Nightwish – Un sogno tangibile
Il 12/12/2016, di Alessandra Mazzarella.
Intervista condotta da Paky Orrasi; traduzione a cura di Alessandra Mazzarella.
In un anno e mezzo i Nightwish hanno stregato ogni angolo del pianeta, immortalando il loro viaggio nel fantastico “Vehicle Of Spirit”, un DVD con il quale si potranno rivivere due concerti, il “The Wembley Show” e il “The Tampere Show”, e godere di numerosi contenuti extra. Floor Jansen si concede ai microfoni di Metal Hammer Italia per discutere di questi live che resteranno per sempre nella storia della band e della sua vita da futura mamma.
Ultimamente Tuomas ha dichiarato che tu sei stata capace di catturare la vera essenza dei Nightwish. Qual è questa essenza, secondo te?
Non è semplice rispondere così, su due piedi… Direi la magia. I Nightwish sono magici, scatenano emozioni nelle persone in tutto il mondo e a tutte le età, che siano bambini, adolescenti o nonni. Quella dei Nightwish è una magia emotiva.
Esibirti al Wembley ti ha messo addosso pressione?
Certamente, ma non mi ha privata della gioia dell’esperienza. Probabilmente essere in tour già da cinque settimane prima di suonare lì ha aiutato abbastanza, in quel lasso di tempo abbiamo avuto modo di abituarci all’idea, nei limiti del possibile. Alla fine sai che stai per suonare in un posto speciale, che devi registrare un DVD, ma sono cose di cui ti puoi dimenticare; ho cercato di vederlo come l’ennesimo show, non diverso da quelli che avevamo messo su nei giorni precedenti, mi ha aiutato a calmarmi e a godermi ogni secondo, credo che anche gli altri abbiano fatto lo stesso.
Sul palco sembri molto calma ed estremamente vicina al pubblico…
Lo spettacolo si fa per il pubblico e con il pubblico. Quando hai il privilegio di stare davanti a quegli spettatori sarebbe terribile non esserne felici!
Cosa hai pensato quando hai messo piede sul palco?
Ci siamo!
Hai qualche rituale pre-concerto?
Niente oltre a truccarmi e vestirmi; mi porta via più di un’ora. Chiudo la porta, me ne sto nella mia bolla e non voglio essere interrotta o parlare con nessuno, a meno che non sia necessario. È un ottimo rituale per mettersi nella condizione mentale di esibirsi ma non funziona sempre. C’è anche il momento dell’intro, quando mi infilo il monitor in-ear e faccio il mio dovere.
Lo show di Tampere è stato importante per gran parte della band. In che modo è stato speciale per te?
Non so come si siano sentiti i ragazzi, posso solo cercare di immaginare cosa significhi riempire gli stadi nel proprio Paese, essere abbastanza audaci da passare dalle arene agli stadi, perché non sai mai come potrebbe andare. Credo si siano sentiti orgogliosi di aver raggiunto un simile traguardo, di aver messo in piedi un simile spettacolo e di aver detto: ‘Facciamolo ancora più grosso!’. Credo che abbiamo regalato al pubblico una notte molto speciale e anche io ho sentito quell’orgoglio quando i finlandesi mi hanno accolta anche se sono olandese e non una di loro. In occasione di quel concerto ero anche più nervosa perché, a differenza di quello di Wembley, non avevamo quelle cinque settimane di preparazione a monte, quindi è stato tutto molto eccitante!
Con ‘Endless Forms Most Beautiful’ avete toccato temi quali l’evoluzione e la religione. Credi che usare tematiche concrete sia importante per i Nightwish?
Non posso parlare direttamente perché è Tuomas a scrivere i testi e scegliere gli argomenti ma ovviamente voleva sapere se anche noi fossimo d’accordo con le sue decisioni e così è stato. Se hai il dono di saper scrivere poesie su qualunque cosa come Tuomas allora puoi scegliere qualunque argomento. Come dice Richard Dawkins, c’è magia nella realtà, c’è un senso di grandezza in questa visione della vita. Bisogna sapere dove guardare e Tuomas lo sa e ci permette di avvicinarci a certi temi con questo suo stile poetico. Mi ha ispirata molto, si addice al mio modo di pensare e credere. Chissà in cosa si cimenterà la prossima volta.
Quando Richard Dawkins è salito sul palco sembravi commossa e orgogliosa…
Assolutamente, una combinazione di orgoglio ed eccitazione! Ero nervosa per lui, immagino come si sia sentito a venire sul palco col microfono in mano… Speravo che si ricordasse le sue battute! Non che io stia mettendo in dubbio la sua intelligenza. Ero così nervosa in quel momento da non aver fatto caso alla reazione dei presenti, cosa che ho poi visto nel footage: bellissimo, erano così commossi!
