Voivod – The Wake

Il 28/09/2018, di .

Gruppo: Voivod

Titolo Album: The Wake

Genere: ,

Durata: 56 min.

Etichetta: Century Media

Distributore: Sony

90

Premessa con apparente ossimoro: ho un debole fortissimo per i Voivod, sin dai miei primi passi in ambito metal, e capisco perfettamente come si tratti di una passione incomprensibile ai più, ma che dunque risulta – se possibile – ancor più preziosa. Immaginate dunque l’emozione, nel trovarmi dinanzi al nuovissimo singolo ‘Obsolete Beings’ in piena estate, con l’effetto di una bolla di calore tutt’altro che stagionale, completamente fuori da qualsivoglia dimensione spazio/temporale, come è ormai costume da trentacinque anni per il quartetto canadese.
Facciamo un leggero passo indietro: se ‘Target Earth’ del 2013 aveva rappresentato la vera e propria rinascita, con il nuovo innesto Chewy alle prese con la composizione e non più solo esecutore delle immortali partiture lasciate da Piggy, l’EP ‘Post Society’ si era rivelata una dichiarazione di intenti ben superiore a quanto in genere lasci presagire una tracklist di sole cinque tracce. E ‘The Wake’? Il nuovo disco ci mostra un quartetto più solido che mai, determinato a proseguire imperterrito il viaggio tra gli spazi siderali iniziato in un mondo completamente diverso da quello odierno.
Per fermarci semplicemente all’era Chewy, potremmo osservare che le differenze tra ‘Target Earth’ e ‘The Wake’ emergono sin dalle tonalità di copertina: fredde e futuristiche le prime, calde e viscerali le seconde. Nel 2013 la band lasciava un’importante posto di comando compositivo a questo ragazzo fenomenale che raccoglieva un’eredità pesante come un macigno (quella della morte di Denis “Piggy” D’amour) con un piglio leggero ma con una maestria insospettabile e clamorosa. Il risultato fu un disco spigoloso e prezioso come un diamante, reminiscente di alcune delle asperità di ‘Phobos’ in un sostrato che recuperava al contempo la passione per la melodia di buona parte dell’era Snake.
‘The Wake’ è invece un deciso passo in avanti, ponendosi sicuramente come il miglior lavoro che i Voivod abbiano concepito dal ritorno di Snake in formazione. Molte delle scelte melodiche ricordano la gloriosa era di ‘Angel Rat’ e ‘The Outer Limits’, e lo stesso fa il taglio fortemente progressive conferito a molte delle tracce presenti, un effetto straniante se si pensa che Away e soci non si distaccano mai completamente dall’eredità thrash/speed che marchiava a fuoco la parte più iconoclasta della loro discografia. Eppure… qualcosa in più c’è, e risiede nell’aver abbracciato in maniera splendida quella frangia di avanguardia ben rappresentata nella storia della musica da un ensemble come i King Crimson, a cui i Nostri sono stati spesso accostati nel tempo, ma che mai come oggi rappresentano un punto di riferimento importante. Attenzione: importante, ma sempre e comunque nello stile dei Voivod, capaci come sono di aprire un pezzo come ‘Orb Confusion’ con un riff secco, tratto dal loro infinito manuale, e risultare al contempo sperimentali e gradevolissimi.
Per quanto mi riguarda, ognuna delle otto tracce presenti è a suo modo un capolavoro, eppure mai come questa volta l’album è strutturato come un concept, sia a livello testuale – uno scenario post-apocalittico di distruzione e catarsi – che a livello musicale – con la conclusiva ‘Sonic Mycelium’ che rappresenta un compendio del rifferama di ‘The Wake’, arrivando a citare la storica ‘Jack Luminous’ nelle linee vocali. Il resto lo fanno la bellezza della già citata opening track ‘Obsolete Beings’, impreziosita da una coda nel pieno stile dei King Crimson di ‘The Construktion Of Light’ e di ‘The Power To Believe’, il mood “notturno” della quasi title track ‘The End Of Dormancy’, con richiami alle partiture di ‘Mars, The Bringer Of War’ di Gustav Holst, le atmosfere parossistiche e quasi black di ‘Iconspiracy’ e soprattutto ‘Always Moving’, un manuale di come sia possibile suonare thrash metal nel terzo millennio e risultare credibili, mescolando sapientemente una sezione ritmica quanto mai sugli scudi (il mai troppo incensato Away e il nuovo bassista Blacky) e alcune scelte armoniche reminiscenti della dodecafonia.
Al quartetto d’archi collocato in coda al disco va il compito di lanciare l’ultimo messaggio negli spazi siderali, fino alla prossima sosta di Korgull e dei quattro Voivod; a noi resta un disco che è quasi un’esperienza mistica (così come i live della band), senza bisogno di alcun effetto speciale che non sia l’eccelsa mano compositiva che da sempre anima questa macchina del futuro.

Tracklist

01. Obsolete Beings
02. The End of Dormancy
03. Orb Confusion
04. Iconspiracy
05. Spherical Perspective
06. Event Horizon
07. Always Moving
08. Sonic Mycelium

Lineup

Dennis “Snake” Belanger: vocals
Daniel “Chewy” Mongrain: guitar
Dominic “Rocky” Laroche: bass
Michel “Away” Langevin: drums