Church Of Crow Doom Festival 2024 – DAY 2 @ Pinerolo (TO), 5 maggio 2024

Il 11/05/2024, di .

Church Of Crow Doom Festival 2024 – DAY 2 @ Pinerolo (TO), 5 maggio 2024

Il 4 e il 5 maggio, nel comune di Pinerolo in provincia di Torino, si è svolta la seconda edizione del “Church of Crow – Doom festival”, due giorni dedicati alle sonorità più interessanti e oscure che hanno visto susseguirsi sul palco artisti italiani e alcuni provenienti dal nord Europa. Nomi importanti come Cultus SanguineShores Of NullSpite Extreme WingKypck e Skepticism che hanno portato il festival, per la prima volta organizzato su due giornate, a far registrare un incoraggiante sold-out.   

Per ragioni logistiche, Metal Hammer ha potuto presenziare unicamente alla seconda giornata della kermesse, la cui atmosfera oscura e tenebrosa è stata resa ancora più marcata dal cielo nuvoloso e da qualche pioggia che ci ha accompagnato durane il percorso. Nonostante gli scioperi ci mettano del loro per ostacolarci e alcuni treni vengano cancellati sul più bello, riusciamo a raggiungere la location, una chiesa sconsacrata davvero carica di suggestioni e apparentemente fuori dal tempo, puntuali per l’evento. Giusto il tempo per qualche saluto, per prendere confidenza con la zona concerti e per dare un’occhiata al sagrato dove è stata allestita la zona merchandise e food’n’beverage, ed il Festival prende vita.

SLOW ORDER

Sono le 13.30 quando gli Slow Order prendono posto sul palco, in una chiesa che va lentamente riempiendosi. A inaugurare la giornata è questo trio strumentale stoner-rock proveniente da Bologna, composto da chitarra, basso e batteria, qui chiamato a presentare l’ultima fatica discografica ‘Maera’. Il gruppo in questione nonostante alcuni disturbi dai microfoni ne rovinino un po’ il sound, riescono comunque a dire la loro grazie ad un suono potente ed energico che riscalda il pubblico con i suoi toni fuzz e influenze punk e black metal. Il pubblico sotto palco dimostra di gradire, accennando un pogo e facendosi trascinare dalla distorsione della chitarra e da suoni ovattati, con la band che gioca bene il tempo a sua disposizione sciorinando brani tratti dalla sua recente produzione e altri più datati che si incastonano comunque bene in questo contesto.

Setlist Slow Order

  1. Ouroboros
  2. Tarantula
  3. Drunk
  4. Eternal Fire
  5. Kanavar
  6. Pazuzu / The Hunter
EXPIATORIA

Durante il cambio palco e la preparazione dello stesso, il pubblico inizia ad aumentare, anche perchè sono attesi gli Expiatoria, storica band genovese sulla scena ormai dal 1987 e chiamata a diffondere il verbo del doom mettendo a frutto con costanza e abnegazione la lezione impartita da band iconiche come Candlemass e Mercyful Fate. Nel 2010 la band si è riformata dando alla luce l’EP ‘Return to Golgotha’ quindi e da qui, nonostante alcuni cambi di line-up, non hanno più arrestato la propria corsa sfociata nel 2022 con la pubblicazione dell’album ‘Shadows’. Un gruppo sicuramente fuori dal comune, così come è fuori dal comune il loro ingresso in scena, con lo stage raggiunto incappucciati, avvolti in tuniche nere, marciando in una sorta di processione funebre tra i presenti. L’esibizione prende vita con ‘When The Darkness Falls’, brano che non solo ci trasmette grande energia ma porta a noi un gruppo coeso e decisamente unito. A farla da padrona sono, come è comprensibile, i brani provenienti dal loro ultimo lavoro ma c’è spazio anche ad un tributo ai padri Candlemass con una riuscita versione del classico ‘At The Gallows End’. Il suono dell’organo, che risuona all’interno delle mura della chiesa, riempie l’atmosfera e dà forza alla voce potente del cantante, da poco nella band ma decisamente a suo agio in questo contesto, sia quando si tratta di interpretare brani più plumbei, sia quando si tratta di liberare incisivi acuti. Particolarmente apprezzato dai presenti il brano ‘Ombra’, unico scritto in italiano e dal testo poetico molto intenso. Rispetto alle esibizioni degli ultimi anni, gli Expiatoria risultano essere forse meno teatrali ma sicuramente più incentrati sull’esibizione, che si chiude con una nenia suonata da un carillon sorretto da una inquietante figura incappucciata. Così come l’entrata in scena, un congedo altamente suggestivo e di impatto che ha incontrato i favori del pubblico. 

