In Flames – I, The Mask

Il 04/03/2019, di .

Gruppo: In Flames

Titolo Album: I, The Mask

Genere:

Durata: 50 min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

50

Nel susseguirsi delle stagioni, ciò che è stato muta forma. Non si tratta di poesia, bensì di adattarsi o soccombere. Gli In Flames lo avevano dichiarato apertamente (gli va dato atto) nel 2002 con ‘Reroute To Remain’, le cui sonorità erano già inclini alla ricerca di un metal che come non mai facesse leva sulle melodie, diluendo l’impatto energico del loro death metal. Gradualmente, ma non senza un rimescolamento di fan. Fuori i vecchi difensori della fede, dentro tutti gli altri. Per arrivare fino ai nostri giorni sino alla pubblicazione al loro tredicesimo album. Il penultimo ‘Battles’ non lasciava il segno a causa di cori deboli (dal mood persino troppo gioioso), riff riciclati e una produzione non all’altezza. Come del resto funzionava poco anche il precedente ‘Siren Charms’. Non è però sempre andata male dal punto di vista artistico, album come ‘Come Clarity’ e a ‘Sense Of Purpose’ ci prendevano e nei limiti della loro proposta funzionano discretamente.
Ai nostri giorni invece il gruppo svedese deve fare i conti con il cambio del bassista storico Peter Iwers con Bryce Paul, mentre alla batteria subentra Tanner Wayne per Joe Rickard. Come di consuetudine questo ‘I, The Mask’ è stato anticipato da diversi singoli che in qualche modo hanno delineato la nuova direzione musicale. La title-track ha mostrato da subito i muscoli con un avvio “alla vecchia maniera”, riff e voce che tenta di ferire, per poi aprire i varchi a un effluvio di cori melodici. Da un lato, però, quello che è stato non c’è più. La batteria di Tanner risulta sempre piuttosto precisa, ma inconsistente, sia nei suoni che nella sua non pesantezza al pari delle chitarre che sono più che altro un addobbo. Magari si nota meno in ‘Burn’ che invece ha un’attitudine più rock alternativa, definita da una melodia usa e getta, ma un po’ più di energia avrebbe fatto comodo. Il primo singolo ‘I’m Above’ (risalente ormai ad un anno fa) faceva bella mostra di una melodia strutturata e di un arrangiamento che decorava il tutto con una certa delicatezza. L’ultimo singolo a essere stato pubblicato è stato ‘(This Is) Our House’ che con il suo coro dal pathos adolescenziale e un testo di una banalità malsana… è roba invece da eterno oblio. Passiamo al resto, quello che ancora ci è meno noto. Curioso poi come da linee death gli In Flames traslino poi a un ritornello di stampo Power Metal nel brano ‘Deep Inside’ con tanto di passaggi acustici e riff esotici. Il risultato è di nuovo minore della somma delle parti con troppa melodia e poca profondità. Diversamente ‘Call My Side’ gioca su riff che ricordano quelli di Clayman, con un piglio rock e il solito utilizzo dei cori ad alto tasso glicemico. Per certi versi non è sorprendente che nel momento in cui gli In Flames dismettono di giocare al metal alternativo per abbracciare una sorta di pop leggero di maniera nel brano ‘All The Pain’ riescono a risultare più credibili.
Alla fine di questa recensione, la verità stessa è inevitabilmente minore della somma delle parti. Se vi piace il metal alternativo fatto di cori e melodie con richiami al metal alternativo e ad un “death metal” stilizzato, allora ‘I, The Mask’, potrebbe davvero piacervi (sempre considerato che i Great Leap Skyward e persino gli Avenged Sevenfold sanno fare di meglio). Per tutti gli altri ‘I, The Mask’ risulta migliore a livello produttivo rispetto ai precedenti, ma non trova il giusto bilanciamento tra le parti metal e quelle melodiche, manca di profondità e funziona meglio proprio nei brani più ruffiani, laddove la costruzione chitarra/ritmica viene meno. In ultimo agli (a questi) In Flames mancano le fiamme, ma in compenso c’è tanto fumo.

Tracklist

01. Voices
02. I, The Mask
03. Call My Name
04. I Am Above
05. Follow Me
06. (This Is Our) House
07. We Will Remember
08. In This Life
09. Burn
10. Deep Inside
11. All The Pain
12. Stay With Me

Lineup

Anders Fridén: vocals
Björn Gelotte: lead guitar
Niclas Engelin: rhythm guitar
Bryce Paul: bass
Tanner Wayne: drums