Orphaned Land – Unsung Prophets & Dead Messiahs

Il 04/02/2018, di .

Gruppo: Orphaned Land

Titolo Album: Unsung Prophets & Dead Messiahs

Genere: , , ,

Durata: 63 min.

Etichetta: Century Media

Distributore: Sony

95

Gli Orphaned Land sono uno dei migliori gruppi che il metal ci ha dato negli ultimi decenni. Annoverabili fra gli alfieri del cosiddetto oriental metal, gli israeliani hanno attraversato diverse fasi nella loro carriera, da un inizio più ruggente, in cui gli echi di un death raffinato si mischiavano con sfumature della musica folkloristica, fino all’ultimo ‘All Is One’, messaggio universale di amore e fratellanza dove la musica giocava il suo ruolo fondamentale.

‘Unsung Prophets & Dead Messiahs’ riparte un po’ dal punto in cui la band ci aveva lasciato, riprendendo però il proprio sound e reinserendo – e forse questa è la peculiarità del nuovo disco – il growl in taluni momenti, aggiungendo, quindi, del pepe alla release. Questo dettaglio è, tuttavia, solo lo strato superficiale di un album che vede nella profondità, tanto musicale quanto testuale, il suo fulcro e punto di forza. Riprendendo le fila ma virando leggermente al passato rispetto a ‘All Is One’, criticato da una certa parte degli addetti ai lavori e anche dai fan storici del gruppo, gli Orphaned Land ricamano un full-length di enorme quantità e qualità, dando anche il benvenuto in studio ufficiale a Idan Amsalem, che va a rimpiazzare l’oramai esule Yossi Sassi.

L’obiettivo degli israeliani, però, non cambia. Vogliono sempre portare il pubblico a riflettere, non solo sulla situazione della loro terra natia, anche sui sentimenti, positivi e negativi, che pervadono il mondo e lo fanno con maestria; una maestria e maturità data da ben ventisei anni di carriera, un lungo lasso di tempo durante il quale gli Orphaned Land hanno prodotto “solo” sei dischi. Tuttavia, fra questi ci sono delle gemme d’inestimabile valore per la nostra musica, prima di tutti, forse, si collocano ‘Mabool’ e ‘The Never Ending Way of ORwarriOR’, nonostante non siano da trascurare i primi due, ‘Sahara’ e ‘El Norra Alila’, embrioni della futura ascesa della band. In ‘Unsung Prophets & Dead Messiahs’ si ripetono le formule vincenti, selezionate accuratamente, del percorso musicale degli Orphaned Land, creando, dunque, un tutt’uno stilistico quasi perfetto e con soluzioni varie, che danno sfogo al talento dei musicisti e danno prova del carattere eclettico del sound attuale del gruppo.

Seguendo la via tracciata nell’elenco dei brani si incontrano diversi generi e approcci, dalla suggestiva e impressionante opener ‘The Cave’, la summa della proposta degli Orphaned Land, un pezzo cui non manca veramente nulla per piazzarsi fra i migliori pezzi non solo della discografia della band, anche degli highlight di questo 2018. Un brano in cui Kobi Farhi dà il meglio di se stesso, nonostante sia difficile dire quando il cantante non abbia assolto il suo ruolo alla perfezione in queste due decadi di storia del gruppo. ‘The Cave’ simboleggia ciò che ci si aspettava dagli Orphaned Land da sempre, un punto d’incontro tra l’aggressività e l’eleganza delle diverse fasi del cammino percorso dagli israeliani. Gli altri pezzi non sono tuttavia da meno. Da ‘ Like Orpheus’, in cui ci si può godere la partecipazione di Hansi Kürsch dei Blind Guardian, passando per la potente ‘We Do Not Resist’, dove echi di thrash e death si manifestano in maniera prepotente, la folkeggiante e avvolgente ‘In Propaganda’ che fa coppia con ‘Yedidi’, la leggiadra ‘All Knowing Eye’, la lunga e pensata ‘Chains Fall To Gravity’, nella quale l’ospite d’eccezione è Steve Hackett, l’estrema ‘Only The Dead Have Seen The End Of War’, in cui si intravedono i “vecchi” Orphaned Land, fino al riflessivo intermezzo ‘Poets Of Prophetic Messianism’. In ogni traccia, minuto, secondo si capisce che la band non ha lasciato nulla al caso.

In conclusione, ‘Unsung Prophets & Dead Messiahs’ è il capitolo decisivo della discografia del gruppo israeliano. Un disco che non può mancare nella vostra collezione, a prescindere da quale sia il vostro genere prediletto. Shalom.

Tracklist

01. The Cave
02. We Do Not Resist
03. In Propaganda
04. All Knowing Eye
05. Yedidi
06. Chains Fall To Gravity
07. Like Orpheus
08. Poets Of Prophetic Messianism
09. Left Behind
10. My Brother’s Keeper
11. Take My Hand
12. Only The Dead Have Seen The End Of War
13. The Manifest – Epilogue

Lineup

Kobi Farhi: vocals
Chen Balbus: guitars
Idan Amsalem: guitars
Uri Zelcha: bass
Matan Shmuely: drums