Setlist Expiatoria:

  1. Intro
  2. When The Darkness Falls
  3. Ombra
  4. The Wrong Side Of Love
  5. At The Gallows End
  6. Krieg (My Last Song) 
  7. Outro
CRIMSON DAWN

Tocca ora ai lombardi Crimson Dawn, band nata nel 2005 per volere di alcuni nomi noti del panorama metal tricolore tra cui il chitarrista dei Drakkar e già penna di Metal Hammer Dario “Darian” Beretta. E proprio a Darian spetta il compito di accogliere il pubblico con alcuni virtuosismi chitarristici, utili a creare l’atmosfera e ad anticipare l’ingresso degli altri membri della band, rigorosamente avvolti in tuniche rosse con ampi cappucci divenute quasi un marchio distintivo. La band è chiamata a presentare il nuovo album ‘It Came From The Stars’ uscito nel 2023 ed infatti, dopo l’avvio affidato a ‘Eternal Is Dark’ decantato dal cantante Claudio Cesari nelle vesti di oscuro oratore con tanto di antico libro in mano quasi a voler far riferimento ai temi letterari sempre presenti nelle canzoni del gruppo, arriva la nuova ‘Masque Of The Red Death’ ispirata al racconto di Edgar Allan Poe, cantata dal singer indossando una maschera rossa a dare un ulteriore tocco di teatralità all’esibizione. L’abilità tecnica e la professionalità del gruppo sono evidenti, così come la forza e il carisma del cantante, autentico dominatore della scena. Il pubblico apprezza questa fusione di heavy metal classico ed epic metal con una predilezione per temi malinconici e oscuri sottolineati dalle tastiere, ed alla fine sono solo applausi per un gruppo che, sia su disco che dal vivo, ha saputo dimostrare grande classe e padronanza della scena.

Setlist Crimson Dawn:

  1. Eternal Is The Dark
  2. Masque Of The Red Death
  3. Suffering
  4. Dark Ride
  5. Nera Sinfonia
  6. Nameless One
  7. Crimson Dawn
BLACK REVELATION

Dopo un giro nell’area esterna per le public relations di rito, rientriamo e, ad accoglierci, troviamo un’atmosfera resa ancora più cupa dal deciso abbassamento delle luci. Sul palco è atteso infatti il primo gruppo estero della giornata, i tedeschi Black Revelation, band nata nel 2016 sulla spinta di heavy doom metal band storiche come Pentagram, Saint Vitus, Candlemass… e autori, nel 2020, dell’album di debutto ‘Demon’. Il cantante, altissimo, domina la scena sfoderando una performance vocale che ricorda da vicino un mostro sacro del genere come Messiah Marcolin dei Canlemass. I ritmi lenti e plumbei delle canzoni le proiettano più nella sfera del doom che in quella del metal classico, quindi brani decisamente lenti e trascinanti (e a volte un po’ monotoni ed eccessivamente lunghi). Si discosta da questo contesto ‘The Fall Of Decadence’ caratterizzato da un rimo semplice della batteria e da una voce rauca e narrante, non abbastanza però per rendere memorabile la performance dei Black Revelation.

