Almanac – Rush Of Death

Il 03/03/2020, di .

Gruppo: Almanac

Titolo Album: Rush Of Death

Genere: , ,

Durata: 53 min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

75

Ogni volta che si parla del chitarrista bielorusso Victor Smolski non riusciamo a non stupirci di quanto sia eclettica e fuori dalle righe come persona. Oltre che rinomato e affermato chitarrista, cosa speriamo nota alla maggior parte dei lettori di Metal Hammer, Victor è infatti anche un ottimo compositore, arrangiatore e pilota di macchine da rally, attività quest’ultima in cui sta collezionando da anni diverse vittorie e titoli altisonanti. A ben pensarci, forse era solo questione di tempo che queste due vocazioni, la musica e le corse, si unissero in un unico concetto…
E partiamo quindi proprio da qui con l’analisi di questo nuovo terzo album degli Almanac, un nuovo concept basato – guarda un po’ – proprio sul mondo delle corse. E’ un mondo romanzato, ovviamente, quello che ci viene presentato… fuori dalle righe quanto l’autore stesso, un mondo e un estetica ben rappresentati dalla chiassosa copertina, fiera delle sue macchine-mostro che si affrontano in una crudele arena. Un po’ mondo delle corse, un po’ gladiatori e un po’ antica Roma;, quindi un mix che indubbiamente allontana un po’ dall’immaginario epico e magniloquente cui gli Almanac ci avevano abituato fino ad adesso con i precedenti ‘Tsar’ e ‘Kingslayer’, ma che ben si sposa con lo stile barocco e tronfio del gruppo. Musicalmente le coordinate difatti non sono troppo cambiate… ‘Rush Of Death’ è di sicuro l’album più heavy pubblicato dagli Almanac fino ad adesso, ma – tirando le somme – le caratteristiche principali degli altri lavori, facilmente identificabili nei chorus catchy e nella pomposità degli arrangiamenti ci sono ancora tutte. Se quindi i primi minuti del brano introduttivo ‘Predator’ potevano anche farci pensare a un album in qualche modo più asciutto e caustico, basta solo arrivare al ritornello per capire che l’impianto melodico di brani come ‘Regicide’ e ‘Hands Are Tied’ non è che dietro l’angolo, pronto a saltare fuori alla bisogna. La title-track ‘Rush Of Death’ ammanta i roboanti riff di chitarra del brano precedente con densi arrangiamenti nel classico ‘Smolski style’… quello stile che portò i lavori dei Rage del periodo ‘Speak Of The Dead’ ad essere ancora tra quelli più apprezzati di una certa frangia di fans. Il narrato di ‘Let The Show Begins’ ci introduce a un altro pachiderma sinfonico dal titolo ‘Soiled Existance’, brano dalle melodie catchy ma dai suoni ancora una volta spessi e grondanti pathos. ‘Bought And Sold’ irrobustisce il sound con iniezioni chitarristiche al limite del thrash, ma è la mini-suite ‘Satisfied’ che ci parla ancora degli Almanac come della band di colui che ha introdotto la Lingua Mortis Orchestra nel sound dei Rage. Tra riff oscuri, cori potenti e addirittura un intermezzo acustico ci dirigiamo quindi alle battute finali del disco, che si stabilizzano sullo stile classico del gruppo, esplorando un po’ meglio l’alchimia in fase di definizione tra la cantante storica Jeannette Markewka e il nuovo arrivato Patrick Suhl, invero piuttosto bravo e che non fa rimpiangere le timbriche dei dimissionari Readman e Andi B. Frank.
Il risultato è quindi che anche ‘Rush Of Death’ è un disco 100% rappresentante lo stile di Victor Smolski… anche se un po’ più spinto e ‘ricoperto’ dell’immagine più grezza dei gladiatori, non fa però mistero di voler seguire il più possibile la visione iniziale che qualche anno fa generò questa prolifica band, quella cioè di un metal si feroce e roboante, ma anche e soprattutto ricoperto da un lussuoso manto sinfonico e orchestrale. Ben fatto!

Tracklist

01. Predator
02. Rush Of Death
03. Let The Show Begin
04. Soiled Existence
05. Bought And Sold
06. The Human Essence
07. Satisfied
08. Blink Of An Eye
09. Can’t Hold Me Back
10. Like A Machine

Lineup

Victor Smolski: guitars, orchestration
Jeannette Markewka: vocals
Patrick Suhl: vocals
Tim Rashid: Bass
Kevin Kott: Drums