo pronti, forse avevamo paura di come il pubblico avrebbe accolto questi cambiamenti… Nei primi dischi con Kita alla batteria, anche grazie al suo background non ci siamo mai posti il problema di discostarci dall’hard rock classico, poi è entrato nel gruppo Otus e da lui ci è arrivata una spinta importante verso il cambiamento ma, purtroppo, nel 2012 Otus è venuto a mancare e noi siamo ritornati nel limbo. Oggi con Mana abbiamo ritrovato quello spirito innovatore che era venuto meno nel 2012 e ci siamo sentiti finalmente pronti per lanciarci verso sonorità più orientate verso l’heavy metal”. E la prime recensioni sono tutte positive, a conferma che forse il nuovo corso non è poi così sbagliato, anche se questo non basta per tranquillizzare definitivamente una delle band più inquietanti in circolazione “Il timore c’è sempre, anche se devo dire che le prime recensioni sono state sostanzialmente positive e questo ci fa capire come il messaggio sia giunto nel modo corretto – prosegue – Il fatto è che, in questi anni di concerti, abbiamo avuto modo di vedere come, tra il nostro pubblico, ci fosse sia l’amante del metal classico, sia quello che ci ha scoperti per il nostro lato più melodico, magari dopo averci visto all’Eurovision Contest, per questo il nuovo lavoro dovrebbe andare ad abbracciare entrambi i tipi di ascoltatori e questo disco dovrebbe accontentare un po’ tutti” Addentrandoci nel processo di realizzazione di “Monstereophonic: Theaterror Vs. Demonarchy” emerge come la lavorazione sia stata estremamente semplice, almeno da un punto di vista creativo, nonostante un radicale cambiamento concettuale e sonoro rispetto al passato “Lavorare a questo album “double face” è stato incredibilmente semplice, proprio perché ci siamo scrollati finalmente di dosso tutte le remore e i pregiudizi che ci avevano accompagnato nell’ultima parte della nostra carriera. Spesso ci siamo trovati con dei pezzi scritti, tagliati o rielaborati in un secondo tempo perché suonavano troppo heavy, troppo estremi per i nostri standard, e questo ha finito inevitabilmente per condizionarci. Ora, senza più vincoli psicologici, è stato più facile: un brano suonava in modo classico? Lo reindirizzavamo verso la prima parte del disco; un altro pezzo nasceva più heavy? Se possibile lo inasprivamo ancora di più lo estremizzavamo e lo mettevamo nella seconda parte. E’ stata una cosa estremamente naturale”. Ben più difficile è stato creare la storia di ”Demonarchy” il primo concept album composto dai Lordi “Scrivere la storia del concept è stato dannatamente complicato, onestamente non lo avrei mai pensato – rivela il singer in vena di confidenze – Invece mi sono messo a lavorare alla storia per poi costruirci sopra le canzoni, e non è stato semplice come avrei pensato. Però erano anni che la nostra label ci spingeva a incidere un concept album dicendo che questo tipo di lavoro si sarebbe sposato perfettamente con la nostra immagine…quindi alla fine mi sono arreso e ho inciso un concept album, anzi, un semi-concept perché la storia riguarda solamente la seconda parte dell’album, il Side B, se vogliamo usare l’idea del vinile che tanto adoro. “Demonarchy” è una classica storia horror, dentro c’è di tutto: un bambino zombie, un vampiro, una donna licantropo, una strega… il lato più oscuro dei Lordi è stato riversato sia a livello sonoro che testuale in questo mini-concept…è stata dura ma alla fine abbiamo ottenuto quello che volevamo” Il coraggio palesato dai Lordi in fase compositiva, non si è però confermato al momento della scelta del primo singolo da estrarre, caduta sulla tradizionale “Hug You Hardcore” piuttosto che su un brano più moderno, sancendo così ufficialmente la rottura tra quello che è stato e quello che sarà. Anche in questo frangente, però le motivazioni alla base di tale scelta sono forti e motivate “La decisione di non utilizzare una canzone del “Lato B” come singolo non è legata ad una sorta di paura nell’andare avanti con il nuovo corso, ma è legata a fattori puramente pratici. Il primo dipende dal fatto che, per registrare “Demonarchy” ci siamo