Ti piace rivederti in video oppure le tue manie di controllo prendono il sopravvento?
Vado a farsi alterne con queste cose: è bello vedersi sotto una lente critica, ti permette di vedere dove sbagli o in quali frangenti stai migliorando. In ogni caso sto imparando a lasciar perdere certe cose perché quel che è fatto è fatto e non può essere cambiato. Questo è un atteggiamento che riservo esclusivamente a me stessa perché lo considero un modo positivo di guardare le cose, ma ci deve sempre essere un momento in cui puoi dire ad alta voce di aver fatto bene e io sono molto contenta e orgogliosa di quello che è stato fatto.
Mi ricordo che un produttore un giorno ti ha detto che sentendosi al sicuro si rimane veri artisti per sempre. Vorrei sapere qualcosa in più sulla sicurezza che ti trasmettono i Nightwish e le persone che ti circondano.
Mi disse di circondarmi di persone fidate per sentirmi sicura nell’essere un’artista dal punto di vista economico. L’industria musicale non ha quella che si dice una bella fama, si sa che fin dagli albori ha rovinato molti artisti. Avendo persone fidate che gestiscono la burocrazia, io posso dedicarmi con tranquillità all’aspetto artistico della mia carriera.
C’è mai stato un momento in cui hai pensato di perdere te stessa in questo ambiente così folle?
No, mai.
Come credi che la maternità cambierà il tuo rapporto con la tua carriera e la vita in tour?
Davvero non lo so, è ancora tutto da vedere. Sarà una sfida interessante riuscire a far convivere i due mondi ma se ce l’hanno fatta le altre ce la posso fare anch’io!
Come spiegheresti al tuo bambino cos’è il metal?
Credo che per quando lui o lei capirà che cos’è sarà cresciuto con due genitori che fanno parte di band metal e non ci sarà bisogno di spiegare a parole cos’è, sarebbe uno sforzo inutile!
Qual è stata la più grande sfida che tu abbia affrontato come donna nella scena metal?
Per me l’impatto con la scena metal è andato alla grande ma penso che molto dipenda dalla propria personalità e dal modo in cui ci si approccia alle cose. Non serve a niente sottolineare che gli uomini e le donne sono diversi, porta solo ad enfatizzare ancora di più la naturale differenza. Se un uomo ti avvicina con fare troppo ambiguo devi dire qualcosa subito, invece di stare zitta e lamentartene dopo, che è una cosa che succede molto spesso, mi pare. Non sto dicendo in alcun modo che gli uomini sono in diritto di trattare le donne come pezzi di carne, solo che certe volte le donne non parlano abbastanza. Io mi sono sempre vista come “una dei ragazzi” e non c’è mai stato bisogno di evidenziare che io sia una donna, perché è ovvio! Se dovessi avere dei problemi che loro non colgono gliene parlerei, tutto qui.
Reduce di un tour con uno scienziato, Arjen Lucassen ti ha chiesto di far parte del suo nuovo album e il tuo personaggio è quello della Biologa. Che coincidenza! Hai scelto tu il ruolo o te lo ha assegnato lui?
No, lo ha scelto lui e io non avevo idea che quella fosse la mia parte finché non c’è stato l’annuncio ufficiale! Credo che nessuno degli interpreti conosca veramente a fondo la storia che sta alla base di quest’album. Non vedo l’ora di scoprire chi è la Biologa e qual è la sua funzione nella storia. Sarà un album fantastico, secondo me.
Non ci sono speranze che ti si riveda con i ReVamp?
Purtroppo no. L’annuncio ufficiale è stato dato qualche mese fa, i ReVamp non continueranno perché non c’è il tempo materiale di portare avanti quel progetto.
Qual è il significato del gufo che ti sei fatta tatuare?
Il tatuaggio dovrebbe rappresentare una fenice. Quando ho fatto la seduta con la tatuatrice lei era d’accordo con il concetto ma voleva sapere che specie di uccello avrebbe dovuto rappresentare, perché voleva rendere il tatuaggio il più personale possibile. Ho scelto il gufo perché è un animale speciale per me e poi ci siamo messe a cercare il gufo più adatto allo scopo. Alla fine abbiamo scelto questo, con le piume colorate come quelle di un pavone. Visto che il tatuaggio sull’altro braccio è scuro e con linee molto spesse sono stata contenta di come l’artista abbia messo insieme i colori.