Code Orange – La Minaccia Arancione

Il 11/09/2017, di .

Code Orange – La Minaccia Arancione

In occasione del concerto dei Code Orange a Milano abbiamo potuto parlare con il batterista, Jami Morgan, uno dei principali autori della musica della band hardcore punk americana. Prima di lasciarvi alle parole di Jami vi ricordo che i Code Orange hanno ormai all’attivo quattro album. Il più recente s’intitola “Forever” ed è stato pubblicato quest’anno.

Mi piacerebbe che mi parlassi del tuo ultimo album intitolato ‘Forever’ pubblicato quest’anno. Quali le differenze rispetto al passato e come lo senti dopo averlo testato più volta dal vivo?

Jami Morgan: Lo spirito che muove la nostra musica è legato all’idea di migliorarci sempre ed è anche ciò che ci siamo prefissi sin dall’inizio. Il risultato è stato il nostro nuovo album ‘Forever’ che musicalmente è di certo più complesso e più interessante, ma riesce allo stesso tempo a mantenere ben in evidenza il nostro tratto aggressivo. In queste nuove tracce poi ritroverai intatto lo stile dei Code Orange, solo abbiamo implementato altro. Devo dire che anche dal vivo siamo molto migliorati ed in questo senso ‘Forever’ funziona davvero bene. Siamo più che soddisfatti del risultato.

Mi piacerebbe che mi raccontassi qualcosa delle vostre origini. I Code Orange provengono da Pittsburgh in Pennsylvania, così mi piacerebbe sapere come vi siete formati e se il luogo dove siete nati e cresciuti ha avuto una qualche influenza sulla vostra musica?

Jami Morgan: Ci siamo formati quando eravamo piccoli. Eric e Reba li ho incontrati a scuola quando eravamo giovanissimi, allora Reba aveva solo dodici anni, mentre Eric ne aveva quattordici. Al principio avevamo qualche difficoltà a suonare nei locali perchè non avevamo l’età. Poi Pittsburgh non è un bel posto come ad esempio la California, si tratta di una città industriale e penso che la nostra musica ne sia un riflesso.

Se non sbaglio facevate musica punk al principio…

Jami Morgan: Suonavamo cover di gruppi punk da teenager. Dal vivo ci esibivamo in brani di band quali Operation Ivy o i Minor Threat. Si è trattato di buon allenamento ed è un cosa interessante a pensarci bene perchè buon parte la formazione dei Code Orange è ancora quella. Siamo quindi cresciuti suonando la stessa musica per poi fare altro.

Al di là del punk quali sono state le band che vi hanno più influenzato nel vostro percorso musicale?

Jami Morgan: All’inizio eravamo influenzati dai Metallica ed ancora di più da band della scena hardcore quali i Converge o i Disembodied. In realtà ascoltavamo anche generi diversi tra loro. L’elettronica, l’harcore, l’industrial sono tutte influenze che fanno parte della nostra identità, ma in ultimo non vogliamo essere una imitazione di nessuno, vogliamo mantenere il nostro stile definito incrociando i generi ed allo stesso tempo far si che l’ascoltatore ci riconosca immediatamente.

Se nel loro album di debutto intitolato ‘Love Is Love/Return to Dust’ i testi erano una sorta di ribellione punk riletta però con uno stile già personale, gli ultimi album paiono essere meno leggibili…

Jami Morgan: In qualche modo i nostri testi, soprattutto a partire da ‘I am King’ hanno a che fare con l’identità e con il problema di rimanere se stessi, quando ti devi confrontare con gli altri e quindi sei costretto a crescere. Con il nostro ultimo album ‘Forever’ abbiamo proseguito quella via…principalmente descriviamo e analizziamo la lotta interiore per mantenere la propria identità. I nostri testi se vuoi vertono proprio sul conflitto e comunque si rivolgono a noi stessi, a ciò che sentiamo.

Immagini e testi a volte si influenzano per sovrapporsi. Guardando il video del brano ‘Forever’ che ormai ha superato il milione di visualizzazioni è facile rimanere colpiti da quei quei frame misteriosi e implicitamente violenti. Come ci siete arrivati?

Jami Morgan: Oggi i video si basano su storie e generalmente richiedono un alto budget che comunque non avevamo. Così ci siamo ispirati ad alcune cose dei Korn e abbiamo cercato di fare qualcosa che colpisse lo spettatore in ogni scena. Non ci siamo basati su una storia, ma rimane qualcosa allo stesso tempo di astratto e che però è fortemente legato a quello che sentiamo nella nostra musica.

Oltre alle visualizzazioni, con l’album ‘Forever’, i Code Orange hanno festeggiato il passaggio alla Roadrunner Records e per la distribuzione a Warner Bros Records. Questo cambiamento ha in qualche modo influenzato la band?

Jami Morgan: Alla fine facciamo le stesse cose e le facciamo allo stesso modo, solo che abbiamo più risorse. Quello che ci importa davvero però è occuparci della nostra musica e seguire il nostro stile senza essere costretti a qualche moda specifica. Così la Roadrunner Records è perfetta. Tra l’altro questa etichetta pubblica alcune band, quali Machine Head e Type O Negative, che anche sotto l’aspetto visivo mi piacciono molto. In ultimo rimane il fatto che ci vogliamo occupare di ogni cosa riguardante la nostra musica, questo è quello che davvero conta per noi.

Con Reba Meyers e Joe Goldman poi avete formato un’altra band, gli Adventures. Di cosa si tratta?

Jami Morgan: Si tratta di un side project. Siamo le stesse persone, ma qui suoniamo più rock..si tratta comunque di una prosecuzione di quanto fatto con i Code Orange che conserva alcune cose del nostro stile. Abbiamo voluto esplorare un altro lato della nostra musica. Con gli Adventures abbiamo pubblicato un album e ci siamo imbarcati in un tour nel 2014. La nostra priorità rimane in ogni caso per i Code Orange verso cui focalizziamo tutta la nostra attenzione.

State lavorando già al successore di ‘Forever’?

Jami Morgan: Quando torneremo a casa inizieremo a lavorare sul nuovo album. Al momento abbiamo fatto quattro tour in cinque mesi, quindi siamo stati piuttosto occupati, non abbiamo mai avuto un vero e proprio momento di pausa. Adesso rimaniamo concentrati su ‘Forever’.

Malgrado abbia fatto qualche ricerca sul nome della band…mi piacerebbe cosa vi ha spinto a chiamarvi Code Orange?

Jami Morgan: Si tratta di un termine medico che si riferisce in sostanza a qualcosa di minaccioso ed è qualcosa che nasce nel periodo in cui eravamo giovani ed eravamo nella fase punk, ma in ultimo è diventato il nome della nostra tribù e ben si lega a quello che siamo oggi.

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