avvalsi del lavoro di due chitarristi, mentre attualmente ne abbiamo uno solo, Amen, quindi scegliere un singolo dalla seconda parte del disco avrebbe significato dover prendere un secondo chitarrista per il tour o non proporre dal vivo il singolo del disco, due eventualità difficili da immaginare. Il secondo è di natura puramente economica: le canzoni di “Demonarchy” seguono una storia che avrebbe dovuto avere una trasposizione cinematografica nel video, con effetti speciali, scenografie, make up costosissimi e il budget a nostra disposizione non avrebbe mai potuto coprire tali costi. Anche perché i tempi sono cambiati, con You Tube e Internet le televisioni non passano più i video e una simile spesa sarebbe stata inutile. Quindi abbiamo optato per una canzone che ci rappresentasse e che potesse avere comunque una efficace rappresentazione in video”. Ecco quindi estrarre dal cilindro “Hug You Hardcore” accompagnata da un video (coraggioso, va detto), nel quale scene di sesso anale, cannibalismo e carne maciullata si alternano con gran disinvoltura, attirando sul gruppo non poche critiche “Il video di “Hug You Hard Core” è stato molto criticato e la cosa che mi ha sorpreso di più è stato ricevere critiche di fan indignati che si sono scandalizzati davanti a queste immagini. Cazzo, dite di amare i Lordi e poi vi stupite di questo video? Ma allora non avete mai letto una delle mie canzoni, non avete mai capito niente dei Lordi! E poi “Hug You Hardcore” parla di fisting anale, di sesso estremo… non potevamo girarci un video con demoni e case infestate… Ci andava qualcosa a tema, magari sull’idea di “Hostel” ed è uscito questo clip. Ma la cosa divertente è che il video che sta circolando nella sua versione non censurata, è molto meno brutale di come lo avevo in mente io. Io lo avrei fatto ancora più estremo, con più scene di nudo, con immagini più crude… solo che si è messo il nostro label manager dicendo che avremmo già avuto parecchi casini così senza calcare ulteriormente la mano. E io che continuavo a dirgli “Ma non vedi che è troppo soft? “e lui “Cazzo dici, è troppo estremo” ed io “Ma no, è soft” fino a che è sbottato “Sarà soft per te, ma per la gente normale come me è troppo eccessivo!” Era davvero schockato, quindi si è deciso di seguire la strada della label e del regista. Anche se, evidentemente, viste le reazioni per qualcuno era davvero un po’ troppo eccessivo” Ora un tour, che partirà il 1 ottobre dalla Germania per arrivare a novembre in Italia per tre date, a Borgo Priolo (PV), Padova e Roma. Un tour nel quale la band non proporrà come era stato ventilato l’ultimo lavoro per intero ma proporrà una sorta di greatest hits come da tradizione “Non possiamo suonare tutto il disco perché avremmo bisogno di due chitarristi, quindi al momento non è ipotizzabile la cosa – rivela – Poi non si sa mai, magari il disco avrà un successo tale che ci porterà anche a fare questo passo, ma al momento preferiamo concentrarci su cosa sappiamo fare meglio, proponendo uno spettacolo incentrato su brani estratti da tutta la nostra discografia. E ovviamente gli effetti speciali non mancheranno, ma chi conosce i Lordi sa che da questo punto di vista si può fidare”

FACT
Non regnano solo i Lordi in Finlandia, nell’universo delle band mascherate. Dal 2009, per “compiacere” ai bambini che avevano scoperto i Lordi grazie alla loro vittoria all’Eurovision Contest, sono infatti nati gli Hevisaurus, gruppo dedito ad un pop-metal cantato in finlandese da musicisti che si nascondono sotto buffi pseudonimi (il cantante Herra Hevisaurus, il tastierista Milli Pilli, il batterista Komppi Momppi, il chitarrista Riffi Raffi e il basista Muffi Puffi), soliti esibirsi con costumi da dinosauri. “Conosco molto bene il fondatore di questa band – ha affermato Lordi – quando registravamo “Deadache” loro erano nel nostro stesso studio. Mi ha confessato che, dopo il nostro successo all’Eurovision, hanno voluto creare una sorta di Lordi per bambini, visto che noi non siamo propriamente adatti ai più piccoli”

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