Sabaton – The Last Stand

Il 01/09/2016, di .

Gruppo: Sabaton

Titolo Album: The Last Stand

Genere:

Durata: 37 min. min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

86

Ora, che i Sabaton abbiano trovato la quadratura del proprio sound non lo scopriamo di certo oggi, quindi è inutile star qui a disquisire sull’aria fritta. “The Last Stand” è il nono capitolo discografico di una band che negli ultimi sei anni almeno (considerando il successo guadagnato dopo “Coat Of Arms” e l’esplosione in seguito a “Carolus Rex”) è stata capace di guadagnarsi tanti estimatori quanti denigratori, e di questo non possiamo farci niente, capita a tutte le band che riescono a concentrare su di sé le luci della ribalta, i primi comunque prevalgono sui secondi, altrimenti l’esponenziale crescita degli svedesi non si spiegherebbe. Il punto è che attaccarsi a sterili pregiudizi o a spiegazioni trite e ritrite (“hanno raggiunto il successo e si sono seduti”, “hanno trovato la formula e non la mollano più”) serve pressoché a nulla al fine di dare il corretto giudizio a quest’ultima fatica discografica dei ragazzi di Falun. Chi si è lamentato della mancanza di epicità e anthemicità (‘Sparta’ e ‘The Last Battle’ dove le mettiamo?), rimpiangendo ‘Ghost Division’ o ‘Primo Victoria’ (anche allora ci fu chi diede dei quattro immeritati), altri che puntano il dito sull’esasperata omogeneità dei pezzi (sarà, ma io tra ‘Rorke’s Drift’ e ‘Shiroyama’ o ‘Winged Hussars’ non sento la stessa cosa), chi si è intestardito su una tracklist da montagne russe del disco (di questo si poteva parlare per “Heroes”, dove qualche filler poteva anche esserci), insomma fra gli addetti ai lavori, con cui ci si confronta inevitabilmente sulle uscite, pochi contenti e molti col naso torto. Così non si va da nessuna parte però, perché c’è una falla nella catena dei presupposti: se i Sabaton non sono mai piaciuti, la cosa peggiorerà, è inutile cercare a ogni disco di incaponirsi per vedere se sono cambiati, non succederà mai. Quindi, cosa dire di “The Last Stand”? È un nuovo, conseguente album degli svedesi, né più né meno di quel che avete già potuto ascoltare (salvo per il capolavoro “Carolus Rex”). Un disco di guerra, pace, irruenza e riflessione. Tanto basta.

Tracklist

01. Sparta
02. Last Dying Breath
03. Blood of Bannockburn
04. Diary of an Unknown Soldier
05. The Lost Battalion
06. Rorke’s Drift
07. The Last Stand
08. Hill 3234
09. Shiroyama
10. Winged Hussars
11. The Last Battle

Lineup

Joakim Brodén: vocals
Pär Sundström: bass
Hannes van Dahl: drums
Thobbe Englund: guitars
Chris Rörland: guitars