In Flames – Clayman 20th Anniversary Edition

Il 01/09/2020, di .

Gruppo: In Flames

Titolo Album: Clayman 20th Anniversary Edition

Genere:

Durata: 63 min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

40

‘Clayman’ compie vent’anni, e i ricordi vanno all’estate del 2000, tra una copia acquistata nell’allora negozio di fiducia e la visione del report sul Gods Of Metal monzese di giugno su TMC2, dove i nostri si esibirono durante la seconda giornata assieme a Magazzini Della Comunicazione, Necrodeath, Death SS, The Kovenant, Testament, Methods Of Mayhem, Slipknot e Slayer.
Allora il disco, nonostante qualche critica per alcune soluzioni ritenute troppo melodiche in confronto a quanto la band aveva prodotto precedentemente, soprattutto un uso costante di tastiere ed un cantato, a tratti, pulito, venne accolto positivamente dalla stampa (il nostro Alex Ventriglia, nel numero di Metal Hammer di giugno, diede un bel 5/6, definendo l’utilizzo delle tastiere come ‘sapiente’ ed i pezzi di una “immensa qualità strabordante”). Personalmente, l’ho sempre ritenuto il giusto prosieguo di ‘Colony’.
Vent’anni dopo di acqua sotto i ponti ne è passata, e chi sta leggendo questa recensione sa quale maturazione ha percorso la band, tanto da dividere la sua significativa carriera in due parti: la prima che culmina proprio con il quinto album di cui vi ho appena scritto, e la seconda, iniziata con ‘Soundtrack To Your Escape’ (‘Reroute To Remain’ credo debba essere considerato un album di transizione, ma lascio giudicare a voi), che ci trascina fino ad oggi.
In virtù di questo, i “nuovi” In Flames decidono di omaggiare loro stessi ri-registrando e rimasterizzando ‘Clayman’.

Premetto: questa recensione si baserà sul confronto tra il nuovo prodotto e quello del luglio del 2000. Credo sia naturale, soprattutto dato che l’uno non è uno stravolgimento dell’altro.
Detto ciò, personalmente trovo questo lavoro inutile. E con questo termine non intendo pessimo, scadente o che dir si voglia, anzi: semplicemente e solamente inutile. Evitabile, se preferite.
Di questi tempi dove tutti siamo a conoscenza della crisi discografica, serviva riregistrare quattro brani di un capolavoro, aggiungere una traccia strumentale di violoncello e chitarra (‘Themes And Variations In D-Minor’), aggiungere qualche pagina nel libretto in dotazione, e confezionare il tutto? No, a maggior ragione dato che il capolavoro di vent’anni fa, negli anni, è stato ripubblicato più volte in varie versioni (tra cui quella deluxe del 2005), ed a maggior ragione se il risultato, questa volta, è almeno di un gradino sotto.
Tra i quattro brani ri-registrati, ci pensa già l’opener ‘Bullet Ride’ a spiazzare l’ascoltatore: nelle strofe il cantato di Fridén è pulito, ma non quel pulito già accennato ad inizio recensione che tanto piace nell’album ormai ventenne, bensì quel pulito che tanto va di moda tra i fan del Metalcore, per intenderci. Che stona negli In Flames di vent’anni fa, ma a quanto pare non in quelli nuovi.
‘Pinball Map’ si salva perché, rispetto alle altre, più somiglia all’originale, ma ci pensa ‘Only For The Weak’ a far tornare il treno sui suoi binari: a non convincere è ancora la voce, che cerca di farsi aggradare verso nuovi ascoltatori e/o verso i fan della ‘seconda parte’, non più verso chi seguiva la band proprio fino a vent’anni fa. La title-track, poi, credo sia l’emblema di come, pur con soluzioni moderne e sicuramente piacevoli, la band abbia cercato di fotocopiare sé stessa in malo modo: un utilizzo ancora maggiore di tastiere e synth, un ritmo più cadenzato (presente, tuttavia, in tutto l’album), delle chitarre in sordina (che sembrano accompagnare le tastiere, mentre vent’anni fa accadeva il contrario) e un cantato che, seppur in growl, si sforza di scandire ogni singola parola, contengono la rabbia del brano, facendo perdere nettamente il confronto con l’originale, di gran lunga più cattivo ed avvincente.

Riassumendo: la produzione è più nitida, le liriche più “chiare”, comprensibili, il lavoro dell’intera band elaborato e più che dignitoso, ma per chi ama gli In Flames della “seconda parte”. Per chi, invece, come me se li ricorda fino a ‘Clayman’, piange il cuore scriverlo, ma questa release non rende giustizia all’originale, non avendo l’aggressività, la rabbia, la velocità e quel lato grezzo e sporco che, ad inizio nuovo millennio, consacrarono la band come tra le migliori nel mondo Death Metal melodico.
Capisco che gli In Flames del 2020 abbiano ritenuto opportuno “trasportare” ‘Clayman’ nel sound che propongono oggigiorno, ma dato che tuttavia questo prodotto è simile al precedente, quello che mi chiedo è: serve? Non credo: per omaggiarlo nuovamente avrei ritenuto più utile la pubblicazione di un live (anche unplugged, perché no?!) con l’album suonato nella sua interezza, oppure una totale riproduzione dello stesso in chiave inedita, come ad esempio gli Helloween fecero nel personalmente tanto apprezzato (proprio perché diverso) ‘Unarmed – Best Of 25th Anniversary’.
Questo nuovo ‘Clayman’, purtroppo, copertina a parte (forse più bella rispetto a quella precedente, ma è soggettivo) è un ibrido che vuole assomigliare, o aspirare, al fratello maggiore di vent’anni più vecchio, non riuscendoci.
In conclusione, a meno che non siate amanti incalliti degli svedesi, il mio consiglio è di non pensare troppo a quanto questa nuova fotocopia possa esservi utile. Preoccupatevi piuttosto di possedere il fratello maggiore, perché se non doveste averlo, beh, cosa state aspettando? Correte nel vostro negozio di fiducia!

VOTO 40.
P.S. Essendoci un confronto tra due album, desidero spiegare la mia decisione riguardo i due voti:
Voto 20: se si confronta questa release con quella di vent’ anni fa.
Voto 60: se si prende questa release singolarmente, senza confronti, contestualizzandola con la maturazione che la band ha avuto da ‘Soundtrack To Your Escape’ in poi (considerando però il fatto che questo è un compito svolto su materiale di un disco già esistente).

Tracklist

01. Bullet Ride
02. Pinball Map
03. Only For The Weak
04. …As The Future Repeats Today
05.  Square Nothing
06. Clayman
07.  Satellites and Astronauts
08. Brush The Dust Away
09. Swim
10. Suburban Me
11. Another Day In Quicksand
12. Themes and Variations in D-Minor (instrumental)
13. Only For The Weak (Re-recorded)
14. Bullet Ride (Re-recorded)
15. Pinball Map (Re-recorded)
16. Clayman (Re-recorded)

Lineup

Anders Fridén: vocals
Björn Gelotte: guitars
Niclas Engelin: guitars
Bryce Paul Newman: bass
Tanner Wayne: drums