Setlist Black Revelation:

  1. There Is A Demon Inside Of Me
  2. The Fall Of Decadence
  3. No Redemption
  4. Demon King
  5. Black Revelation
PONTE  DEL DIAVOLO

Giocano in casa i Ponte del Diavolo, band che noi di Metal Hammer abbiamo avuto occasione vedere all’opera dal vivo più volte (di cui QUI, l’intervista). E questa rivelazione italiana che sta avendo un ottimo riscontro nella scena metal italiana e non solo non tradisce mai le attese, dando sempre vita a concerti carichi di enfasi e altamente suggestivi. Proprio come quello di questa sera, che attacca con un rituale accompagnato dal brano francese  ‘Non je ne regrette rien’ di Édith Piaf. I “nostri” attaccano quindi con ‘Demone’, pezzo che apre anche l’ultimo album ‘Fire Blades From The Tomb’ e i presenti vengono subito catapultati in una dimensione mistica nella quale la cantante Erba del Diavolo è oscuro cerimoniere. ‘Covenant’, ‘Red As The Sex Of She Who Lives in Death’, ‘La Razza’ e ‘Nocturnal Veil’ sono testimonianze del valore dell’ultima fatica discografica della band piemontese, un disco che ci mostra una band in grande spolvero ma che, forse, ha dal vivo la sua dimensione naturale, tanto sono forti e di impatto i loro show. E ad avvallare tutto questo è la risposta entusiasta del pubblico, che acclama la band alla fine di ogni brano sino ad ottenere un bis gentilmente concesso dall’organizzazione del festival. 

Setlist Ponte Del Diavolo:

  1. Demone
  2. Covenant
  3. Un Bacio a mezzanotte
  4. Red As The Sex Of She Who Lives in Death
  5. La Razza
  6. Nocturnal Veil
  7. A V E
  8. Covenant,
BLACK OATH

In redazione avevamo ricevuto ottimi feedback riguardo i milanesi Black Oath, band attiva dal 2009 con, alle spalle, una importante produzione discografica composta da diversi EP e cinque album in studio l’ultimo dei quali, ‘Emeth Truth And Death’ pubblicato nel 2022, e pur non avendo ancora avuto modo di vederli all’opera prima di oggi, la curiosità era tanta. Curiosità che aumenta quando l’ambiente viene preparato a puntino, con l’odore di incenso a invadere l’aria e poche luci rosse e viola ad andare attenuandosi sino a lasciare spazio all’oscurità. Quando i Black Oath attaccano, ci troviamo trascinati da un’ondata doom evocativa e di grande impatto, figlia di band come Candlemass e Mercyful Fate. Nonostante le parti vocali di A.Th siano parse forse un po’ troppo penalizzate dal contesto, non abbiamo non potuto non apprezzare la perizia della band, partendo dal basso suonato dallo stesso A.Th con una velocità straordinaria sino a ricreare un vortice sonoro che ci ha trascinato in un’altra dimensione. Tutta la performance della band, comunque, è andata a ricreare un’atmosfera unica e un’ impronta personale, caratterizzata da un tono aggressivo che andava a mettere il punto ad ogni canzone. La scaletta per l’occasione ha voluto rendere omaggio a tutta la produzione discografica della band, offrendoci un sunto della sua carriera sino ad oggi; un invito velato ad andare a esplorare ulteriormente la loro musica che noi di Metal Hammer accoglieremo con entusiasmo e curiosità.

Setlist Black Oath:

  1. Esbat (strument.)
  2. Lilith Black Moon
  3. Horcell The Temple
  4. Wicked Queen
  5. A Funeral Alchemy (strument.)
  6. Serpent of Balaam
  7. Death As Liberation
  8. Drakon, Its Shadow Upon Us
  9. Mourning (strument.) – Obsessed
DAWN OF WINTER

