Michael Schenker Fest – L’Ultima Cena

Il 05/03/2018, di .

Michael Schenker Fest – L’Ultima Cena

Ho avuto il piacere e l’onore di incontrare Michael Shenker presso il Rock’N’Roll Club di Milano. Michael si dimostra entusiasmo come non mai nel raccontarmi di come ha riunito i tre cantanti storici (Graham Bonnet, Robin McAuley e Gary Barden) del Michael Schenker Group per dare vita ad un nuovo progetto. Una band che vuole sia sfoggiare il proprio talento sul palco che dare vita a nuova musica. In particolare a marzo uscirà il nuovo album intitolato ‘Ressurection’ a nome Michael Schenker Fest. Cerchiamo di capirci qualcosa, interrogando il buon Michael che è un fiume in piena…

Quando hai iniziato a pensare di dare vita al Michael Schenker Fest?
Michael Schenker: Prima di tutto con il Michael Schenker Group eravamo in giro da parecchio tempo, avevamo fatto due studio album e due live, così dopo aver completato il secondo live DVD, ho pensato che era meglio prenderci una pausa. Durante il tour giapponese abbiamo avuto Graham Bonnet ad aprire per il gruppo, ma ha anche cantato una canzone con noi…e penso che in qualche modo riaverlo con noi sia stato l’inizio di qualcosa, mi ha dato l’idea di chiamare i miei cantanti a suonare con me. Mi piaceva l’idea perché in fondo si tratta di una terza fase della mia carriera.

Così avete iniziato a suonare live?
Michael Schenker: Sì, una volta che abbiamo messo assieme la formazione più o meno classica abbiamo cominciato il tour, con l’unica eccezione di Steve Mann, ma che comunque era legato al gruppo… Ci è stato offerto di partecipare al Loud And Park, ma quando ho saputo che il giorno dopo ci sarebbe stati gli Scorpions, ho detto che non ero interessato a suonare. Quando poi siamo andati a suonare a Tokyo e ho visto il posto, ho deciso di investire di mio e di mettere in piedi delle riprese per il DVD…

Quando avete deciso di entrare studio?
Michael Schenker: In quei giorni mi chiamava Dougie e mi chiedeva quando avevo intenzione di fare un nuovo disco con i Michael Schenker Temple of Rock. Gli rispondevo che era presto, ne avevamo appena fatto uno…solo che poi ho pensato di invitarlo a cantare con noi, ma da lì ho avuto un click e sono voluto entrare in studio. Pensa che quando gli ho fatto sentire i brani, Dougie voleva i primi cinque brani e ho dovuto dirgli di no che ne poteva scegliere solo tre…

Non deve essere stato facile assegnare le “parti”…
Michael Schenker: Ci ho pensato su un po’, ma volevo che fosse una cosa davvero speciale. Così quando ci siamo confrontati con Michael Voss-Schön abbiamo pensato di voler sentire tutte le voci su ogni canzone, anche solo come backing vocals. Ho pensato che ai fan sarebbe piaciuto, si tratta di una cosa che difficilmente senti da altre parti. Puoi ascoltare un brano e dire..’ehi, questo è Dougie, questo invece è Graham!’.

Da dove viene il titolo ‘Resurrection’?
Michael Schenker: Al principio avrei voluto che si intitolasse semplicemente ‘Michael Schenker Fest’, poi, quando ho visto la copertina dove veniva raffigurata l’ultima cena, ho pensato di abbinargli un titolo più rappresentativo, più forte. Così mi è venuto in mente ‘Resurrection’.

Prima hai accennato al fatto che questa è la terza fase della tua vita musicale…cosa intendi?
Michael Schenker: Tanto tempo fa ho avuto l’opportunità di scegliere. Avrei potuto rimanere con gli Scorpions e in fondo le cose sarebbero state più facili…ma volevo capire come vanno le cose nella vita, fin lì non ne avevo avuto l’opportunità. Così ho ricominciato con la mia band, i Michael Schenker Group, per avere più libertà di esprimermi e anche di divertirmi con gli altri ragazzi a suonare. Poi arriviamo ai nostri giorni quando mi è stato proposto di firmare per Nuclear Blast. Al principio ero in dubbio, poi anche su consiglio di Michael Voss-Schön ho accettato…In fondo ora mi sento più protetto, sai loro sono una grande etichetta e le cose sono certamente più organizzate. La qual cosa ben si adatta a questa fase della mia vita.

Com’è andata con Kirk Hammett?
Michael Schenker: Lui è un fan. Ha sempre voluto fare una jam con me. Ci eravamo incontrati tempo fa per una premiazione messa in piedi da una rivista di musica e poi abbiamo fatto un’intervista assieme nel programma radiofonico di Eddie Trunk a New York. E poi, alla fine, suonò con noi in una canzone durante un concerto. Quindi, in pratica, Kirk è sempre stato un fan e un amico. Suona nella più grande band del mondo, ma quando gli è stato chiesto di suonare per noi era più che felice. Tanto che il suo management ha pagato il biglietto aereo per Michael Voss, il co-produttore, in modo da registrare l’assolo di Kirk negli USA. Poi mi hanno mandato una foto di Kirk in studio. Sembrava un adolescente di 20 anni, con il suo abbigliamento casual hawaiano, il cappello da baseball, ed era felice.

Passerete dall’Italia con il gruppo?
Michael Schenker: Per il momento abbiamo fatto un tour di riscaldamento, ma adesso stiamo mettendo in piedi il tour vero e proprio. Abbiamo già richieste fino al 2019. Quindi, si certamente, passeremo dall’Italia. Vogliamo suonare il nostro album. È grande e abbiamo anche una grande etichetta.

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