Kamelot – The Shadow Theory

Il 05/06/2018, di .

Gruppo: Kamelot

Titolo Album: The Shadow Theory

Genere: ,

Durata: 64 min.

Etichetta: Napalm Records

Distributore: Audioglobe

80

È abbastanza da manuale il ‘reboot’ (termine preso a prestito dal mondo cinematografico) operato dai Kamelot all’indomani dell’abbandono di Roy Khan. Sette anni sono infatti passati da quell’evento, scanditi commercialmente parlando da tre battiti discografici tutti buoni, nei quali possiamo notare però tutti i segni del progressivo raddrizzamento di rotta che la band statunitense sta operando dopo la ventata che ne ha appunto spostato drasticamente le vele sul finire del 2011. La scansione discografica è in effetti quella prevista: un primo disco – ‘Silverthorn’ – forse un po’ di maniera ma strepitosamente curato, già cucito sulla figura di Karevik. ma in modo tale da dare la maggior continuità possibile col passato per ridurre l’impatto dello scossone subito dalla band sugli spaesati fan. Un secondo disco – ‘Haven’ – di consolidamento, col quale confermare che il cantante è quello definitivo e non solo un rimpiazzo, e per consolidare ancora un po’ la forte personalità che la band si stava costruendo nell’ambito del power sinfonico già a partire dagli ultimi anni del millennio scorso; e infine un terzo disco – il qui presente ‘The Shadow Theory’ – col quale rompere parzialmente le righe, riprendendo magari anche una certa sperimentazione, che prima era forse prematuro considerare. E dire che l’inizio dell’album è quanto di più ortodosso e cautelativo ci potesse essere: ‘Phantom Divine’ ci mostra infatti i Kamelot esattamente dove li avevamo lasciato con l’ultimo brano di ‘Haven’, ‘Ravenlight’ rappresenta il classico singolo apripista dei Nostri, come lo ascoltiamo da sette anni ormai, mentre il terzo brano – ‘Amnesiac’ – richiama ‘Insomnia’ dall’album precedente non solo nel sound, ma anche dal punto di vista lirico. Il primo accenno però di una ritrovata vena esplorativa arriva però con la successiva ‘Burns To Embrace’, ottimo brano sinfonico che sfodera a seguito di una misteriosa strofa un ritornello corale piuttosto inatteso ma davvero efficace. Anche i brani successivi, la ballad ‘In Twilight Hours’ e il bel mid tempo ‘Kevlar Skin’, proseguono con un discorso più aperto al cambiamento e alla definizione di Karevik come cantante più personale… pur portando inconfutabilmente il marchio Kamelot, anche questa canzoni si mostrano infatti più fresche e priva di qualsiasi area di già sentito. Presa la rincorsa con queste tre importanti canzoni l’album poi mantiene quota e promesse con una serie di brani decisamente ben riusciti e caratterizzati da una certa freschezza: ‘Mindfall Remedy’ porta un po’ di durezza e vigore nel sound levigato dei Nostri, ‘The Proud And The Broken’ sfoggia influenze vicine al prog, mentre le melodie di ‘Vespertine’ rilanciano sempre di più il valore delle azioni del cantante scandinavo nel mercato dei fan. Insomma, al terzo album dalla loro inattesa ripartenza i Kamelot si sono scrollati di dosso tutti i pesi che potevano essergli rimasti attaccati, gettando le fondamenta per un sontuoso proseguimento di carriera.

Tracklist

01. The Mission
02. Phantom Divine (Shadow Empire)
03. Ravenlight
04. Amnesiac
05. Burns To Embrace
06. In Twilight Hours
07. Kevlar Skin
08. Static
09. Mindfall Remedy
10. Stories Unheard
11. Vespertine (My Crimson Bride)
12. The Proud And The Broken
13. Ministrium (Shadow Key)

Lineup

Tommy Karevik: vocals
Thomas Youngblood: guitars
Oliver Palotai: keys
Sean Tibbets: bass
Johan Nunez: drums