Il peso della giornata inizia a farsi sentire, l’impegno che l’ascolto di certe sonorità comporta è notevole e, stando anche ai commenti di alcune persone presenti sotto al palco sin dall’inizio, risulta alla lunga difficile seguire con attenzione tutto il concerto di tutte le band in programma, con il risultato che a venire influenzato sia proprio l’ascolto delle ultime band in scaletta, delle quali però non possiamo fare a meno di apprezzare il grandissimo valore. Come quello dei tedeschi Dawn Of Winter, gruppo sulle scene sin dal lontano 1991 che vantano, dietro al microfono, una vera icona del metal più puro ed oltranzista come Gerrit P. Mutz, già leader dei Sacred Steel. Luci fredde che variano dal blu al verde contribuiscono a rendere glaciale l’atmosfera quando la band si impossessa del palco, aggredendo subito i presenti con il suo doom abbastanza canonico e fortemente legato alle caratteristiche tipiche del genere, ovvero ritmi ripetitivi ma lenti e incisivi, uniti a riff distorti e diretti che contribuiscono a rendere il suono pulito e chiaro. Gerrit, da vecchio marpione qual’è, comunica molto con il pubblico, spiegando ogni brano con voce solenne, grave e profonda, trasmettendo un senso di struggimento e sofferenza che ci avvolge completamente. ‘Dream Within A Dreame e ‘The Sweet Taste Of Ruin’ sono i biglietti da visita del loro ultimo disco ‘Pray For Doom’ uscito sei anni or sono, mentre la setlist va ad attingere copiosamente anche dalla produzione più datata del gruppo teutonico, trascinandoci nota dopo nota in un universo claustrofobico e a tratti disturbante. Raramente ci è capitato infatti che una band ci influenzasse emotivamente al punto da avere difficoltà nella prosecuzione dell’ascolto, i Dawn of Winter ci sono riusciti, dopotutto se vengono definiti come la quintessenza del doom un motivo ci sarà. 

Setlist Dawn Of Winter:

  1. Titus Vanis
  2. Dragon‘s Blood
  3. The Sweet Taste Of Ruin
  4. Mourner
  5. Servants Of The Doomcult
  6. Dream Within A Dream
  7. Fallen Empire
  8. Ritual Magic
  9. The Music Of Despair
SHAPE OF DESPAIR

L’impatto emotivo dello show dei Dawn Of Winter è stato tale da farci uscire per recuperare forze e lucidità prima di rituffarci nella mischia per assistere all’esibizione degli headliner di giornata, i norvegesi Shape Of Despair, portacolori del funeral doom nordico, bravissimi però ad aiutarci a trasformare quel magone di dolore e sofferenza in gioia e introspezione. Guidati dalla carismatica Natalie Koskinen, recentemente vista all’opera con gli eccellenti The Abbey, dimostrano subito di che pasta sono fatti calando copiosamente su di noi ritmi lenti, plumbei, a sorreggere la voce femminile profonda ed evocativa in costante contrapposizione al growl maschile. Il doom originario spesso viene deviato verso sonorità post-metal, con il risultato che subito il concerto viene tramutato in una sorta di esperienza sonora extraterrena. Le luci verdi dirette contribuiscono a creare una sensazione di distacco dal mondo terreno, mentre i brani lunghissimi fanno da colonna sonora per un viaggio sonico lento e trascinante, dove le note si tramutano in portali verso mondi interiori, guidando gli ascoltatori attraverso un viaggio all’interno della propria anima. ‘Foreit’ e ‘Reflection in Slow Time’ sono testimonianza del relativamente recente ‘Return To The Void’ uscito nel 2022, eppure a farla da padrone questa sera è il seminale ‘Angels Of Distress’ del 2001 qui rappresentato dalla title track, dall’opener ‘Fallen’ e dalla catartica ‘Quiet These Paintings Are’. Il viaggio è un susseguirsi di emozioni forti, una esperienza che viviamo tutti intensamente come in un rito di massa, che ha il suo compimento nel bis affidato a ‘Written In My Scars’, punto esclamativo che chiude un evento unico nel suo genere, destinato a diventare negli anni un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del doom e dei suoi derivati.

Setlist Shape Of Despair:

  1. Fallen
  2. Angels Of Distress
  3. Reflection In Slow Time
  4. Descending Inner Night
  5. Sleeping Murder
  6. Curse Life
  7. Forfeit
  8. The Distant Dream Of Life
  9. Quiet These Paintings Are
  10. Written In My Scars (encore)

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